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I ricercatori dell’Otto-Schott-Instituite per la chimica del vetro di Jena (Germania) hanno realizzato un nuovo tipo di vetro-ceramica con una struttura nanocristallina, adattabile all’utilizzo in odontoiatria. La resistenza del materiale è 5 volte maggiore del corrispondente usato per le protesi in ceramica.
La sostanza più dura del corpo umano è mossa dai muscoli più forti: quando si morde una mela, sulla superficie dei denti si applicano forze enormi: “Ciò che lo smalto naturale del dente deve sopportare, vale anche per protesi dentarie, inlay o per i ponti, i quali, d’altra parte, si comportano come denti sani” dice il Prof. Christian Rüssel, chimico del vetro, che col suo team ha realizzato la sostanza. I materiali in ceramica utilizzati finora non sono adatti ai ponti perché spesso non hanno resistenza sufficiente. I vetro-ceramica si contraddistinguono per l’enorme resistenza dovuta al magnesio, all’alluminio e all’ossido di silicio. “Abbiamo raggiunto una resistenza 5 volte maggiore di quella con le protesi in ceramica oggi disponibili” dice Rüssel. Per qualche tempo l’equipe di Jena ha lavorato sulla ceramica ad alta resistenza per utilizzarla in altri ambiti. Ad esempio come base per nuovi ed efficienti dischi rigidi per computer. “Oltre a nuove caratteristiche ottiche - Rüssel ne è convinto - per questo materiale si apre un nuovo campo di applicazione anche in odontoiatria”. Per essere usato nelle protesi, il materiale deve essere visivamente simile al dente naturale, quindi la giusta tonalità di colore è fondamentale. “Lo smalto è in parte trasparente. Così dovrebbe essere la ceramica”, dice Rüssel. Per raggiungere tali caratteristiche, il nuovo vetro-ceramica viene prodotto seguendo uno schema preciso per quanto riguarda le varie temperature. Prima, i materiali di base sono fusi a circa 1.590 °C, poi raffreddati e tagliati finemente. In seguito, il vetro viene fuso e di nuovo raffreddato. I nanocristalli infine vengono generati a una temperatura controllata di circa 1.000 °C. “Tale procedura determina una cristallizzazione essenziale alla resistenza del prodotto” spiega. Tuttavia, tecnicamente il confine è assai sottile perché se un materiale si cristallizza troppo intensamente disperde la luce, diventa opaco, assumendo un aspetto gessoso. Il segreto del vetro-ceramica di Jena risiede nella dimensione ridotta dei suoi nanocristalli, in genere al più 100 nanometri. “Sono troppo piccoli per disperdere la luce –osserva il ricercatore – la ceramica diviene quindi trasparente come un dente naturale, estremamente resistente e facile da colorare. Inoltre, chimicamente è molto resistente. Essendo più duro di un dente naturale, potrebbe risultare uno svantaggio”. “Il costo di produzione del vetro-ceramica - ha dichiarato Russel a Dental Tribune Ondine – ricadrà probabilmente solo in modo trascurabile sul paziente.” Varie le reazioni positive soprattutto dall’industria del dentale. Molto lavoro ancora tuttavia deve essere fatto prima che si possa usare il nuovo vetro-ceramica per le protesi. “La tavolozza dei colori più comuni dei denti deve ancora essere resa disponibile. Di qui l’esigenza di migliorare il materiale in termini di tonalità” ha detto Rüssel.
Lo studio è stato pubblicato sul numero di Febbraio del Journal of Biomedical Materials Research.
L'articolo è stato pubblicato sul numero 4 di Dental Tribune 2012 Italy.
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