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Formazione e competenza nascono “anche” dalla visita agli stand aziendali

Expodental 2012
Patrizia Gatto

Patrizia Gatto

mar. 15 ottobre 2013

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Negli ultimi due anni le aziende del dentale, sponsor di eventi scientifici e accademici o espositori di importanti manifestazioni in Italia (quali Expodental e Amici di Brugg), lamentano un desolante disinteresse da parte di partecipanti e visitatori nel chiedere informazioni e/o visitare gli stand. Fenomeno, questo,“molto italiano”.

Lo si arguisce, a contariis, andando a congressi e fiere in Europa, quali Adf a Parigi, Ids Colonia, Eao a Dublino e all’Fdi di Istanbul, dove visitatori e congressisti, pur partecipando alle sezioni scientifiche, assediano letteralmente gli stand, aspettando pazientemente il proprio turno per chiedere informazioni. Di recente abbiamo fermato alcuni frettolosi partecipanti di congressi, del tutto indifferenti agli stand aziendali. Che si trattasse di odontoiatri o di odontotecnici, una sola la risposta: «Da quando c’è la crisi passano talmente tanti agenti a trovarci giornalmente che abbiamo già tutte le informazioni. E poi basta guardare Internet…». Interpellando invece chi si trova nei pressi dello stand, ecco dichiarazioni diametralmente opposte: «Sono così impegnato in studio (o laboratorio, nda) che diventa difficile ascoltare gli agenti. In effetti, parlano di più con la segreteria che con me. Così ne approfitto per conoscere non solo le evoluzioni del prodotto, ma anche per avere informazioni sul suo utilizzo. Poi, se devo proprio approfondire, chiedo un intervento mirato allo specialista dell’azienda, ovvero partecipo ai corsi che mi propongono in studio (o laboratorio), senza rischiare di andare a quelli che non mi servono».

Come dichiarato anche da prestigiosi autori sui nostri giornali, se non si conoscono i materiali e le tecniche del prodotto per il loro corretto utilizzo, non si possono offrire qualità e risultati ai pazienti. Al contrario, la superficialità nella scelta o nell’uso regolare può comprometterne il risultato e creare pesanti dubbi nell’operatore, scaricando poi la colpa dell’insuccesso alla ditta produttrice o al protocollo d’uso. La formazione sul prodotto è tanto più necessaria da quando le aziende presentano differenze notevoli tra categorie molto simili. Come, ad esempio, nei compositi. Basta considerare il vasto tema dell’estetica e della conservativa del Forum. Come già scritto nel mio editoriale di Cosmetic Dentistry, la normativa italiana Ecm (insieme ad altre nel mondo) nel suo rigore (peraltro molto apprezzabile) in merito al conflitto di interessi, non agevola affatto le cose. Dovrebbe però non ostacolare, anzi possibilmente favorire, la conoscenza e la competenza su prodotti e protocolli applicabili per operare scelte accurate e competenti a garanzia del paziente.

Interessarsi e visitare gli stand aziendali diventa così l’unico gesto concreto per dimostrare attenzione (e anche gratitudine) a un anello della filiera che consente il lavoro dello studio odontoiatrico, svolge ricerca e sviluppo, e la finanzia, tra l’altro, senza l’aiuto di nessuno. Sponsor e ditte, pur con difficoltà occupazionali, esattamente come i professionisti (gli addetti al dentale in Italia sono oltre 100.000), consentono tuttavia l’attività culturale per la formazione della categoria. Manifestare gratitudine vuol dire semplicemente ascoltare, non necessariamente acquistare. Una visita dedicata a conoscere meglio, fuori dal proprio studio, può dare un ritorno veramente inimmaginabile alla propria pratica clinica quotidiana.

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