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Dagli Stati Generali a Roma echi generalizzati di protesta, mobilitazione ma anche collaborazione

m.boc

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gio. 22 ottobre 2015

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Si concludeva con uno slogan ultimativo, l’invito ufficiale di FNOMCeO a partecipare numerosi nella mattina del 21 ottobre agli Stati Generali della professione, presso l’Auditorium Loyola di Roma, per un servizio sanitario equo e solidaristico.

Allo slogan “Non c’è progresso della società senza i medici”, hanno fatto eco, in un Auditorium affollato, altri motti altrettanto eloquenti: “Regione che vai, sanità che trovi”; e ancora “Una sanità a pezzi”, fino al perentorio “Basta!” a caratteri cubitali sulla lavagna luminosa alle spalle dei relatori.

A parlare sui 10 punti qualificanti della piattaforma sono stati ufficialmente cinque relatori, con una decina di interventi arrivati dal pubblico a caratterizzare una mattina piena soprattutto di rabbia. Rabbia contro un Governo che, con una raffica di provvedimenti, unanimemente bollati come persecutori, un risultato certo l’ha ottenuto: favorire, almeno in questa circostanza, l’unità tra i medici, notoriamente divisi. Nell’Auditorium erano presenti praticamente tutte le sigle sindacali, anche scientifiche, rappresentanze ordinistiche e singoli professionisti, così raro vederli tutti insieme. Qualcuno ha storto il naso, puntualizzando che l’ordine in fondo è un organo ausiliario dello Stato, ma Guido Giustetto, presidente dell’ordine, oltre che consigliere del Comitato centrale FNOMCeO, ha osservato come anche la contrapposizione critica può essere fonte di collaborazione.

A riprova è stata fissata un’agenda di lavori in cui verranno analizzati uno per uno alla settimana i dieci punti qualificanti della piattaforma «per un servizio nazionale equo e solidale». Dieci rifl essioni che suonano anche come momenti di una mobilitazione permanente a fronte del «sanzionamento ripetuto che lo Stato sembra voler infliggere alla categoria – osserva Giustetto –. Una mobilitazione che dovrebbe sfociare a fi ne novembre in una fi accolata e, a metà dicembre, addirittura in un grande sciopero medico di tutte le sigle sindacali e non. Seguirà, nella primavera 2016, una “Tre giorni” più collaborativa di «costruzione della fi gura del medico del futuro».

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