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ECM, un obbligo professionale ed etico

G. Barbon

G. Barbon

ven. 14 aprile 2017

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Alcuni articoli del Codice deontologico della professione medica sottolineano come la professionalità e le competenze del medico o dell’odontoiatra non siano limitate alle nozioni acquisite durante il corrispondente corso di laurea ma vadano aggiornate nel tempo. In particolare l’art. 6 recita che «Il medico fonda l’esercizio delle proprie competenze […] aggiornandole alle conoscenze scientifiche disponibili» e all’art. 19 «persegue l’aggiornamento costante e la formazione continua per lo sviluppo delle conoscenze e delle competenze professionali […].

Il medico assolve agli obblighi formativi. L’Ordine certifica agli iscritti […] i crediti acquisiti […] e ne valuta le eventuali inadempienze». Il dott. Stefano Almini, referente per la FNOMCeO nella Commissione nazionale formazione continua, dove coordina il Gruppo di lavoro sulle libere professioni, illustra regole e novità per il triennio formativo 2017-2019. L’intervista più che dare schematiche informazioni, è sviluppata in modo da far comprendere il vero significato dell’aggiornamento in una visione etica della professione in linea con l’impostazione della rubrica.

Il sistema ECM in Italia vede impegnati da anni gli attori della sanità. Quali considerazioni in merito alle evoluzioni e al suo futuro?
Nel ringraziare per lo spazio dedicato alla Commissione nazionale ECM, sottolineo che il sistema non è una invenzione italiana ma sottostà a delle norme europee. Tuttavia mentre nella mentalità mediterranea ogni imposizione è vissuta spesso come un diktat, nella visione anglosassone il senso di appartenenza professionale a una categoria risponde in primis a un senso civico, inquadrato comunque nelle regole di sistema. Ad esempio in Francia l’ECM presenta risvolti civilistici e penali in caso di mancato adempimento all’obbligo formativo, e anche in Austria è obbligo di legge.

Secondo le attuali normative, a quali categorie di odontoiatri, strutturati e non, è rivolto l’obbligo formativo?
Non esistono oggi differenze tra l’odontoiatra libero professionista o strutturato nel SSN, ma esiste il professionista sanitario. Tutti coloro che esercitano l’odontoiatria devono assolvere all’obbligo dell’ECM.

Ogni qualvolta venga seguito un corso ECM, a tale frequenza corrisponde un certo punteggio definito “credito formativo”; ma esattamente a cosa corrisponde, come e da chi viene calcolato?
L’unità di misura del “credito formativo” è strategica perché deve permetterne di definire un valore, comprensibile e identificabile. Nell’aggiornamento professionale questa è il tempo, anche se la stessa unità in tempo potrebbe essere vissuta con valori differenti di interesse, in relazione anche all’interattività e alla condivisione dei contenuti formativi e al loro trasferimento dinamico tra relatore e discenti, con diversi valori di compliance, a parità di numero di ore. L’aspetto relativo al credito/ora, nella sua imperfezione, tutela tuttavia da valutazioni dell’aggiornamento basate su elementi personalizzabili e non omogenei. E per organizzare la formazione i providers, Agenas, Cogeaps e gli ordini rappresentano una squadra in movimento: chi elabora un evento, chi lo accredita, chi lo gestisce in anagrafica, chi ne attesta la certificazione dell’assolvimento dell’obbligo.

