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“Partito” il Mese della prevenzione orale ANDI Mentadent, 36° edizione

Gianfranco Prada, presidente ANDI
m.boc

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ven. 7 ottobre 2016

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Quest’anno con ottobre, divenuto “mese della prevenzione dentale”, tout court, si celebra la 36° edizione senza soluzioni di continuità dell’iniziativa ANDI Mentadent. Un traguardo di tutto rispetto, che qualcuno ha definito “appuntamento ormai fisso delle famiglie italiane con il dentista”, varato dalla maggiore Associazione di dentisti italiani in unità di intenti con Mentadent.

Mese della Prevenzione Dentale a buon diritto, perché in questo mese si può richiedere gratuitamente ad uno dei 10 mila professionisti ANDI aderenti (su oltre 24 mila) un check up dentale gratuito. Basta chiamare il numero verde 800.800.121 o navigare sui due siti www.andi.it e www.mentadent.it.
In seguito si può anche stabilire un programma di prevenzione a tariffe prefissate (fluoroprofilassi 80 euro, detartrasi 70 euro, sigillatura dei solchi per ogni dente 30 euro).La prevenzione, in Odontoiatria, si sa, è indubitabilmente essenziale. Quindi per non “abbassare la guardia” l’ANDI ribadisce la sua proposta a marzo con un “secondo mese preventivo” ispirato al modello di ottobre. Essendo passati oltre 35 anni dall’avvio della meritoria campagna (quasi un Guinness dei primati) sembra il caso di parlarne con Gianfranco Prada, attuale Presidente ANDI, per tentare assieme un bilancio.

Il Mese della Prevenzione Dentale - dice Prada - parte verso la fine degli anni ‘70, dalla volontà di AMDI (antico nome di ANDI ndr) di sensibilizzare la popolazione verso la prevenzione dentale. Per farlo venne istituita la Commissione di Prevenzione Stomatologica nominando come coordinatore il prof. Carlo Guastamacchia. Fu merito di quel gruppo di professionisti se nacque il MdP e venne lanciato il famoso slogan "Prevenire è meglio che curare", diventato poi patrimonio comune di tutte le campagne preventive promosse nel Paese. Il bilancio di questi 36 anni non può essere che positivo, grazie al Mese della Prevenzione, all’attività dei dentisti volontari (anche quest'anno oltre 10.000) ed al supporto di Mentadent/Unilever, le campagne pubblicitarie connesse hanno convinto i cittadini a considerare il valore della prevenzione e gli atti concreti conseguenti (come ad es. lavarsi i denti dopo ogni pasto).

Ritiene che la consapevolezza della prevenzione sia aumentata non solo nei pazienti ma anche negli operatori, specie nei professionisti, interpellati in prima persona?
I dentisti ANDI da sempre fanno prevenzione. Una parte dei cittadini italiani ancora oggi considera necessario farsi visitare solo quando ha dei dolori in bocca o dei problemi, ma la maggioranza ha finalmente capito l’importanza del controllo. E questa mentalità la rileviamo soprattutto in quelle situazioni, come il tradizionale studio monoprofessionale, dove si è instaurato il rapporto di fiducia tra dentista e paziente e una concreta alleanza terapeutica. Recenti dati del Servizio Studi ANDI evidenziano come in questi studi oltre il 60% delle prestazioni erogate in un anno sono dedicate alla prevenzione ed alle piccole cure. I cittadini hanno poi capito un altro fondamentale concetto in questi anni di crisi economica e cioè che mantenere una buona salute orale è anche la migliore forma di risparmio.

Più francamente: i dentisti, almeno quelli che aderiscono alla campagna, hanno preso l'abitudine di guardare con attenzione tutta la bocca e non solo il dente?
Gli odontoiatri sono prima di tutto medici e per questo ogni volta che un nostro paziente apre la bocca noi valutiamo tutti i possibili rischi patologici presenti. E questo avviene naturalmente anche durante le visite gratuite del Mese della Prevenzione Dentale, così come durante le iniziative ANDI legate all'Oral Cancer Day. Ovviamente non si cerca di intercettare solo gli elementi cariati ma anche la malattia parodontale, si guarderà con sospetto eventuali lesioni che possono essere un segnale di problemi tumorali. Anche la scelta di dare la possibilità al paziente di fruire di prestazioni di prevenzione usufruendo di tariffe concordate ed in caso di problemi da tenere sotto controllo di rivederlo, sempre gratuitamente, nel mese di marzo, sono la dimostrazione concreta dell’attenzione del progetto verso la prevenzione della salute orale a 360°.

Dalle statistiche emergono dati in positivo?
È sempre difficile effettuare durante il Mese della Prevenzione una indagine epidemiologica completa. Dai dati seppure parziali rilevati in questi anni si è notato una drastico calo della carie tra i minori. Negli anni Ottanta, quando siamo partiti, in una regione “ricca” come la Lombardia il DMFT (Decayed Missing Filling Teeth, ossia l’indice di patologia orale ndr) arrivava a 6,9, il che significa in media quasi 7 denti attaccati dalla carie. Per quanto riguarda invece gli adulti, la media nei Paesi occidentali (OCSE) nel 1980 era di DMFT 4,7 e l’Italia registrava punte più alte. Negli anni 2000 il quadro generale è migliorato: gli obiettivi posti dall’OMS per il 2000 - DMFT uguale o inferiore a 3 a 12 anni e 50% dei bambini esenti da carie a 6 anni - sono stati pienamente raggiunti (in Italia il DMFT dei dodicenni è di poco superiore a 2). Dimostrazione dell’ottimo lavoro svolto dal Mese della Prevenzione ma soprattutto dal nostro modello di assistenza odontoiatrica basato sul dentista privato monoprofessionale presente su tutto il territorio.

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