Il Forum sulla Formazione Continua del 24 e 25 novembre presenterà principalmente due novità importanti: una riguardante tutti gli operatori ed una più specificamente i liberi professionisti. La prima si ricollega al progetto sul Dossier Formativo Individuale, di cui la CNFC (Commissione Nazionale Formazione Continua) ha dato il via lo scorso luglio, con la possibilità per tutti gli operatori della sanità di accedere alla sua compilazione. Dal punto di vista di principio, l’introduzione del Dossier Formativo Individuale ha portato ad un cambio di filosofia radicale nel Sistema ECM: da un’acquisizione di crediti “quantitativa” (cioè qualunque credito è valido per il raggiungimento dei 150 triennali o 50 annuali a seconda dei casi) si è passato ad una “qualitativa” (cioè i crediti acquisiti devono essere inerenti al proprio ed effettivo ambito di lavoro).
Nell’ultima riunione della Commissione sono state approvate le varie regole applicative, che saranno presentate al Forum, un passaggio importante per rendere il Dossier Formativo Individuale uno strumento effettivamente utile in termini di serietà dell’aggiornamento e per raggiungere l’altro scopo del progetto: avere a disposizione riferimenti obiettivi allorché un provider dovrà fare la programmazione annuale. In questo senso potrà essere un valido aiuto.
La seconda novità va a rimediare ad una grande mancanza nel paniere formativo dei liberi professionisti, la Formazione sul Campo. Fino ad oggi la formazione per eccellenza dei liberi professionisti (ossia quando si frequenta lo studio di un collega più esperto) non era riconosciuta, a meno che non si parlasse di una struttura del SSN o accreditata. Con l’approvazione della delibera sarà possibile riconoscere dei crediti, anche se l’eventuale stage viene fatto presso uno studio privato, con possibilità di acquisire fino a 30 per evento (4 al mese per il tutor). L’altro fatto positivo è che in tal modo si risolve il problema dello status del frequentatore in caso di controlli dell’Ispettorato del Lavoro o della Finanza.
Questa delibera si colloca nell’ambito di un lavoro molto intenso, di tre anni ormai , del Gruppo dei liberi professionisti da me coordinato all’interno della Commissione, teso a far recepire delle proposte che danno senso a quel concetto di flessibilità più volte richiamato nell’Accordo Stato/Regioni (oltre alla F.S.C. per i liberi professionisti abbiamo ottenuto che l’acquisizione dei crediti sia svolta nel triennio invece che annualmente, inoltre ol riconoscimento dell’autoformazione, la libertà di scelta della modalità formativa, ecc. Manca ancora da definire il discorso sulle Best Practice.)
E’ una flessibilità di cui i liberi professionisti hanno assoluto bisogno per potersi confrontare nell’ambito del cosiddetto “libero mercato”, caratteristica che all’inizio mancava al Sistema ECM, anche perché sembrava destinato ai soli operatori del SSN. Per questo motivo le varie rappresentanze libero professionali, compresa la CAO Nazionale da me rappresentata nella Commissione, hanno sempre guardato l’ECM con occhio critico. La flessibilità deve comunque accompagnarsi ad un alto senso di responsabilità, come ricorda anche il suddetto Accordo, importante per mantenere gli obiettivi di qualità e di equità che stanno diventando il tallone d’Achille in un mondo odontoiatrico condizionato dal mercato e dalla cultura del sottocosto, di cui i vari accordi al ribasso ed un certo tipo di pubblicità sono effetti sotto gli occhi di tutti. Ne abbiamo parlato il 25 ottobre in un convegno organizzato come CAO di Milano.
Al di là di questi successi, mancano ancora parecchie cose da fare, soprattutto se si guarda l’intero sistema. Mi riferisco in primis ad un discorso che non attiene alla CNFC, ma al Ministero dell’Economia e cioè alla possibilità di detrarre i costi della formazione, questione da noi più volte posta come CAO Nazionale, rimanendo inascoltati. Questione che attiene all’intero sistema, bisognosa di soluzioni urgenti è anche la definizione di libero professionista, sempre più sfumata, che va a coincidere con figure classicamente ospedaliere.
C’è poi il rapporto tra liberi professionisti e SSN/SSR, perché spesso il SSN detta politiche sanitarie per tutti, senza però interagire con chi ne è fuori. Quindi il rapporto tra liberi professionisti e Ordini, alla luce di una normativa che ha associato all’obbligo dell’ECM un regime sanzionatorio contrastante con una filosofia ordinistica rivolta più a premiare che a punire. Il discorso è reso più delicato dal ruolo degli Ordini in questo Sistema, di cui sono garanti, ma anche operatori, seppur principalmente con una funzione armonizzatrice (il che significa sopperire a carenze formative quando, ad esempio, non vengano trattati argomenti importanti perché economicamente non allettanti).
Tornando alle novità, relative per la verità, è interessante registrare l’inizio, da qualche mese, dell’attività di controllo dell’Osservatorio, indirizzata alla qualità degli eventi organizzati dai provider. Non più controlli, quindi, solo di ordine amministrativo, diciamo così, ma anche su come viene fatta la formazione. Anche il Cogeaps (Consorzio Gestione Anagrafica delle Professioni Sanitarie), da qualche mese ha messo a disposizione la propria banca dati per permettere agli Ordini di certificare i percorsi formativi.
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