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I disturbi del sonno (OSAS) provocano vittime: meglio controllare l’attitudine alla guida di chi ne è affetto

Dental Trbune

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mar. 8 marzo 2016

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Luca Levrini, presidente del corso di laurea in Igiene dentale, direttore del Centro di ricerca universitario orofacciale presso l’Università degli Studi dell’Insubria è fondatore e primo presidente della Società Italiana Medicina del Sonno in Odontoiatria (SIMSO) e primo coordinatore del Gruppo di studio per l’odontoiatria nell’Associazione Italiana Medicina del Sonno (AIMS).

Il 13 gennaio è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale il decreto legge che recepisce la direttiva europea sul rilascio e rinnovo delle patenti di guida a conducenti affetti da disturbi del sonno. Come giudica il provvedimento?
Attuale e coerente rispetto a una patologia insidiosa e sottostimata che sulle strade italiane è causa di migliaia di incidenti stradali e centinaia di vittime. Pur nelle sue criticità applicative, il provvedimento sensibilizza in modo concreto all’intercettazione della patologia e limita la possibilità di guidare alle persone oggettivamente non in grado. È paradossale, però, che serva una legge per creare percorsi di screening utili all’intercettazione della patologia e alla generazione di attenzione ai disturbi respiratori. L’intento non è solo quello di scongiurare i “colpi di sonno” alla guida, ma anche la riduzione di condizioni correlate ai disturbi del sonno che aumentano il rischio di incidenti come riduzione dei tempi di reazione, disattenzione e scarsa concentrazione.

Quali devono essere le condizioni del paziente per vedersi negare questo diritto?
«Una grave e incoercibile sonnolenza diurna, con accentuata riduzione delle capacità dell’attenzione non adeguatamente controllate con le cure prescritte». Non quindi nei casi di «lieve entità di sonnolenza diurna». Se si presentano dubbi da parte del medico mandatario, l’accertamento dei requisiti è demandato alla commissione medica locale (CML), che può anche autorizzare il soggetto affetto OSAS alla guida se però dimostra un adeguato controllo della sintomatologia, confermato da un parere specialistico di strutture pubbliche. Di fatto non è dunque l’apnea notturna ostruttiva (OSAS) il fattore clinico che limita al rilascio della patente, piuttosto la grave sonnolenza; da sottolineare che tale fenomeno non si verifica in tutti i casi di OSAS e da un punto di vista metodologico non è di semplice valutazione.

Qual è la procedura?
Il medico monocratico individua i soggetti con sonnolenza, russatori (sempre o da 6 mesi) o con apnee; tra questi individua quelli con obesità, micro-retrognazia, collo grosso, ipertensione arteriosa, aritmie, diabete mellito tipo 2, cardiopatia ischemica, eventi ischemici cerebrali o bronco pneumopatia, e li definisce «soggetti con sospetto OSAS». A tali soggetti somministra un questionario, dal quale emergeranno coloro «con medio o alto rischio» da inviare alla CML che, con test sui tempi di reazione, valuterà l’effettiva gravità della problematica.

Ritiene che tale norma sia restrittiva o magari troppo severa?
No, la ritengo una norma adeguata alla tutela della salute, sia della persona interessata sia delle vittime indirette degli incidenti stradali. Inoltre non è una norma severa perché si rivolge a condizioni di grave sonnolenza.

Ci può dare qualche dato sui danni (leggi incidenti stradali) provocati dall’OSAS?
Un recente lavoro pubblicato sulla rivista Chronic Respiratory Disease ha quantificato nel 7% gli incidenti riconducibili a autisti affetti da OSAS. Se in Italia nel 2014 gli incidenti stradali sono stati 248.000 con 3300 morti e 174.000 feriti, si può affermare che gli incidenti sono 8000, e causano oltre 200 vittime e portano a oltre 12.000 feriti.

Oltre al costo di vite umane, è al corrente di quali siano i danni economici indotti da questa sindrome?
Si può stimare un danno di spesa di circa 1.500.000.000 di euro circa.

Si può affermare che l’odontoiatra è o potrebbe essere una figura centrale, un protagonista terapeutico di questo grave problema?
Certamente, pur nella piena responsabilizzazione del ruolo. Rendersi disponibili per la cura significa essere consapevole che una errata terapia può portare il paziente a un grave incidente stradale, oppure a non ottenere il rilascio della patente. Per questo motivo è necessaria una rigorosa preparazione clinica in ambito odontoiatrico e della medicina del sonno. L’odontoiatra poterebbe, inoltre, avere un ruolo di consulente nei necessari processi di formazione del medico monocratico nella individuazione dei soggetti con micro retrognazia.

Quali sono le principali affezioni odontoiatriche che hanno uno stretto rapporto con l’OSAS?
Esiste una comorbilità diretta con il bruxismo; questo è il motivo per cui deve sempre esserci il sospetto di OSAS nel momento in cui il paziente riferisce di “digrignare i denti” durante la notte. Lo stesso vale per il reflusso gastro esofageo e la respirazione orale.

Condivide l’affermazione che forse l’aspetto più grave di questa problematica è che molte persone (un po’ come succede per l’ipertensione) ignorino di esserne affette?
Certamente. Molti non sanno di esserne affetti e attribuisco la sonnolenza a difficoltosi periodi transitori della propria vita. Per questo motivo è importante inserire nelle nostre anamnesi le domande: “Russa?”, “Soffre di sonnolenza diurna?” Se si, prestare attenzione e precedere con questionari e diagnosi strumentale adatta.

Quali ritiene siano i rimedi più efficaci per combatterla, sia a livello di singolo individuo che epidemiologicamente?
Ponendo attenzione ai bambini. Una corretta terapia dei problemi respiratori nei pazienti in crescita (anche con terapia ortodontiche), corrette abitudine alimentari, oltre a una costante attività motoria possono essere la soluzione migliore per prevenire l’instaurarsi della patologie nei bambini. Emerge dunque un ruolo centrare dell’odontoiatra, che con l’otorinolaringoiatra deve gestire e soprattutto curare con efficienza il frequente disturbo respiratorio in età evolutiva.

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