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Detraibilità spese sanitarie, camera boccia ogni proroga

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Ufficio Stampa AIO

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dom. 16 febbraio 2020

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AIO: scelta grave che non frena l’evasione fiscale.

«Siamo venuti a conoscenza del fatto che nemmeno una piccola proroga di tre mesi è stata concessa riguardo alla detraibilità delle spese sanitarie pagate in contanti dai nostri pazienti. Si tratta di una scelta grave». Non usa mezze parole il presidente di Associazione Italiana Odontoiatri Fausto Fiorile nel commentare la bocciatura alla Camera degli emendamenti proposti al decreto Milleproroghe, a firma di Raffaele Nevi ed Andrea Mandelli (FI), che chiedevano di rinviare la possibilità di detrarre dall’Irpef 2021 le spese del dentista o del medico privato.

«Anche l’ultimo tentativo dell’onorevole Nevi, volto a far decorrere dal 1° aprile anziché dal 1° gennaio 2020 l’obbligo di pagare le spese sanitarie con mezzi tracciabili (assegni, moneta elettronica, bonifici) è stato dichiarato inammissibile alle commissioni Affari Costituzionali e Bilancio. Gli italiani – dice Fiorile – dovranno soggiacere senza sconti a una situazione paradossale. Un ordinamento che permette di portare ancora in detrazione molte spese “cash”, nega però l’uso del contante proprio a chi deve pagarsi le cure per stare bene. Stiamo parlando di prestazioni trasparenti, perché normalmente e fiscalmente quietanzate e comunicate all’Agenzia delle Entrate da tutti i professionisti ogni 31 gennaio!».

«La nuova normativa, illogica e certo inutile in chiave anti-evasione è fortemente stigmatizzata da AIO perché colpisce in modo particolare i cittadini più poveri», afferma il Segretario dell’Associazione Danilo Savini. «Non ci sfuggono infatti le difficoltà attraversate in questi giorni da molti nostri pazienti che difficilmente possono accedere sia al credito sia agli enti creditori per appoggiarsi – beninteso a titolo oneroso – a un conto corrente o ad una carta di credito. AIO lotterà in ogni sede e con ogni forza perché il diritto alla salute torni tutelato come la Costituzione del 1948 ce lo aveva consegnato».

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