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Presentata a Roma l’indagine congiunta Aio Eurispes sui Fondi sanitari integrativi e l’Odontoiatria

Gian Maria Fara e Pier Luigi Delogu durante la presentazione dell’indagine congiunta Aio Eurispes.
m.boc

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ven. 23 settembre 2016

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Qual è il peso dei fondi sanitari integrativi in Italia rispetto al mondo? E quale, in essi, quello dell’Odontoiatria? Quali i meccanismi di formazione delle tariffe? E le principali patologie coperte? Quali i margini di sviluppo dei Fondi? Cosa dovrebbe fare lo Stato per venire incontro ai cittadini meno abbienti nella copertura delle prestazioni odontoiatriche?

A questi non facili interrogativi si propone di rispondere il rapporto Aio Eurispes intitolato “L’Assistenza integrativa in Odontoiatria” presentato a Roma, nel nobile Palazzo Passarini Falletti di via Panisperna, la mattina di giovedi 22 settembre. Un tentativo riuscito. L’illustrazione fatta da Gian Maria Fara, presidente dell’Eurispes, istituto di Studi Politici Economici e Sociali da lui fondato e presieduto, ha spaziato infatti su questi temi corroborandoli di cifre, grafici e tabelle mentre la successiva relazione di Pier Luigi Delogu, presidente dell’Aio e ispiratrice del rapporto, si è dilungata soprattutto sulla formazione delle tariffe, passaggio che Delogu raccomanda ai Fondi di non compiere senza confrontarsi con gli odontoiatri.

Le premesse dell’indagine e dei quesiti cui si è proposta di rispondere risalgono alla Riforma dell’SSN del 1978 che ha lasciato buona parte dell’assistenza odontoiatrica sulle spalle dei pazienti, dove permane tuttora. L’indagine si concentra pertanto sui Fondi che negli ultimi 20 anni stanno subendo un vero boom, a fronte delle carenze in ambito odontoiatrico (e non) del servizio pubblico, della crescita della coscienza assicurativa, e non ultimo della fidelizzazione che lega in genere il paziente al proprio dentista, fenomeno che appare assai più marcato che nelle altre specializzazioni. Variabili nell’offerta, legati a contratti di categoria, alle agevolazioni offerte dalle imprese ai propri dipendenti ed estesi su base nazionale più che locale, sono in netta crescita così come sono le convezioni degli studi preoccupati per il “low cost” ed il calo dei pazienti, fenomeno che dall’indagine emerge chiaramente.

Oggi poco conosciuti i Fondi hanno una caratteristica comune: “La voglia di aprirsi ad un tavolo con gli erogatori di prestazioni”, cioè con i dentisti, cosa che non succedeva in passato. Delogu ha riferito l’esito di contatti informativi avuti con vari Fondi, alcuni molto “corposi” come l’Enpam, il Fondo Cna, l’Inarcassa, l’Adiconsum, il Fondo della Cisl, della Reale Mutua, ecc. Anche se, per sedersi allo stesso tavolo, occorre superare la principale obiezione che la categoria muove al loro operare: ossia che lasciano pochi margini ai dentisti , mettendo a rischio la qualità della prestazione e l’autonomia del professionista. Talmente sentita questa necessità di dialogo che l’Aio incentrerà sul tema il suo prossimo Congresso politico (il VI) in programma il 2 dicembre 2016 a Roma in una sede significativa come può esserlo il Ministero della Salute.

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