DT News - Italy - Rini: «No a false nostalgie, ma dobbiamo recuperare la capacità di creare fiducia e affidamento»

Search Dental Tribune

Rini: «No a false nostalgie, ma dobbiamo recuperare la capacità di creare fiducia e affidamento»

Maria Sofia Rini

Maria Sofia Rini

mar. 13 febbraio 2018

salvare

Il DDL Lorenzin, approvato in via definitiva il 22 dicembre 2017 contempla gravi pene per chi esercita abusivamente una professione sanitaria. La nuova norma sembra aggravare quella precedente, introducendo un regime sanzionatorio più pesante ma anche differente. Chi prima era condannato per esercizio abusivo della professione rischiava max sei mesi, periodo riducibile con attenuanti e riti premiali fino a due mesi. Ora la pena minima è di 6 mesi elevabile sino a 3 anni. Le multe sono salatissime (fino a € 50.000). Ma leggiamo cosa in merito all’abusivismo dice Sofia Rini, odontologa forense universitaria e neo presidente dell’Oelle in una nota paradossale che suscita riflessione.

Qualche anno fa due sorelle arrabbiate mi sottoposero il caso dell’anziano padre che, “in cura” da sempre presso un odontotecnico, era giunto troppo tardivamente alla diagnosi di carcinoma orale, tanto tardivamente da non poter sperare in nulla. Rabbia, preoccupazione, desiderio di risarcimento, ma anche reticenza a “rovinare” colui che in fondo, era diventato un amico, avendo “curato” l’anziano signore per trent’anni.

Certo avrebbe potuto accorgersene prima, ma in fondo, era una “brava persona”. Apprendendo la notizia l’odontotecnico si era subito preoccupato del suo “paziente”, aveva suggerito nomi di professionisti esperti in materia, era andato a trovarlo in ospedale, gli aveva anche riparato gratis la dentiera! Dopo tutto, il padre delle due sorelle non aveva tanti soldi e loro volevano assicuragli una fine più serena, con il conforto di tutto ciò che era necessario.

L’abusivo aveva coccolato il suo “paziente”, un po’ per interesse, certo, ma anche per quel sentimento di simpatia e di condivisione del dolore conseguente ad un rapporto amicale datato nel tempo. Morale? Il prestanome si è accordato con le figlie, hanno transato e la faccenda si è chiusa. Una storia come tante di un rapporto nato in passato e mantenuto nel tempo, di una presa incarico clinica non a norma di legge, non etica, né giusta, ma comunque un rapporto non con un numero, ma con un “paziente” con chi non lo potrebbe avere.

Oggi tutto è cambiato. I vecchi abusivi stanno scomparendo, non esistono quasi più e chi non ha soldi si rivolge alla “grande distribuzione” di salute e di cure odontoiatriche, non sempre economica o low cost, ma gestita da manager e da imprenditori: anonima, distaccata, commerciale. Catene di montaggio erogatrici di prestazioni, cure, estrazioni, all-on four, all-on-six, Toronto! Società che cambiano, chiudono e rinascono, professionisti che lavorano a cottimo e per periodi limitati, spostandosi da un centro all’altro.

Centri e Società sono spesso caratterizzati da un frequente ricambio del personale medico-odontoiatrico (spesso neo-laureati), dove non è facile capire chi ha fatto cosa e a chi. Non esiste il paziente, c’è l’utente il cittadino, il numero: il “rapporto di cura” è defunto, non è più lo stesso. Prima, nel bene e nel male, nonostante l’abusivato, esisteva un rapporto umano, anche se non definibile, di cura, che si basava su una conoscenza datata nel tempo.

Oggi sempre più di frequente le prestazioni sono erogate da professionisti abilitati, ma anonimi, asettici, fenomeno impossibile da immaginare solo un decennio fa. Unico riferimento, l’addetto commerciale. Oggi l’abusivismo non si può certamente giustificare, ma occorre comunque recuperare un’umanità diversa, perché il tempo ha cancellato il rapporto umano. I vecchi abusivi si facevano carico dei “pazienti”, creavano complicità, coccole e prese in carico, anche se non potevano farlo e gli stessi “pazienti” magari erano anche consapevoli dell’illeceità e dei rischi, ma pochi denunciavano. Oggi invece il contenzioso cresce e gli errori non si giustificano più.

Chiediamoci cosa e perché è cambiato e riflettiamo senza falsa nostalgia. Siamo odontoiatri veri, legalmente autorizzati all’esercizio di una professione, ma dobbiamo con modestia recuperare capacità di creare un rapporto di fiducia e di affidamento: ebbene, “si può fare!”

Tags:
To post a reply please login or register
advertisement
advertisement