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Prevenire gli errori odontoiatrici (e loro conseguenze legali)

Stuart Oberman.
Stuart Oberman, Esq.

Stuart Oberman, Esq.

gio. 9 giugno 2011

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Il contenzioso per pratiche odontoiatriche erronee, o ritenute tali, è in aumento. Ora più che mai i dentisti hanno bisogno di gestire correttamente il problema dei rischi professionali, per evitare conseguenze legali. Si devono stilare registrazioni accurate, i pazienti devono essere debitamente informati e attivamente coinvolti nel trattamento. Applicando queste semplici linee guida, il rischio di azioni per “malpractice” professionale si riduce notevolmente.

Terminologia giuridica
I dentisti devono possedere una conoscenza base della terminologia giuridica, per diminuire le probabilità di reclami nei loro confronti. In un’azione avente per oggetto uno o più errori professionali, l’accusa comune è la negligenza. Per dimostrare che un dentista è stato negligente, il paziente deve basarsi su quattro elementi: in primo luogo, deve dimostrare che l’odontoiatra avrebbe dovuto usare la dovuta diligenza. In seconda battuta, una volta che venga accertata la prima condizione, il paziente deve dimostrare che il dentista abbia violato tale obbligo. In terzo luogo, deve esserci un danno per il paziente. Infine, suddetto danno deve essere causato da un’inadempienza nel corso del trattamento.
La maggior parte dei dentisti è consapevole del fatto di dover rispettare i protocolli. Molte azioni legali sostengono semplicemente che il dentista non li ha onorati. Il livello di cura per un dentista è quello d’attenzione che ci si aspetta da un professionista ragionevolmente competente, che agisca in circostanze analoghe. Importante segnalare che il livelli di cura si basano sulla preparazione media, non su quella specialistica o su una piccola percentuale dei dentisti migliori a livello nazionale.
Lo standard di cura si basa sul livello su cui un dentista prudente, con stessa formazione ed esperienza, può operare in circostanze analoghe.

La cosiddetta regola del “last-clear-chance”, traducibile con “l’ultima chance per ovviare a un danno”, dice che se il dentista ha informazioni da altra fonte medica che egli stesso sa (o dovrebbe sapere) non essere corrette, se ne assume la responsabilità qualora, basandosi su tali informazioni, il paziente ne tragga danno, visto che il dentista potrebbe evitarglielo.
La maggior parte dei dentisti ha familiarità con il consenso informato, elemento di cura necessario del paziente e, al tempo stesso, anche un principio semplice.
I professionisti possono scegliere di non dare troppe informazioni ai pazienti, presumendo che se hanno interesse a volerne sapere di più, porranno essi stessi le loro domande, confermando la propria fiducia al curante perché esegua al meglio il trattamento previsto, senza quindi metterlo in discussione. Potrebbero, tuttavia, avvalersi della mancanza del consenso informato e avviare un’azione legale. I pazienti devono essere informati per quanto riguarda il trattamento proposto e i benefici, sui rischi che potrebbe comportare, sui trattamenti alternativi, su prognosi e costi dell’operazione proposta. Per consentire un determinato trattamento, il paziente dovrà essere ben informato. La relazione medico-paziente non potrà che migliorare se il paziente sarà in grado di apprendere cosa realisticamente aspettarsi da una determinata procedura.

Pratica di gestione del rischio
I dentisti, come noto, devono tenere un registro accurato e completo di ogni paziente, documentarne il consenso e dimostrare che abbia compreso la portata del trattamento proposto. Una volta che un’azione legale è stata avviata, potranno meglio difendersi se avranno dato seguito a queste cautele. Tuttavia, devono attivarsi di più in Studio per evitare tali azioni. Se il paziente è libero di prendere le migliori decisioni in merito alla sua salute, il dentista che lo coinvolgerà nel piano terapeutico avrà un paziente più consapevole e meno propenso ad avviare una possibile azione legale nei suoi confronti, in caso di danno. Nel coinvolgerlo nel piano di trattamento, il dentista lo informa delle soluzioni esistenti, dei pregi e difetti di ciascuna terapia, lasciando a lui la scelta di quello che meglio si potrebbe adattare alle sue esigenze.
Si dice spesso che la figura centrale di un’azione di risarcimento per danni è lo stesso professionista. La fiducia, infatti, è un elemento base nel rapporto tra il medico e il paziente. Questi dovrebbe vedere nel professionista una figura affidabile e preparata, e si può giungere a tale risultato coinvolgendo il paziente nel piano di trattamento, perché il dentista sarà meno soggetto ad essere convenuto in giudizio da un paziente che lo conosce e si fida di lui. È bene, quindi, che i dentisti conoscano i bisogni dei loro pazienti e tengano ben presenti i loro interessi. Ad esempio, possono avere problemi particolari di salute o di carattere economico. Pertanto, gli odontoiatri potrebbero proporre loro una cura per gradi o ipotizzare condizioni di pagamento più accettabili, il che non farà che accentuare il rapporto fiduciario. Importante saper promuovere la propria capacità con il paziente, ma si dovrebbero evitare millanterie, ossia affermazioni a carattere promozionale che esprimono un punto di vista individuale più che uno stato di cose oggettivo, affermazioni con punte d’esagerazione che nessun essere ragionevole prenderebbe troppo alla lettera.
Quando di parla del risultato auspicabile di un trattamento odontoiatrico, si dovrebbero evitare dichiarazioni tipo “la canalizzazione non dovrebbe presentare troppi problemi” oppure “è un trattamento che non comporta dolore” o ancora “dopo la cura il dente sembrerà più bello”, perché ciò può far nascere aspettative (anche irragionevoli) nel paziente, tramutabili poi in una delusione o in causa potenziale. In aggiunta, dopo aver eseguito su paziente un trattamento a carattere invasivo, è buona cosa che il dentista si accerti delle condizioni successive del paziente, magari con una telefonata. Un comportamento che non solo contribuisce a creare fiducia, ma mette in guardia il dentista nel caso il paziente debba affrontare un imprevisto cui il professionista può porre rimedio.
Se invece i problemi rimangono insoluti, si accresce il rischio potenziale di una causa legale. Con una conoscenza più approfondita delle azioni di risarcimento per negligenza professionale, e seguendo dei semplici suggerimenti per gestire le relazioni con i pazienti in Studio, dovrebbe essere più facile per i dentisti evitare le spese di un giudizio. Inoltre, nel coinvolgere i pazienti nelle decisioni riguardanti il loro trattamento, il professionista è in grado di acquisire la fiducia di ogni paziente, e quindi ridurre la azioni legali “contro” di sé, per una maggior protezione sua e del suo Studio.
Stuart Oberman, Esq.

Autore
Stuart Oberman ha maturato grande esperienza nella rappresentanza dei dentisti nel corso della stipula di accordi di partnership odontoiatrico. Ha contribuito alle creazione di società, sperimentato il leasing commerciale, la creazione di Enti (e società limitate). Inoltre, ha condotto transazioni immobiliari, applicato leggi sull’impiego, l’amministrazione della proprietà, la salvaguardia del personale ed altre operazioni che un dentista deve affrontare nel corso della sua carriera.
Contro le frodi in Studio
Stuart Oberman è stato invitato a tenere una conferenza presso la Scuola di Medicina Henry Goldman dell’Università di Boston il 27 giugno prossimo. Sarà un qualificato relatore in un corso di formazione continua dal titolo “Come impedire le truffe nello Studio odontoiatrico”.
 

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