Attraverso quali tipologie di corsi o altre modalità si possono acquisire crediti?
La risposta prevede una lunga lista di opportunità: dalla classica formazione residenziale mediante eventi congressuali all’autoapprendimento, dalla FAD nelle diverse modalità di erogazione alla formazione sul campo con il tutoraggio, dai gruppi di miglioramento alle comunità di apprendimento. L’aggiornamento, soprattutto per il mondo odontoiatrico, ha una offerta formativa quasi eccessiva. Così è nato il “cacciatore di crediti”, che conosce come e dove trovarli, spesso e volentieri gratuitamente, indipendentemente dalle necessità formative individuali specifiche o dal loro valore intellettuale e scientifico. La troppa offerta di formazione rischia di abbassare il livello di qualità: lo sanno i provider, che cercano sempre più di alzare il livello qualitativo degli eventi, e anche Agenas, che ad esempio per la FAD ha determinato maggior rigore analitico nella valutazione dei crediti mediante una griglia di accreditamento più severa. Al professionista deve invece interessare quali offerte formative utilizzare (in base alle esigenze), ma soprattutto il perché scegliere un argomento piuttosto che un altro. Ovviamente l’analisi di ciò che occorre al nostro bagaglio culturale dipende dalla nostra capacità critica, attraverso controlli e verifiche dei bisogni formativi; in termini di aggiornamento scegliere fra ciò che ci manca ha più valore di quel che abbiamo già o conosciamo in abbondanza. Pertanto ciò che un domani sarà il nostro dossier formativo andrà pensato per quell’offerta formativa che ci serve veramente, in modo da inserire elementi utili al buon funzionamento del nostro “motore professionale”.

In questo nuovo triennio quali sono le novità in relazione al potere acquisire i crediti nell’intero arco temporale?
La Commissione nazionale ECM ha deciso che si possono ottenere i 150 crediti ECM stabiliti per il triennio (in relazione anche alla storia personale di ottenimento nei trienni precedenti) senza suddivisone temporale annuale. Si può cioè ottenere il monte crediti relativi al fabbisogno formativo personale anche in un solo anno. Ma se tale soluzione è lecita e possibile, è altrettanto consigliabile? Forse non ha senso assolvere al debito formativo in poco tempo per raggiungere subito il tetto dei crediti: sarà sempre la responsabilità personale individuale a pensare di diluire l’aggiornamento nei 3 anni secondo una strategia intelligente. Se nel Codice deontologico si invita il medico a seguire la strada privilegiata della continuità di cura per il paziente, l’art.19 in tema di educazione professionale ne approfondisce il valore definendolo costante e la formazione continua, come già citato nella premessa.

In base al numero dei crediti acquisiti nel triennio precedente, in meno o in più, come ci si deve attivare per essere in regola oggi?
Una novità assoluta in questo triennio è la possibilità di recuperare nel 2017 i crediti mancanti per quello precedente, in deroga alla scadenza del 31 dicembre 2016. Perché gli eventi accreditati nel 2017 possano generare crediti da attribuire al triennio terminato occorrerà pertanto che l’interessato, dopo essersi registrato in Cogeaps (www.cogeaps.it), indichi quale parte dei crediti del 2017 si riferiscano al precedente periodo; il recupero è tuttavia possibile fino al 50% del debito accumulato. Tutte queste operazioni potranno essere svolte seguendo un tutorial attualmente in costruzione in Cogeaps che dovrebbe inserire a breve sul sito. A questo proposito in commissione, poiché ho personalmente cercato di sensibilizzare sull’opportunità di fornire ai medici e agli odontoiatri un supporto esplicativo attraverso manuali d’uso dedicati al tema, Agenas mi ha conferito l’incarico di referente per la comunicazione, onde elaborare un prodotto informatico adatto a muoversi nel sistema in modo semplice per sopperire alla difficoltà tecnica del districarsi nel mondo digitale di Cogeaps e la stessa Agenas.

E per quei professionisti che hanno acquisito crediti in eccesso nel triennio appena concluso, sono previste regole premianti?
Se esistessero regole premianti per coloro che abbiano acquisito il massimo dei crediti relativamente alla loro posizione personale si dovrebbero allora prevedere anche regole penalizzanti. Il sistema ECM, proprio nell’ottica di non voler attualmente applicare sanzioni, da un lato ha permesso il recupero dei crediti non ottenuti nel triennio 2014-2017 anche se solo nella misura del 50%, mentre per coloro che abbiano assolto al debito formativo in un prossimo futuro ha in cantiere di istituire forme di bonus. Effettivamente già oggi esisterebbe la possibilità di richiedere al proprio ordine una certificazione dei crediti ottenuti attraverso un documento che attesti l’avvenuto apprendimento sulla scorta dell’anagrafe Cogeaps, e già questa certificazione potrebbe in un certo senso considerarsi una dichiarazione di merito utilizzare per diverse necessità (concorsi pubblici, assicurazioni, libera circolazione in UE). Purtroppo però a oggi la possibilità da parte degli ordini a rilasciare tale certificazione o l’attestazione relativa alla propria storia personale di aggiornamento accreditato non è ancora completamente a regime in quanto ogni ente possiede una propria tempistica e diversa operatività, ma credo che in prossimo futuro saranno in grado di rispondere alle richieste degli iscritti; l’importante è sapere che si potrà richiedere, al termine del triennio, l’idonea documentazione della propria adesione al sistema ECM. Altro progetto in cantiere è quello di stimolare i professionisti a costruire un proprio “dossier formativo”.

