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L’Accademia di Medicina di Torino rende omaggio ai 90 anni di Remo Modica

Remo Modica (al centro) a un recente incontro alla Dental School di Torino.

mer. 18 giugno 2014

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È un genere di cerimonie che sfugge difficilmente alla retorica. Invece nell’autorevole Accademia di Medicina di Torino, ieri, sono state commozione e stima autentica a fare da padrone all’evento, ossia alla festa per i 90 anni di Remo Modica, fondatore a Torino della Specialità di Chirurgia Maxillo-facciale. Diversi tra allievi d’antan e cattedratici vari (ma anche molti giovani) sono venuti a rendere omaggio al “Maestro” infoltendo la severa sala al primo piano, testimone di tante ricorrenze legate all’“Alta Medicina”.

Omaggio non solo verbale. Al di là delle commemorazioni e dei discorsi celebrativi, quale miglior modo, infatti, per onorare Modica, se non facendo illustrare agli “allievi dei suoi allievi” casi scientifico-pratici significativi della loro attività? A presentarli a un pubblico attento e partecipe, Giulio Preti, fondatore della Dental School ed erede accademico di Modica, oltreché allievo per antonomasia del Maestro, Maestro lui stesso, il quale, dopo l’indirizzo di saluto all’illustre novantenne, ha ceduto via via il microfono ai vari relatori.

Ha aperto la serie degli omaggi l’accenno alla evoluzione chirurgico ortognatologica di Arnaldo Benech (Università di Novara), che ha corredato la sua relazione con alcune foto sul “prima” e sul “dopo” chirurgico di grande eloquenza. Stefano Carossa, direttore della Dental School, si è invece trattenuto sulla Bioingegneria tissutale, cedendo il microfono a Santo Catapano, soffermatosi “sulle occlusioni, dalla meccanica alla biologia”. Più legato alla specialità fondata da Modica, Sergio Gandolfo, ha intrattenuto l’auditorio sul rapporto odontostomatologia/chirurgia maxillo-facciale, parlando in particolare della diagnostica precoce del cancro orale e del lichen, suo primo sospettato.

Singolare il rapporto illustrato da Paolo Pera (cattedra di Protesi a Genova) tra la capacità masticatoria e lo svuotamento gastrico, che si richiama ad un’altra relazione compiuta in passato assieme al Maestro Preti, mentre decisamente protagoniste sono state le tecnologie negli interventi finali: in quello di Guglielmo Ramieri che ha illustrato la ricostruzione di una mandibola attingendo ad un osso della gamba. E nell’intervento di Roberto Scotti, cattedra a Bologna, uno dei “ragazzi” (assieme a Pera, Carossa e De Fabiani) che “alla sera andavano in piazza Cln ad imparare l’arte” nello studio del loro docente Preti. Scotti ha descritto l’evoluzione delle protesi maxillo-facciali grazie alle tecnologie digitali, illustrando nel dettaglio l’efficace creazione protesica di un padiglione auricolare.

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