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«Giù le mani dall’ONAOSI» chiedono all’unisono Ordine e sindacati

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m.boc

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mar. 14 marzo 2017

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Le funzioni dell’ONAOSI (Opera Nazionale per l'Assistenza agli Orfani dei Sanitari Italiani) Ente prevido-assistenziale, che su base mutualistica, eroga prestazioni economiche agli orfani dei professionisti della sanità (e, in particolari circostanze, ai figli dei sanitari viventi, nonché verso “contribuenti in condizioni di vulnerabilità”) verrebbero trasferite in apposita Gestione speciale. Questo almeno dice una proposta contenuta in una bozza di Testo Unificato di “riordino” degli Enti previdenziali privati, che ha provocato numerose e vivaci reazioni.

«In questo paese, se una cosa funziona bene va eliminata» commenta amareggiata Roberta Chersevani, presidente FNOMCeO, in una nota stampa. Richiamando un altro passaggio della bozza che illustra le modalità di tale trasferimento e la nomina di un Commissario liquidatore per la soppressione dell’Ente: «Recepisco da sempre – commenta – i pareri positivi e la gratitudine delle famiglie che purtroppo hanno avuto bisogno dell’ONAOSI in seguito alla scomparsa di un genitore medico. Io stessa ho vissuto da vicino l’esperienza di una cara amica pediatra morta a 50 anni per un tumore fulminante. Grazie all’ONAOSI, che li segue da vicino, i suoi figli possono studiare».

Cassa previdenziale più antica d’Italia, con 220 dipendenti, l’ONAOSI assiste oggi circa 5.000 famiglie su una platea di 163.000 contribuenti volontari, mentre l’esborso per prestazioni previdenziali e assistenziali è stimato in circa 19 milioni di euro all'anno a fronte di una contribuzione media per l’iscritto di poco più di 10 euro al mese. «La soppressione di un Ente, che dal 1874 porta avanti la sua opera senza alcun onere per lo Stato – aggiunge Chersevani – significherebbe prendere in giro tutti quei colleghi che continuano volentieri ad autotassarsi per mantenerlo in vita. Ci opporremo con tutti i nostri mezzi a questo esproprio».

Le fa eco il commento di Pippo Renzo, Presidente CAO Nazionale, il quale, accenna alla “storicità” di un Ente, divenuto Ente Morale nel 1899 per Regio Decreto, che da oltre un secolo rappresenta di fatto un sistema di mutuo soccorso, basato sulla solidarietà e completamente autofinanziato. «A fronte di una proposta di soppressione – dice Renzo – non si può sottovalutare tale circostanza e che lo Stato non versa un solo euro per il suo esercizio. Oltre all’aiuto prestato agli orfani dei sanitari italiani – sottolinea Renzo –, la circostanza che l’ONAOSI dà lavoro a 220 dipendenti per i quali versa contributi e paga le loro tasse allo Stato, definendo pertanto “poco accettabile e per niente comprensibile” la proposta di trasferimento di questo modello virtuoso di solidarietà ed esprimendo l’auspicio che possa essere rivista e valutata in un'ottica di buon senso».

«L’ANDI è al fianco di ONAOSI in questi momenti difficili – è il commento del Presidente Gianfranco Prada – Anche se non esiste obbligo di contribuzione per il liberi professionisti, molti sono i dentisti che versano all’Ente per garantire un futuro certo ai lori congiunti». Sottolineando l’essere da sempre sostenitrice dell’opera meritevole svolta dalla Fondazione, «L’ANDI – continua Prada – non è disponibile ad accettare un vero e proprio "esproprio" dei beni e servizi da tempo costruiti con i contributi versati dai sanitari italiani», giudicando “assurdo” che una istituzione con la storia di ONAOSI, che non grava sulle casse statali, ma anzi contribuisce alla finanza pubblica pagando tasse sui beni posseduti: «venga messa in discussione dal progetto di legge sul riordino delle Casse private. L’opera e i servizi offerti da sempre garantiscono assistenza a chi è più in difficoltà e permettono a centinaia di giovani orfani di raggiungere obiettivi altrimenti impensabili. Insieme a FNOMCeO e agli altri sindacati medici, ANDI farà pertanto tutto il possibile per evitare quello che definisce senza mezzi termini “uno scempio”».

Profondo dissenso sulla proposta soppressione e sulla confluenza in una gestione speciale Inps è espresso anche dall’AIO (Associazione Italiana Odontoiatri): «Al di là dei timori per il destino del patrimonio, tutto da decifrare, – commenta il Presidente Fausto Fiorile – non va scordato che la Fondazione, con l’istruzione e la formazione degli orfani svolge una “mission” d’avanguardia. Personalmente – ricorda Fiorile – sono iscritto alla Fondazione da sempre, a titolo volontario, pur esercitando la libera professione e ritengo che l'ONAOSI andrebbe tutelata dallo Stato, e non smantellata». Dinanzi al rischio di perdere una conquista sociale così importante Fiorile giudica più che «naturale e doverosa, una presa di posizione compatta di tutta la professione medica e odontoiatrica».

«Pensare di perdere questa perla della nostra professione appare una violenza e di nessuna utilità rinnovatrice – commenta infine Pietro di Michele, presidente del Sindacato Italiano Ortodontisti (SUSO) –. Profondamente negativo che il Governo sottragga l’opportunità di dare una mano ai figli dei colleghi precocemente scomparsi». Dichiarando l’assoluta contrarietà del SUSO a questa “operazione di killeraggio” il Sindacato degli ortodontisti: «È pronto a dare battaglia a fianco di tutte le sigle istituzionali della professione, per arginare un provvedimento lesivo della possibilità di tutelarci negli affetti dei nostri cari».

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