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Il ruolo delle proteine prioniche (Prnp e Prnd) nell’osteosarcoma

V. Sollazzo, F. Carinci

V. Sollazzo, F. Carinci

mar. 29 maggio 2012

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La parola “prione” deriva dall’abbreviazione dei termini “particelle proteiche infettive” proposta da Stanley Pusiner che per primo ha studiato e codificato l’argomento.

I prioni sono proteine normalmente presenti nel cervello e altri tessuti (milza) dei mammiferi incluso l’uomo. La loro funzione è quella di favorire la trasmissione dei messaggi fra le cellule nervose. Si trasformano in proteine nocive o per mutazione spontanea o per l’arrivo di un prione patologico. La proteina prionica (PrPc) è stata originariamente implicata nella malattia da prioni (encefalopatie spongiformi), ma attualmente sono emersi dati che indicano che essa svolge un ruolo fondamentale, non solo nel sistema nervoso ma anche in tutto il corpo umano. PrPc è espressa più abbondantemente nel cervello ma è stata individuata anche in altri tessuti non nervosi come le cellule linfoidi, il polmone, il cuore, il rene, l’apparato gastro-intestinale, i muscoli e le ghiandole mammarie. Dati recenti indicano che PrPc può essere implicata nella biologia del glioblastoma, del cancro al seno, alla prostata e del cancro gastrico. L’espressione di PrPc è correlata all’acquisizione da parte delle cellule tumorali di un fenotipo di resistenza alla morte cellulare indotta da TNF alfa e TRAIL o farmaci antitumorali. PrPc può promuovere la tumorogenesi, la proliferazione e trasmissione di G1/s in cellule di cancro gastrico. Recentemente è stata individuata un’altra proteina prionica PRND le cui funzioni non sono ancora state ben identificate. Attualmente si sa che PRND è espressa nel testicolo ed è stata trovata sovraespressa negli astrocitomi.
L’osteosarcoma è un tumore osseo relativamente frequente che colpisce prevalentemente bambini o giovani adulti. Può istologicamente essere classificato come osteoblastico, condroblastico e fibroblastico. Si tratta di una neoplasia molto aggressiva che solitamente si sviluppa nelle ossa lunghe (femore, tibia). Sebbene siano stati compiuti notevoli passi avanti nella cura con chemioterapici e nelle tecniche di escissione chirurgica del tumore, bisogna compiere ulteriori progressi nel trattamento di questo tumore per migliorarne la prognosi. Per quanto l’osteosarcoma sia la più comune neoplasia maligna dell’osso il meccanismo molecolare che lo determina rimane ancora da chiarire. Ricerche recenti suggeriscono che il pathway di Wnt possa rappresentare un meccanismo cruciale per lo sviluppo dell’osteosarcoma. In un nostro lavoro in fase di pubblicazione su Journal of Orthopaedic Research abbiamo studiato l’espressione nell’osteosarcoma dei geni delle proteine prioniche Prnp e Prnd, già note per la loro capacità di indurre tumorigenesi in altre neoplasie e abbiamo cercato di capire se Prnp e Prnd possano essere importanti nel meccanismo molecolare di sviluppo e progressione dell’osteosarcoma.
Allo scopo abbiamo studiato l’espressione differenziale delle proteine prioniche attraverso la metodica dei cDNA microarray, che analizza oltre 20.000 geni comprendente la porzione più significativa del menoma umano, su piattaforma Affimetryx tra 22 frammenti di osteosarcoma e 40 frammenti di tessuto osseo normale.
Dalle nostre rilevazioni è emerso che Prnp e Prnd sono sovraespressi nell’osteosarcoma. Inoltre Prnp e Prnd appaiono in qualche maniera legati all’attività di alcuni fra i più importanti geni correlati implicati nello sviluppo dell’osteosarcoma.
Dai nostri dati sembra che Prnp e Prnd siano associati allo sviluppo dell’osteosarcoma. I prioni sembrano indurre una regolazione negativa dell’apoptosi facendo così in modo da promuovere l’evoluzione e la progressione del tumore.
Molti pazienti sviluppano resistenza e ricorrenza del tumore dopo la chemioterapia e l’osteosarcoma rimane ancora la seconda causa di mortalità per neoplasia nei bambini e nei giovani adulti. Appare perciò importante l’implementazione di nuove strategie di approccio al trattamento dell’osteosarcoma. Sulla base dell’acquisizione che le proteine prioniche sono sovraespresse nell’osteosarcoma e considerata la capacità da parte dei prioni di indurre la trasformazione neoplastica delle cellule, di promuovere la sopravvivenza cellulare e di indurre metastasi, l’inibizione di Prnp e Prnd potrebbe rappresentare un nuovo approccio molecolare alla terapia dell’osteosarcoma.

L'articolo è stato pubblicato sul numero 2 di Implant Tribune 2012 Italy.

 

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