DT News - Italy - Test di ammissione firmati dal ministro: 9.513 per medicina e 792 per odontoiatria. Ma quanti diventeranno in realtà?

Search Dental Tribune

Test di ammissione firmati dal ministro: 9.513 per medicina e 792 per odontoiatria. Ma quanti diventeranno in realtà?

© shutterstock.com
m.boc

m.boc

lun. 6 luglio 2015

salvare

Un’agenzia dell’Adnkronos annuncia che sono stati firmati dal Ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, Stefania Giannini, i decreti che definiscono i contenuti e le modalità di svolgimento delle prove di ammissione ai corsi di laurea ad accesso programmato a livello nazionale: Medicina e Chirurgia, Odontoiatria e Protesi dentaria, Medicina in inglese, Veterinaria, Architettura, Professioni sanitarie. I posti disponibili sono: 9.513 per Medicina, 792 per Odontoiatria e 717 per Veterinaria. I decreti sono in via di pubblicazione sul sito www.istruzione.it, nella sezione Università.

Il comunicato sottolinea la diminuzione del numero dei quesiti “generalisti” per fare spazio ad un numero maggiore di domande specialistiche. Ulteriormente rafforzate inoltre le misure a tutela dell'anonimato dei partecipanti. I candidati potranno iscriversi alle prove dal 6 al 23 luglio 2015 attraverso la procedura presente sul portale www.universitaly.it. Anche per i test di quest’anno, in programma a settembre restano 60 i quesiti a cui i candidati dovranno rispondere in 100 minuti, mentre la ripartizione del numero di domande per ciascun argomento viene modificata in favore del numero dei quesiti delle materie “disciplinari”.

Nel test di Medicina e Chirurgia e Odontoiatria, rispetto allo scorso anno, le domande di Cultura generale scendono da 4 a 2, quelle di Ragionamento logico da 23 a 20, mentre passano da 15 a 18 le domande di Biologia, da 10 a 12 quelle di Chimica. Confermate le 8 domande di Matematica e Fisica. La stessa struttura è prevista anche per il test per i corsi di Medicina in inglese. Veterinaria prevede 2 domande di Cultura generale (erano 4), 20 di Logica (erano 23), 16 di Chimica (erano 14), 16 di Biologia (erano 13), mentre restano 6 quelle di Fisica e Matematica. Per le professioni sanitarie le prove sono predisposte dagli atenei. 204 I posti per Medicina in inglese per cittadini comunitari e non residenti in Italia e 101 per i non comunitari residenti all’estero.

La prova si svolgerà il 16 settembre 2015 in contemporanea in 17 paesi oltre all’Italia, dagli Usa al Qatar. I risultati dei test saranno pubblicati il 22 settembre 2015 per Medicina e Chirurgia-Odontoiatria, il 23 settembre 2015 per Veterinaria. La graduatoria di merito nazionale sarà diffusa il 7 ottobre 2015. Ecco infine il calendario delle prove: Professioni sanitarie 4 settembre 2015; Medicina e Odontoiatria (in lingua italiana) 8 settembre 2015; Medicina Veterinaria 9 settembre 2015; Medicina e Chirurgia in lingua inglese 16 settembre 2015.

Fin qui il comunicato dell’ADN Kronos. L’annuncio non può non richiamare il problema della pletora in Italia e delle ripetute “eccezioni” al numero chiuso, viste sotto forme di riammissioni di studenti con sentenze del Tar e inserimento di quelli provenienti da Università estere o italiane all’estero (es. Tor Vergata a Tirana). Per consultarsi sul come salvaguardare il principio del numero chiuso, ponendo così un argine all’afflusso dilagante a Medicina e a Odontoiatria già afflitte da una pletora attuale (Odontoiatria) e una prossima (Medicina) si è svolto il 26 giugno un “Tavolo” indetto dalla presidente FNOMCeO, Roberta Chersevani, al quale hanno partecipato Medici, Ministero, Università, quale «punto di partenza di un percorso da fare tutti insieme, in un clima di collaborazione e buona volontà», perché «se non si corre ai ripari ‒ ha spiegato Ezio Casale, delegato della FNOMCeO per la programmazione del fabbisogno di personale sanitario ‒ nei prossimi 10 anni saranno 25.000 i medici che non avranno alcuna possibilità di sbocchi occupazionali nel SSN». Dal Tavolo è emerso il linguaggio nudo e crudo dei numeri: «Diecimila ogni anno gli immatricolati a Medicina, secondo il numero programmato, ma altri 9.000 posti sono stati, negli ultimi cinque anni, resi disponibili a seguito dei ricorsi degli esclusi. Dei diecimila l’85% arriva alla laurea, ossia 8.500 medici l’anno, a fronte di 6000- 6500 posti nelle Scuole di Specializzazione e nel Corso di formazione in medicina generale.

Risultato? Un esubero annuale di 2.500 medici, destinato a crescere esponenzialmente», il che significa che «nei prossimi cinque anni – dice un comunicato riassuntivo FNOMCeO ‒ raggiungeranno le ventimila unità i giovani medici, laureati e abilitati, di fatto esclusi da ogni possibilità di inserimento professionale, non potendo avere accesso alla Formazione specialistica né a quella in Medicina Generale. Ai laureati in Odontoiatria almeno a quelli che desiderano lavorare nel SSN, non va per nulla meglio. Per partecipare ai concorsi la legge prevede, non solo per i medici ma anche gli odontoiatri, l’obbligo di un’ulteriore specializzazione. Peccato che questi ultimi non abbiano accesso alle borse di studio per la specializzazione, trovandosi quindi in posizione di disparità rispetto ai medici iscritti “anche” all’Albo degli Odontoiatri».

Dal Tavolo è emerso la proposta FNOMCeO di abbattere a 6500-7000 il numero degli accessi a Medicina, per soddisfare il turnover dei medici senza creare sacche di diso/sottoccupazione, in attesa di una revisione dei criteri di formazione secondo le esigenze di salute della popolazione. Il Tavolo ha anche affrontato tutti gli step della Formazione con relative criticità: dal corso di laurea (Progress test, Laurea abilitante) a quello di formazione in Medicina Generale e degli odontoiatri. Il rappresentante dell’Università, al Tavolo, Andrea Lenzi, Presidente della Conferenza permanente dei presidi dei Corsi di laurea ha auspicato una programmazione a livello europeo, già chiesta dalle rappresentanze sindacali degli odontoiatri. Giuseppe Renzo ha messo in guardia contro i previsti tagli orizzontali «per non penalizzare i corsi di laurea virtuosi, assimilati a quelli meno qualificati che non formano adeguatamente gli studenti» spingendosi fino a chiede «una pausa riequilibratice nelle iscrizioni».

Intanto in arrivo un altro segnale eloquente del trend in corso: sono sempre di più i giovani medici che richiedono il “good standing”, certificato necessario per esercitare all’estero. Ed per ogni giovane medico che se ne va si calcola che lo Stato per formarlo abbia speso in media 300 mila euro.

To post a reply please login or register
advertisement
advertisement