La tutela degli infortuni e della malattia dei liberi professionisti passa dall’Assistenza alla Previdenza. In termini pratici questo significa che da oggi, in caso di inabilità temporanea, l’indennizzo verrà garantito a tutti e non più solo a chi ha un reddito al di sotto di limiti stringenti.
Chi sarà costretto ad assentarsi dallo studio potrà contare su un’indennità pari all’80 per cento del reddito dichiarato ai fini della Quota B. Potrà far domanda anche chi ha un fatturato alto: l’unico limite sarà sull’importo massimo dell’aiuto che si riceverà dall’Enpam (circa 5mila euro al mese, o più precisamente 167,11 euro al giorno).
Mentre quindi l’importo del sussidio massimo è più che raddoppiato rispetto a prima (era di 80 euro al giorno), i tempi di carenza si sono dimezzati: si potrà ottenere la tutela a partire dal 31° giorno di malattia o infortunio anziché dal 61° come in passato. La riforma dell’inabilità temporanea rientra tra gli obiettivi del Consiglio di amministrazione Enpam che, per il mandato 2015-2020 si è prefisso di tutelare i professionisti mettendo a punto un welfare di categoria per facilitare la vita lavorativa. Ma il cambio di passo su questo tipo di tutele è anche figlio dei tempi che cambiano. «Fino a 10/15 anni fa il nostro reddito ci consentiva di occuparci della pensione, o di affrontare i disagi o problemi che ci possono investire, solo nel momento in cui si decideva di smettere di lavorare o quando si palesavano le criticità. Oggi il nostro reddito non ci consente più questo atteggiamento», osserva il vicepresidente vicario dell’Enpam Giampiero Malagnino. «Se per esempio in passato essere costretti ad assentarsi dallo studio per due mesi era un problema tutto sommato superabile grazie ai risparmi che avevamo messo da parte, oggi un’assenza di questo tipo mette in difficoltà i bilanci dei nostri studi e spesso i bilanci della nostra famiglia», dice Malagnino.
Il diritto alla tutela scatta dopo aver versato la Quota B per almeno tre anni. Girata quella boa l’aiuto riguarderà tutti: sia i liberi professionisti puri, sia i medici e gli odontoiatri che svolgono la libera professione affiancandola all’attività in convenzione o al lavoro dipendente. Tuttavia solo chi sceglie di pagare la Quota B con l’aliquota piena, avrà tutele piene. Chi opta per l’aliquota ridotta, riceverà un sussidio calcolato in proporzione a quanto versato.
L’assegno accompagnerà il libero professionista anche nelle situazioni gravi, giacché è previsto che possa durare fino a 24 mesi. Nel malaugurato caso in cui l’inabilità dovesse trasformarsi da temporanea a permanente, dal sussidio si potrà passare alla pensione di invalidità. Per questa, all’Enpam non è previsto alcun requisito minimo di anzianità. L’Enpam anzi integrerà l’anzianità contributiva del suo iscritto aggiungendogli fino a un massimo di 10 anni.
La tutela dell’inabilità temporanea dei liberi professionisti è ora analoga a quella garantita ai medici di medicina generale. La differenza è che i medici di famiglia sono protetti anche per i primi 30 giorni di malattia e infortunio, grazie a una polizza assicurativa sottoscritta dall’Enpam ma pagata con trattenute sui loro compensi. Forse un modello a cui tendere.
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