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La multidisciplinarietà per il futuro: si apre il nuovo congresso SNO

Alessandro Genitori

Alessandro Genitori

ven. 4 maggio 2018

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Si sono inaugurati i lavori del nuovo congresso della società italiana delle scienze neurologiche ospedaliere, ponendo al centro della discussione il tema della multidisciplinarietà. Con oltre 400 iscritti, il Congresso, che oltre agli storici relatori vuol dare spazio ai più giovani, pone come centrale la collaborazione tra le diverse professioni.

Il 58° congresso nazionale della SNO si è aperto a Riccione con il titolo “Le neuroscienze di oggi: lo stato dell’arte e il valore dell’interattività multidisciplinare”. La Società che unisce le professioni di neurologi, neuroradiologi e neurochirurghi ospedalieri, ha fin dalla sua nascita posto la collaborazione tra le diverse professione come strumento per poter fronteggiare le diverse sfide della sanità. Sfide che oggi appaiono sempre di estrema attualità, come dimostra la scelta di un congresso che possa dare ampio risalto al confronto, ad dibattito, con una forte presenza di giovani professionisti. «La nostra è una società antica, nata nel 1960, fondata a Milano dal prof. Porta, che riuscì a convincere diversi colleghi a collaborare insieme» ha dichiarato il Presidente SNO Taborelli «La sfida è rimasta immutata, ricordiamo che già allora tra gli obbiettivi posti esisteva la volontà di far collaborare tra loro le diverse scienze neurologiche. Multidisciplinarietà che quasi 60 anni dopo resta di estrema attualità per tutte le specialità mediche».

Tra i temi trattati durante il congresso spicca quello riguardante l'ictus cerebrale e i diversi approcci regionali nonostante da anni si lavora per la creazione di una rete di intervento nazionale. «Negli ultimi anni ha visto un fiorire dell’attenzione da parte dell’opinione pubblica e il nostro congresso si caratterizza per la possibilità delle tre branchie di parlare insieme, proporre soluzioni comuni, in mezzo alle difficoltà della sanità odierna. Per certi settori la SNO è una fucina di idee difficilmente sostituibile». Ha voluto ribadire il Presidente Taborelli.

«Per la Romagna è un privilegio poter organizzare un congresso di questa portata, uniti nell'affrontare le tematiche circa il trattamento delle patologie neurologiche» ha dichiarato a sua volta uno dei tre presidenti congressuale, Luigi Tosatto «Le malattie neurogenerative sono tra le prime cause di mobilità e mortalità nel mondo occidentale. Oggi i progressi portati avanti nelle scienze neurologiche hanno migliorato le possibilità di cura, resta ancora molta strada da fare. Bisogna unire le forze tra i vari professionisti».

Il filo conduttore è l'interattività tra le varie discipline, per poter agire in correlazione a seconda di decisioni e scelte condivise. Per far ciò durante il congresso prenderanno la parola professionisti italiani e stranieri che sono tra i massimi esperti nel loro settore, tra cui spicca il prof. Raul Nogueira proveniente dagli Stati Uniti e che terrà una lettura magistrale sul futuro degli Stroke.

«Mi sono resa conto dell'importanza della multidisciplinarietà e che dentro questo termine ci sono persone che hanno davvero al volontà di condividere percorsi terapeutici e reti organizzativi» ha sottolineato la dott.ssa Maria Ruggiero, direttore neuroradiologia cesena asl romagna e una delle presidentesse del Congresso. «Una volontà che mi ha colpito come mi ha colpito la fiducia che la SNO mi ha dato, permettendomi di organizzare un congresso importante, con la volontà di non fare un congresso “dalla cattedra” ma un congresso partecipativo dove la discussione e il confronto sia centrale». Giovani che sono fondamentali al fine di garantire un futuro delle conoscenze e al contempo del nostro entusiasmo che in alcune realtà oggi rischia di venire a mancare. «È bello dire multidisciplinarità ma è difficile metterla concretamente in campo» ha aggiunto la dott.ssa Ruggiero «Molti sono arroccati dietro il loro sapere e la propria sfera di interesse. Siamo in un'epoca particolare in cui bisogna fare i conti con le ristrettezze economiche, e sono convinta che con la volontà dei professionisti si possono superare insieme molti limiti».

Infine, durante la conferenza stampa si è voluto dare spazio al tema delle malattie rare, anch’esse presenti durante il Congresso Nazionale SNO e che il terzo presidente congressuale, Walter Neri, ha voluto ribadire nel suo intervento. «Esistono patologie che non sono poi così rare e sono condizioni che i neurologici riconoscono bene. Il problema delle malattie rare è l'individuazione dei centri che possono farsi carico del percorso terapeutico e diagnostico. Ma serve inoltre che ci sia la creazione di reti che possono portare a delle reali innovazioni. Solo con la sperimentazione clinica terapeutica si possono avere casistiche che possano portare a dei risultati tangibili».

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