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Il paziente bambino e i genitori: qualche consiglio per la gestione

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P. Cascarano

P. Cascarano

mar. 11 aprile 2017

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Chi si occupa da anni di patologie dentali legate ai bambini ha scoperto sin dalle prime sedute che chi accompagna i piccoli può essere un grande alleato, e quindi d’aiuto, oppure un grosso ostacolo.

Tutto si gioca fin dalle prime battute con una comunicazione basata soprattutto sulla comunicazione non verbale: da come ci si guadagnerà la fiducia delle figure di riferimento del paziente dipenderà tutta la terapia.
Mai come in questi casi la professionalità del dentista e del suo team non si limita esclusivamente alle competenze tecniche ma si estende alle capacità simpatetico-empatiche, competenze più strettamente emotive e psicologiche. Il bambino porta con sé non solo le sue paure ma anche il disagio famigliare. A volte, sapere cosa sta succedendo a casa aiuta a capire alcuni atteggiamenti dei piccoli pazienti, che magari in una seduta si dimostrano attenti, collaborativi e rilassati, la successiva riescono a mordere persino le dita del dentista.

Ecco allora alcuni consigli che possono facilitare l’interazione. Il clima maggiormente adatto che il paziente bambino dovrebbe poter respirare è quello del gioco: in questi casi aiuta già avere una sala d’attesa consona all’età dei pazienti, con mobili colorati e della misura appropriata, con fogli e matite per disegnare e ingannare l’attesa. Si potrebbero poi lasciare i disegni in studio e appenderli alle pareti per creare un ambiente più famigliare. I camici dovrebbero essere colorati.

Bisogna poi considerare e accogliere le ansie di chi accompagna il piccolo: all’inizio del colloquio è a questa figura che bisogna dare attenzione. Tenete conto che i bambini assorbono l’ansia di chi sta loro accanto e, se già mamma o papà hanno paura degli aghi o del dentista, gliela trasmettono anche senza volerlo. Il messaggio da passare dovrebbe essere di rassicurazione e di rinforzo alle capacità genitoriali.
I genitori devono assistere al lavoro del dentista? Non esiste una regola, dipende da caso a caso. Se però il bambino viene mandato sul riunito da solo, con i genitori che aspettano nella sala d’attesa, è un segnale di sintonia, collaborazione e stima. Se sono persone ansiose, l’ideale sarebbe allontanarle con qualche diversivo.

Mettere al centro della seduta il piccolo paziente rispettando i suoi tempi e creando un clima di gioco con lui riduce i tempi della seduta. Bisogna sempre comunque dosare il proprio atteggiamento e non dimenticare di dare limiti e dimostrare autorevolezza davanti ai capricci.

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