Una volta acquisiti i crediti, come fa un odontoiatra a verificarne la loro reale attribuzione?
La risposta coinvolge ancora una volta l’anagrafe dei crediti: il Cogeaps. Il sistema in automatico registra e annota i crediti ottenuti, che sono trasmessi dal provider al termine dell’evento. Ci sono eventi che nascono e terminano in un giorno ma i cui risultati necessitano di adeguata tempistica per essere trasmessi, altri invece come i FAD che hanno un periodo di durata molto lungo. Questo spiega perché a volte si vedano evidenziati alla propria anagrafica meno crediti di quelli attesi. Certamente parte degli errori o ritardi sono in capo ai provider che esprimono più o meno correttamente le registrazioni che determinano la comparsa in anagrafica Cogeaps dei crediti attribuiti ai vari eventi e alle presenze dei professionisti sanitari (firme di frequenza, verifica dell’apprendimento, valutazione dell’evento), mentre altre volte, in special modo per la FAD, bisogna aspettare la scadenza temporale del corso per ottenere i crediti.

Più sopra è stato citato il “dossier formativo”. Di che cosa si tratta?
Il dossier formativo, pur non essendo a oggi obbligatorio, rappresenta la sfida del futuro. Esso sarà il contenitore del nostro sapere medico, orientato secondo un preciso e personale progetto educativo funzionalmente legato al proprio ambito clinico. Quindi andrà strutturato attraverso un aggiornamento di competenze strategicamente pianificate perché, soprattutto in libera professione, si può dire che “chi si forma, non si ferma”. Crediti o no, il valore della propria cultura medica e odontoiatrica nel suo evolversi nel tempo sarà conseguenza di una nostra precisa programmazione in modo che quelle nozioni che acquisiamo di continuo attraverso la formazione ci permettano di operare in modo tale da formulare in ogni situazione una corretta diagnosi e di effettuare una conseguente adeguata terapia. Non solo, visto che ognuno di noi deve essere in grado di risolvere quello che riconosce e che è aderente alla propria competenza clinica, il riconoscere implica la conoscenza. Senza di essa oltre a una maturata competenza ci si addentra in dinamiche pericolose che possono imprigionare la serenità intellettuale. Meglio muoversi sulle tracce della cultura affiancati dalla coscienza professionale, onde non cadere in colpe mediche, derivanti da improvvisazioni o compromessi clinici che in medicina ci esporrebbero a comportamenti negligenti, imprudenti o senza la necessaria perizia, con le conseguenti ricadute deontologiche.

Possiamo concludere questo dialogo, affermando che il dott. Almini, che ringraziamo per la collaborazione, ha di certo chiarito alcuni dei numerosi passaggi riguardanti l’ECM, fornendo elementi atti ad affrontare il triennio formativo appena iniziato con la necessaria consapevolezza. Qualora però il lettore non abbia individuato nell’intervista tutte le risposte ai propri dubbi o necessiti di riscontri precisi a quesiti specifici o, ancora, voglia approfondire quegli argomenti trattati solo marginalmente, in una sorta di work in progress, in un secondo passaggio nella rubrica cercheremo di fornire le necessarie risposte a quelle domande che ci perverranno alla casella di posta elettronica gcb.mobile@gmail.com.

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