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Prima proiezione del fatturato dentale: una crescita strutturale

Panel di proiezione del +9% relativa alle vendite di un campione molto rappresentativo di distributori italiani.
R. Rosso

R. Rosso

gio. 16 febbraio 2017

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Dopo un lustro a dir poco difficile, dal 2009 al 2013, il nostro paese vive nuovamente una fase di crescita strutturale per ciò che riguarda consumi e investimenti nel settore dentale. Un settore che vale circa 1,2 miliardi di euro, considerando i fatturati delle aziende in Italia e non il mercato delle prestazioni odontoiatriche.

Con grande prudenza abbiamo voluto attendere la chiusura del 2016 prima di poter affermare in modo inequivocabile che tutti gli indicatori marcano la definitiva uscita dalla fase recessiva, ed è per questo che possiamo parlare effettivamente di “crescita strutturale”. Il 2016 è stato, infatti, l’anno di maggior sviluppo dell’ultimo decennio, con una proiezione del +9% relativa alle vendite di un campione molto rappresentativo di distributori italiani, denominato “Panel”.

Questi dati di tendenza sono il consolidato di un campione della distribuzione e dell’industria e consentono una proiezione significativamente attendibile. Come sempre, nel mese di maggio – grazie alla chiusura definitiva della ricerca Sell-out Analysis e al fondamentale contributo dello Studio di Settore UNIDI – sarà possibile fornire i dati di chiusura definitivi del comparto. L’appuntamento di presentazione è come sempre a Rimini, in occasione dell’Expodental Meeting.

Cerchiamo ora di analizzare e comprendere l’entità della crescita che stiamo osservando, per evitare di giungere a eventuali conclusioni fuorvianti. Per questo motivo occorre innanzi tutto suddividere i fatturati relativi ai consumi, strettamente legati alla domanda di prestazioni odontoiatriche, e quelli connessi agli investimenti in apparecchiature che, come abbiamo scritto più volte, sono correlati al clima di fiducia che caratterizza gli operatori, o a fattori di stimolo esterni, sono state proprio le tecnologie a incidere maggiormente sullo sviluppo del comparto, sia in ambito clinico che di produzione protesica.

Riguardo a clima di fiducia e stimoli esterni, in questo caso non possiamo non tenere in conto l’impatto sugli investimenti che ha senz’altro avuto il super ammortamento della legge finanziaria del 2015, che ha premiato – e continua a premiare – gli investimenti in apparecchiature con un 140% di ammortamento fiscale che riduce oggettivamente il costo del bene.

Chiaramente in assenza di un certo ottimismo sulle prospettive future il super ammortamento non avrebbe certo avuto la stessa influenza sugli investimenti, ma non si può negare che questo fattore, esogeno rispetto alle dinamiche di settore, abbia senz’altro accelerato la decisione di acquisto ni nuove tecnologie e, dal 2018, potremmo trovarci di fronte a una sorta di “rimbalzo tecnico” negativo, che non dovremo considerare come recessivo, ma come fisiologico.

Dal punto di vista strutturale, appare ben più solida la crescita nei consumi che, pur attestandosi tra i 4-5 punti, non va assolutamente sottovalutata, poiché indica una vera e probabilmente duratura ripresa del settore, confermata anche dalle analisi sulle quantità vendute dei principali prodotti e dispositivi di uso quotidiano.

Assistiamo quindi a un aumento anche dei pazienti e dei trattamenti odontoiatrici, che sembrano tornare a frequentare gli ambulatori odontoiatrici con maggior frequenza.

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