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Per l’ANTLO non ci sono altre vie per regolamentare il nuovo profilo dell’odontotecnico: basta la 43/2006

ANTLO

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gio. 4 settembre 2014

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Il CONAPS (Coordinamento Nazionale Professioni Sanitarie) ha preso ufficialmente posizione contro alcuni maldestri tentativi che intendono regolamentare nuove professioni sanitarie attraverso il DDL Lorenzin, attualmente in discussione al Senato.

Tali tentativi contravvengono infatti quanto stabilito dalla Legge 43/2006 (Disciplina della professioni sanitarie) che – è bene rammentarlo ancora una volta – è richiesta dal Consiglio di Stato nell’aprile 2002 per attuare quanto inopinatamente fu disposto dalla modifica del Titolo V della Costituzione nel 2001 che bloccò all’ultimo step l’approvazione del profilo dell’odontotecnico, secondo quanto allora disponeva il DLGS 502/92.

Il CONAPS ha ribadito opportunamente quanto ANTLO va dicendo durante l’attuale mandato degli organi sul profilo dell’odontotecnico: esiste una sola via per regolamentarlo tra le professioni sanitarie e cioè quanto prevede la Legge 43/2006. Tra l’altro, un tratto dell’iter previsto dall’art. 5 di tale legge è stato già compiuto con il parere positivo dell’apposita Commissione istituita presso il CSS nel giugno-luglio 2007; rimane da compiere il tratto successivo. Negli ultimi cinque anni, invece, si è assistito ad un proliferare di iniziative e azioni incoerenti, destituite di ogni fondamento giuridico, talvolta addirittura fantasiose non servite se non a dare inutile visibilità e fatuo protagonismo a quanti hanno invece dimostrato una non conoscenza, per non dire incompetenza, del profilo, tanto più grave se rapportata al livello di responsabilità sindacale ricoperto.

Sarebbe opportuno quindi – parafrasando un celebre detto – che ci si svegli anche e soprattutto in materia di profilo dal “sonno della competenza” (che, come quello della ragione, genera mostri) e ci si regoli di conseguenza, senza esaltarsi per i 4° 5 “mi piace” di amici e/o parenti più stretti su Facebook. Il profilo non rappresenta oggi il “problema prioritario” degli odontotecnici ma una battaglia per la dignità della categoria. Sarebbe auspicabile che tutti lo perseguissero con maggior serietà e competenza e soprattutto con la massima discrezione possibile.

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