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Nella placca sopragengivale informazioni utili per la prevenzione della carie

Grazie a una ricerca si è scoperto che la placca sopragengivale ha in sé potenziali informazioni tassonomiche e funzionali utilizzabili per prevenire la carie nell’odontoiatria della prima infanzia. (Fotografia: Tewan Banditrukkanka/Shutterstock)

mer. 18 aprile 2018

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Alexandria (Usa) - Proteggere i bambini contro il precoce insorgere della carie è qualcosa che tutti i dentisti dovrebbero considerare come priorità. Secondo i risultati di un recente studio americano, la placca sopragengivale conterrebbe informazioni potenzialmente utilizzabili nella prevenzione della carie infantile (ECC), che si crede potranno fornire un ulteriore approfondimento sul suo insorgere.

«Con tale ricerca abbiamo cercato di caratterizzare la composizione del microbioma sopragengivale dei bambini di età prescolare in varie situazioni: “senza carie”, con “patologia in corso di guarigione” e “non trattata”» ha detto il responsabile della ricerca Kimon Divaris, professore associato alla Chapel Hill School of Dentistry, University of North Carolina, (Usa).

Il gruppo di studio consisteva in 118 bambini di età tra i 3 e i 5 anni iscritti allo ZOE 2.0, studio epidemiologico genetico attuato in una comunità del North Carolina. Gli esaminatori hanno rilevato carie a livello superficiale usando criteri modificati della International Caries Detection and Assessment System classificando quindi i bambini in “privi di carie” o “guariti” o “non trattati”. Hanno quindi raccolto campioni di placca sopragengivale dal gruppo di studio, congelandoli, elaborandoli e sottoponendoli a una sequenza del genoma, per determinare la sequenza completa del DNA del materiale genetico di un organismo.

Di conseguenza, i ricercatori hanno identificato 85 generi batterici e 201 specie batteriche – 185 delle quali identificate come agenti cariogeni. Secondo i risultati, sono state rilevate notevoli differenze fra i tre gruppi:

1) senza carie - Streptococcus intermedius e Capnocytophaga;

2) patologia trattata - Actinomyces odontolyticus e Streptococcus australis;

3) non trattata - Streptococcus mutans.

«Questa conoscenza è fondamentale per lo sviluppo di una medicina di precisione e per gli approcci odontoiatrici (diagnosi, prevenzione e trattamento). Nostro obiettivo a lungo termine – dichiara Divaris – è caratterizzare a livello molecolare salute orale e patologie; in altre parole definire tracce tassonomiche o funzionali presenti nella placca sopragengivale che denuncino la disbiosi associata all’ECC, prima dello sviluppo clinico».

Intitolato “Metagenomics of early childhood oral health and early childhood caries” lo studio è stato presentato il 22 Marzo a Fort Lauderdale (Florida) al 47mo Meeting della American Association for Dental Research da Divaris e ZOE 2.0, (co-ricercatori Andrea Ferreira-Zandona e Jeannie Ginnis, anch’essi dalla University of North Carolina) presso la Chapel Hill School of Dentistry.

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