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Grande soddisfazione per il XXVI congresso nazionale SIOF a Palermo

Da sinistra: prof.ssa Antonina Argo e dott.ssa Gabriella Ceretti
Dott.ssa P. Biancucci, Avv. M. Lucca

Dott.ssa P. Biancucci, Avv. M. Lucca

lun. 18 novembre 2024

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Si è concluso il 9 novembre 2024 a Palermo la due giorni del XXVI congresso nazionale SIOF (Società Italiana di Odontoiatria Forense), un appuntamento che si preannunciava centrale nel calendario dei convegni che riguardano l’aggiornamento scientifico-culturale dei professionisti della sanità pubblica e privata, con particolare riguardo e attenzione alle tematiche medico-legali di pertinenza dell’odontoiatria.

Ebbene, il prestigio dei relatori, l’attualità degli argomenti trattati, il grande interesse e la nutrita partecipazione di odontoiatri, medici legali, avvocati e specializzandi hanno decretato un successo oltre ogni aspettativa della kermesse, anche grazie all’organizzazione senza pari nella prestigiosa sede universitaria di Palermo da parte della prof.ssa Antonina Argo, presidente del congresso, e del dr. Giuseppe Davide Albano, ricercatore presso l’ateneo palermitano.

Il punto di partenza dei lavori sono state le relazioni sulle tematiche in ambito di odontologia forense e criminalistica. Sapientemente coordinati dal prof. Francesco Introna, prof. Paolo Procaccianti, dr. Fabio Massimo Sciarra e dr. Sergio Fucci, il prof. Emerito Claudio Buccelli ha tenuto una lectio magistralis sul “Potenziamento e robotica nella professione odontoiatrica”, ove, come bene evidenziato anche dalla presidente nazionale SIOF dr.ssa Gabriella Ceretti, si sono messi in luce da un lato il grande ausilio in ambito diagnostico e chirurgico garantito dai travolgenti progressi della tecnica, dall’altro le criticità a essi sottese, quali la potenziale perdita del rapporto privilegiato dato dal contatto diretto fra il paziente e l’odontoiatra che può venire effettivamente sostituito da dispositivi, da macchine o addirittura da robot, come è stato mostrato in alcune recenti ricerche sull’utilizzo della robotica in implantologia. Da par suo, il prof. Buccelli si è spinto oltre e ha lasciato alla riflessione dell’uditorio interrogativi radicali: siamo sicuri che la tecnica, che oggi si manifesta sotto la veste dell’intelligenza artificiale, sia un semplice mezzo per la realizzazione degli scopi dell’agire umano? O forse il rischio vero è che il potenziamento della tecnica finisca per diventare il vero scopo dell’agire umano e pertanto si assista a un rovesciamento di posizioni, per cui la tecnica da mezzo di cui ci serviamo ne diventi lo scopo principale e inevitabile?

La sessione si è poi dipanata attraverso le relazioni della dr.ssa Valeria Santoro che, illustrando le figure di “consulenti” ed “esperti”, ha evidenziato la fruttuosità dei loro reciproci rapporti senza dimenticare i limiti e le implicazioni deontologiche. Delle esigenze di aggiornamento in odontoiatria forense nelle procedure scientifiche per la ricerca delle prove ha parlato il prof. Antonio De Donno, con una chiarezza che ha catturato l’uditorio, rimasto poi affascinato dalle relazioni prima del prof. Alessandro Scardina e della prof.ssa Stefania Zerbo sul contributo odontoiatrico alla identificazione personale, poi della dr.ssa Chantal Milani, antropologa e odontologa forense, sul fondamentale ruolo dell’odontoiatra forense quando si tratta di ricostruire la scena del crimine. Difficile che ci si annoi quando il rigore della ricerca scientifica supera le migliori serie tv crime poliziesche e procedurali.

A chiudere la prima giornata è stata la relazione del prof. Daniele La Barbera che, discutendo di psiche del paziente, capacità collaborative e risultati terapeutici, ha illustrato le evidenze scientifiche di come una relazione di tipo collaborativo con il paziente rafforza l’adesione al trattamento, ma richiede tempo adeguato e competenze che spaziano dalle capacità di ascolto attivo, di osservazione, di empatia e di comunicazione. In questo l’odontoiatra si ritrova in una posizione di favore perché le cure che pratica non sono per loro natura attuabili senza la collaborazione attiva del paziente. Nel corso della Tavola Rotonda la prof.ssa Argo ha ricordato la storia particolarmente gloriosa dell’identificazione personale, settore ove le tecniche, gli approcci e il supporto composito che viene anche dalla radiologia e dall’odontoiatria forense ad esempio nei casi dei disastri di massa naturali oppure di natura bellica.

