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La X edizione del Meeting Mediterraneo svoltasi a Riccione il 13 e 14 aprile è uno dei due maggiori eventi AIOP. L’altro è il Congresso Internazionale in programma nella tradizionale Bologna (quest’anno dal 15 al 17 novembre). Uno come l’altro caratterizzati da alcune peculiarità che identificano l’AIOP tra i convegni odontoiatrici di maggior spicco.
La prima caratteristica è che si tratta di un evento “a doppia anima”, in cui sono protagonisti con pari dignità due categorie, unite, ma molto ben distinte, come quella degli odontoiatri e degli odontotecnici (ODT), sorta di Giano bifronte che guarda con due ottiche diverse, ma strettamente legate tra di loro.
L’interazione non è cosa da poco. Tanto per far un esempio, nell’edizione 2016 del Congresso SIDO, grande società odontoiatrica/ortodontica, quando un rappresentante della categoria ODT venne chiamato per la prima volta a condividere la presidenza di una sessione, apparve come una sorta di promozione sul campo di tecnici, indubbiamente indispensabili, ma da sempre confinati in posizioni ausiliarie.
Gli ODT dell’AIOP ovviamente vedono di buon occhio il binomio anche se molto clinico, perché chiamati a far parte nelle fasi iniziali della progettazione e non solo alla fine. Tanto efficace e radicata ormai sin dalla nascita (dell’AIOP) l’interazione che anche all’estero comincia ad esser presa d’esempio. Per sottolinearla ulteriormente lo stesso presidente AIOP, Paolo Vigolo, alla richiesta di un’intervista chiama al suo fianco, quale co-protagonista, Giuliano Vitale, dirigente della Sezione odontotecnica AIOP.
In virtù di questo dualismo, consegue una seconda specificità AIOP: sia i Congressi Internazionali sia i Meeting sono sempre molto affollati da rappresentanti di entrambe le categorie (per la cronaca molto numerosi anche a Riccione) mentre la terza peculiarità è indubbiamente l’internazionalità particolarmente evidente alla X edizione.
«Quest’anno a Riccione abbiamo portato il mondo - esultano Vigolo e Vitale – per confrontarlo con orgoglio all’odontoiatria protesica italiana, che nel mondo vanta un primato riconosciuto». Il carattere internazionale della rassegna si è dispiegata sotto forma di dieci delegazioni provenienti da altrettanti Paesi. Non solo quelli affacciati sul Mediterraneo, come farebbe pensare la denominazione del Meeting, tipo Isreale, Cipro, Turchia Francia, Kosovo e Slovenia, ma rappresentanze anche dalla Finlandia, Oman, Cina e addirittura dall’Australia.
Frutto indubbiamente di una sinergia vincente tra l’AIOP e l’International College of Prosthodontics (ICP) di cui è co-presidente, con Brian Fitzpatrick, un affermato professionista di Torino (dottor Mario Emilio Bresciano) ed espressa dal motto “AIOP meets ICP”. Secondo tale formula relatori italiani di valore (Gracis, Broseghini, Calesini, Poggio, Fabbri, Pera e Biscaro tanto per citarne alcuni), si sono alternati con noti stranieri (Fitzpatrick, Zitzmann, Smidt, Gross, Creuges) su argomenti definiti “di interesse primario” in ogni ambito della protesi. Racchiusi sotto l’etichetta di “strategie vincenti in protesi fissa” estrapoliamoli dal programma ufficiale:
- l’occlusione, per capire quali strumenti e schemi occlusali sono indicati clinicamente;
- la scelta tra denti e impianti, dalla letteratura alle evidenze cliniche;
- le complesse e stratificate interazioni tra protesi e ortodonzia per migliorare il trattamento dei casi semplici a complessi;
- la scelta della tipologia protesica più indicata per risultati e prognosi ottimali in protesi su impianti;
- le strategie per raggiungere il successo nel carico immediato delle riabilitazioni complete su impianti dal punto di vista dell’osteointegrazione ma anche e soprattutto dell’estetica e funzionalità.
Di analogo interesse le sessioni parallele più specifiche: quelle (ormai immancabili in ogni congresso) dedicate ai giovani (AIOP Young) ai quali la Dirigenza AIOP e l'"incoming President" Carlo Poggio dedicano grande attenzione per rinnovare le già corpose file degli iscritti, alla Digital Dentistry, all’AIOP Management per gli Assistenti di studio, tema più che mai attuale oggi dopo l’istituzione del profilo ASO, fino alla nuova sessione denominata AIOP Photography perché «in un mondo che cambia velocemente - commenta una nota - si sperimentano possibilità di narrazione fotografica alternative. Se la sola fotografia non può soddisfare tutte le esigenze documentarie, occorre guardare alla potenzialità delle videoriprese con nuovi protocolli e linee guida».
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