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Salute: per 1 italiano su 3 informazioni online

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lun. 15 ottobre 2012

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Il 32,4% degli italiani si serve di Internet per informarsi sulla salute: il 90,4% effettua ricerche su specifiche patologie, il 58,6% cerca medici e strutture cui rivolgersi, il 15,4% prenota visite ed esami attraverso la rete, il 13,9% frequenta chat, forum e web community su temi sanitari per lo scambio di informazioni ed esperienze, il 2,8% (che corrisponde allo 0,9% degli italiani) acquista farmaci online.

Quando si presenta un problema di salute, per il 73,2% degli italiani è più importante capire che cosa sta succedendo, più che trovare subito il rimedio più efficace (26,8%). Si tratta di un dato in aumento (nel 2006 la pensava così il 64,9%), che testimonia la crescente responsabilizzazione sanitaria individuale e la maggior partecipazione al percorso diagnostico e terapeutico. Questi dati (ne dà notizia il Sole XXIV Ore) provengonoda una ricerca del Censis nell’ambito delle attività del Forum per la Ricerca Biomedica, presentata a Roma.
Italiani più informati sulla salute?
Degli internauti che sfruttano la rete per motivi sanitari, il 97,6% utilizza i motori di ricerca come Google (spesso il 23,2%, qualche volta il 74,4%), il 73,2% consulta siti specializzati o scientifici (spesso il 14%, qualche volta il 59,2%), il 38,3% legge la sezione “Salute” dei quotidiani online, il 34,7% utilizza con questo scopo i social network, il 29,8% naviga nei siti istituzionali, col risultato che oggi gli italiani si definiscono in maggioranza (59,7%) molto o abbastanza informati sui temi sanitari. La principale fonte del bagaglio di conoscenze è il medico di Medicina generale (per il 55,6%), Internet (10,8%), i familiari e gli amici (10,1%), la televisione (5,9%), il medico specialista (5,8%), il farmacista (4%) e la carta stampata (3,6%).

I difetti della comunicazione sanitaria
Lo spazio dedicato dai mass media ai temi legati a benessere, stili di vita e bellezza appare eccessivo al 48,5% degli italiani, scarso invece quello dedicato alle malattie rare (lo pensa il 65%) e alla ricerca (60,1%). Tra i principali difetti della comunicazione sanitaria sui mass media c’è la complessità delle informazioni fornite (33,3% delle opinioni raccolte), l’enfatizzazione dei rischi per situazioni con un impatto reale minimo, come ad esempio nel caso dell’influenza aviaria (31,1%), la carenza di informazioni pratiche (27,2%), la leggerezza con cui talvolta vengono trattate le sperimentazioni, come terapie già disponibili (15,8%), il mancato aggiornamento (15%).

Il ruolo dei mass media
Il ruolo dei mass media appare ridimensionato nella determinazione dei comportamenti individuali. Meno di un terzo degli italiani traduce in pratica qualche volta le informazioni raccolte attraverso i mezzi di comunicazione (solo il 29,8%), mentre il 70,2% afferma di non avere mai adottato le indicazioni ricevute dai media. Al massimo, il 17,2% modifica il proprio stile di vita (corregge l’alimentazione, smette di fumare, si dedica all’attività fisica), il 15,3% decide di provare nuovi farmaci o prodotti per il benessere, l’8,6% di sottoporsi a un controllo medico.

Ma il medico è sempre il medico
L’importanza del rapporto tra il medico e il paziente nel definire il percorso clinico viene riconosciuta tanto che una cattiva comunicazione tra operatori sanitari e malati avrebbe forti conseguenze in termini di ritardi nella prima diagnosi (lo pensa il 92,2%), nello stabilire la terapia più efficace (91,3%), arrecando al malato danni psicologici come ansia o depressione (85,7%), causando la prescrizione di trattamenti sbagliati (85,1%). E il 63,4% degli italiani ritiene che anche nel caso in cui si sia colpiti da una malattia grave, il medico dovrebbe comunicare la diagnosi direttamente al paziente, perfino nei casi peggiori. Sull’atteggiamento del medico in relazione al paziente, per il 41,1% degli intervistati dovrebbe avere idee chiare e convincere il paziente sul da farsi. Per il 41,7% dovrebbe ascoltarlo e adattargli le soluzioni del caso. Per il 17,2% dovrebbe invece soprattutto tranquillizzarlo ed evitare che possa adottare comportamenti scorretti.

Fonte: Sole XXIV ore

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