La seconda giornata di lavori è stata dedicata ai temi della responsabilità in odontoiatria tra normativa e operatività con un focus sulle sue prospettive evolutive e sui correlati aggiornamenti valutativi sui danni permanenti alla persona di rilievo odontoiatrico. La sessione mattutina, moderata dal prof. Luigi Checchi e dall’avv. Paola Buccelli, inizia con il botto. Il dr. Enrico Ciccarelli, medico legale e consigliere SIOF, ha tenuto una relazione degna di un professore di procedura civile sulla responsabilità professionale di periti e consulenti in odontoiatria forense e le nuove abitudini operative per periti e CTU. La dr.ssa Patrizia Giordano Orsini, medico legale dirigente medico INAIL, intervenendo su Tutela INAIL in ambito odontoiatrico, snocciola la casistica di indennizzo per infortuni sul lavoro e malattie professionali, sottolineando la complessità della valutazione cui si lega la necessità di competenze interdisciplinari e plurispecialistiche e il raggiungimento dell’obiettivo dell’Inail: garantire per tutta la vita dell’infortunato protesi e prestazioni odontoiatriche.

Sul rischio clinico e sulle peculiari responsabilità professionali legati al trattamento del paziente parodontale è ruotata la relazione del dr. Nicola Sforza, past president della Società Italiana di Parodontologia e Implantologia, sottolineando all’uopo l’utilità delle Linee Guida elaborate da SIdP. La sessione si è conclusa con le raccomandazioni del dr. Francesco Riva, fresco di nomina a consigliere CNEL e coordinatore del Gruppo di lavoro ‘Promozione degli stili di vita ed educazione alla salute”, che in questa veste ha regalato all’uditorio una prospettiva concreta e operativa per un rinnovato ruolo delle Istituzioni nella riduzione del contenzioso in ambito sanitario.

La seconda sessione si è aperta con la relazione dell’avv. Giuseppe Mazzucchiello che, in veste di presidente dell’associazione “Valore Uomo”, illustrando il passaggio della responsabilità sanitaria dall’era contrattualistica a quella digitale, ha sottolineato come non possa mai venire meno lo sforzo teso a promuovere a ogni livello la tutela dei diritti umani. Le criticità della L. Gelli-Bianco e del recente decreto attuativo, che stanno interessando sia il mondo giuridico sia quello medico legale in relazione alle valutazioni di responsabilità sanitaria, sono state l’oggetto della puntuale ed esaustiva relazione del dr. Lucio Di Mauro, segretario nazionale della SIMLA (società italiana di medicina legale e delle assicurazioni).

I lavori della sessione si sono conclusi con l’egregia e più che interessante relazione del dr. Giuseppe Davide Albano che, con una limpida esposizione impreziosita da una ricerca casistica per nulla scontata, ha intrattenuto i congressisti sul non facile tema della colpa grave in odontoiatria, questione al centro della L. Gelli-Bianco e riproposta con forza dall’entrata in vigore lo scorso marzo dalla decretazione attuativa. L’ampiezza delle relazioni e la complessità dei temi hanno trovato saggi moderatori nel dr. Dario Betti, avv. Francesca Pittoritto, prof. Carlo Cafiero, dr. Gerardo Capozza e della dr.ssa Patrizia Biancucci che, con la solita verve e simpatia, si è assunta il compito di coordinare le tempistiche degli interventi.

Nemmeno le leccornie della cucina palermitana gustate al buffet offerto dalla mai sufficientemente lodata organizzazione congressuale, sono riuscite a far scemare l’attenzione del pubblico inesorabilmente attratto dalla qualità e dall’eloquio dei relatori della terza e conclusiva sessione. Sotto la regia del dr. Roberto Scavone, dr. Mario Marrone e dr. Riccardo Nucera, moderatori attenti e stimolanti, il prof. Felice Festa, Ordinario in Ortodonzia e Gnatologia e Direttore della Scuola di Specializzazione di Ortodonzia all’Università Gabriele d’Annunzio di Chieti-Pescara, discorrendo sull’approccio clinico e sui risvolti medico-legali del paziente parafunzionale, ha illustrato come le procedure della palpazione della muscolatura facciale e della colonna vertebrale unitamente alle nuovissime tecnologie 3D, consentano di affrontare con tranquillità il vasto range delle patologie malformative e posturali della popolazione infantile, adulta e anziana. Tre relazioni in “tandem” hanno portato il Congresso alla sua conclusione.

Per primi il prof. Enrico Spinas e la prof. Antonina Argo hanno ragionato sulle prospettive operative e sull’incidenza della durata della riabilitazione che oggi si aprono a fronte dei nuovi materiali offerti nell’ambito dell’odontoiatria, non risparmiando argute osservazione volte a sfatare il mito della coincidenza tra “nuovo” e “migliore”. È toccato poi al prof. Alberto Laino e al dr. Gianni Barbuti mettere in guardia circa le insidie di cui può essere disseminata l’odontoiatria estetica. Il prof. Laino dell’Università Federico II di Napoli e specialista in Odontostomatologia, Ortognatodonzia, Medicina Legale e delle Assicurazioni, con l’irresistibile ironia delle persone sapienti, ha messo sotto la lente del clinico e del docente le criticità insite nella recente apertura normativa a favore degli odontoiatri ad effettuare interventi estetici sull’intero volto. Criticità che solo un corso di studi adeguatamente ripensato e rinnovato metterà, almeno gli studenti attuali, in grado di gestire con gli opportuni strumenti e la dovuta consapevolezza, se non altro perché spesso l’estetica del sorriso subisce cambiamenti peggiorativi in pazienti adulti parodontopatici, già di per sé difficili da trattare. Sulla stessa lunghezza d’onda il dr. Barbuti che, con il rigore del medico legale, ha perfettamente colto ed illustrato le ricadute in ambito di responsabilità professionale di quanto esposto dal correlatore. Miele formativo ed informativo per le orecchie di avvocati e di specializzandi sono state le due ultime relazioni.

Il prof. Pierpaolo Di Lorenzo, docente di Medicina Legale presso l’Università Federico II di Napoli al Corso di Laurea in Odontoiatria e Protesi Dentaria, di Medicina e Chirurgia e Referee del Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, ed il dr. Pietro Di Michele, specialista in Odontostomatologia e Ortognatodonzia e Direttore di Odontostomatologia presso la ASL di Modena, in uno straordinario scambio di rimandi dal campo medico-legale a quello clinico, hanno deliziato gli astanti mettendo il dito nella piaga della questione del falso e dell’errore nelle certificazioni odontoiatriche quando si tratta di dover fornire le prove per discernere tra danno reale e apparente. E lo hanno fatto con un’esattezza e meticolosità che, ahinoi, è merce non facile da reperire nelle stesse aule di giustizia.

Appassionata e appassionante anche la relazione sulle lesioni dei tessuti molli, perdita di chance ed orientamenti di misura tenuta dal prof. Alberto Bianchi, Ordinario di Chirurgia Maxillo-Facciale presso Università di Catania, e dalla prof.ssa Rossana Cecchi, Ordinario presso il Dipartimento di Scienze Biomediche, Metaboliche e Neuroscienze dell’università di Modena.

Il primo, dopo aver constatato come le tecnologie che utilizzano la terza dimensione stanno letteralmente rivoluzionando non solo la diagnostica ma anche la pianificazione e la pratica della chirurgia maxillo-facciale e di quella ortognatodontica, si è rivolto agli specializzandi e con parole di sprono ha affermato che il modo migliore per prevenire l’insorgere del tumore del cavo orale è «andare dal dentista per una visita di prevenzione. Il medico dentista è in grado di intercettare i segni iniziali tipici e allarmistici della presenza del tumore. Ogni lesione ulcerata del cavo orale si dovrebbe risolvere generalmente entro 15 giorni. Se così non è l’allarme tumore è già abbastanza alto. Proprio per questo è necessario farsi vedere da un dentista nel più breve tempo possibile. La biopsia è un dogma per questo tipo di lacerazioni». La prof.ssa Cecchi ha raccolto il testimone e accompagnato gli uditori con eccellente abilità nel fuoco quanto mai vivo della nozione di perdita di chance e dei tormentati tentativi di dare ad essa una dimensione quantitativa.

La chiusura dei lavori è toccata al prof. Claudio Buccelli, al dr. Pietro Di Michele, e alla dr.ssa Gabriella Ceretti, i quali, tra gli applausi di un pubblico ancora folto nonostante l’ora tarda, hanno rinnovato i complimenti a relatori e organizzatori per aver dato vita ad un convegno ricchissimo di spunti di riflessione per odontoiatri, medici legali e cultori del diritto, spalancando una finestra sul futuro dell’enorme evoluzione che caratterizza la professione odontoiatrica e che può avvalersi sempre di più dell’intelligenza artificiale e del 3D nelle sue varie branche specialistiche. L’avanguardia tuttavia sta nel non farsi travolgere dalle novità attraverso cultura, competenza, consapevolezza ed etica.

Profondamente convinta che questa sia la giusta via, la SIOF lascia Palermo con un arrivederci in quel di Torino ove la giornata del 22 novembre prossimo si terrà il convegno “Le nuove frontiere della responsabilità sanitaria”. Si dialogherà su come l’intelligenza artificiale stia ridisegnando il futuro della responsabilità sanitaria e ci si interrogherà sulla responsabilità in caso di errore, sul modo di garantire la trasparenza e l’eticità degli algoritmi e sulle implicazioni per la relazione medico-paziente.

 

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