L’OSAS, patologia complessa e ancora poco trattata. Su questo tema si svolge sabato 29 settembre nella sede dell’Ordine di Torino il Convegno “OSAS, Disturbi respiratori nel bambino e nell’adulto. Un approccio multidisciplinare dal bambino all’adulto”.
È organizzato dalla CAO di Torino in collaborazione con la SIDO (Società Italiana di Ortodonzia) e con relatori di vari ambiti coinvolti nella diagnosi e gestione OSAS: dal pediatra (Renato Turra) al medico di famiglia (Roberto Venesia), dall’otorinolaringoiatra (Fernando Gervasio) al medico del sonno (Alessandro Cicolin), fino agli Ortodontisti (Marzia Segù e Gaetano Turatti), con due relazioni distinte per il bambino e per l’adulto. Alla Tavola Rotonda, da titolo significativo “Chi fa cosa”, presenti anche il presidente SIDO, Giuseppe Fiorentino e della CAO, Gianluigi D’Agostino. Al termine uno spazio ai soci SIDO, ai quali un socio attivo IBO ha illustrato come preparare i casi da presentare per il Model Display (esame per il passaggio di categoria da Socio provvisorio a ordinario) e per l’IBO (esame per ottenere il Certificato di Eccellenza in Ortodonzia).
Cosa vuol dire OSAS e a quali patologie si riferisce? Acronimo di Obstructive Sleep Apnea Syndrome (Sindrome delle Apnee ostruttive del Sonno) è un disordine caratterizzato da ripetuti episodi di completa o parziale cessazione del flusso d’aria attraverso le vie aeree superiori, dovuto al ricorrente collasso nel sonno, con conseguenti sonnolenza diurna e russamento notturno. Considerata a tutti gli effetti una patologia cronica, rientra nei criteri stabiliti dall’OMS: è di lunga durata, tendenzialmente di lenta progressione e non è trasmissibile.
Secondo il Rapporto “Global surveillance, prevention and control of chronic respiratory diseases: a comprehensive approach” pubblicato nel 2007, le persone affette sono più di 100 milioni, sebbene più del 75% dei casi non vengano mai identificati. Può presentarsi a qualunque età, con un range maggiore tra 40 e 60 anni e una prevalenza negli adulti che si attesta tra il 1,2 e il 7,5%. È stato valutato che 1 maschio su 4 ed 1 femmina su 10 presentino un valore superiore alle 5 apnee per ora; il sesso maschile sembrerebbe avere il doppio delle probabilità di sviluppare l’OSAS, con una prevalenza stimata del 4% (rispetto al 2% femminile).
Ancora poco “riconoscibile”, è malattia cronica piuttosto complessa, dall’eziologia multifattoriale e di difficile inquadramento, che negli ultimi anni ha attirato l’attenzione dei professionisti poiché riconosciuta come una delle più frequenti cause di eccessiva sonnolenza diurna e russamento notturno. Studi recenti indicano inoltre che è associata anche ad altre patologie croniche, quali aritmie cardiache diverse dalla fibrillazione atriale, disturbi cognitivi e dell’umore, sindrome depressiva, insonnia, asma bronchiale, insufficienza renale, neoplasie e steatosi epatica.
L’interesse, che riguarda soprattutto la correlazione tra OSAS ed incidenti stradali, è cresciuto esponenzialmente al punto da incidere sulle leggi in materia di rilascio e/o rinnovo delle patenti di guida a livello nazionale e europeo. Infatti, i soggetti OSAS rischiano incidenti stradali fino a 7 volte di più rispetto a quelli sani, riscontrano più infortuni sul lavoro (non associati alla guida) e vanno incontro a riduzione della performance lavorativa. Se in Italia i 6 milioni di potenziali pazienti venissero adeguatamente trattati, avremmo un risparmio annuo di oltre 15 miliardi di euro, quasi l’equivalente dell’ultima manovra finanziaria. Anche il Ministero della Salute ha emanato apposite Linee Guida cui fare riferimento.
Per questi motivi l’OSAS rappresenta un problema non solo sanitario ma anche sociale ed economico, perché incide negativamente sulla qualità della vita e sullo stato sociale del paziente e familiari; ciò accade già negli anni che precedono la diagnosi e peggiora con la naturale progressione della malattia, che essendo di interesse multidisciplinare, necessita di azioni diagnostiche e terapeutiche coordinate tra diversi specialisti per garantire un intervento ottimale per persone di tutte le età: la scelta terapeutica ed il follow up devono essere frutto di una valutazione concorde presa dagli specialisti coinvolti.
Le opzioni terapeutiche attualmente disponibili sono rappresentate da:
- Programma educazionale e Terapia comportamentale, raccomandati in pazienti affetti da forme lievi. Comprendono principalmente strategie volte al calo ponderale, all’astinenza dall’alcol e droghe e a una migliore igiene del sonno. Ad esempio quando le apnee risultano strettamente legate ad una posizione supina durante il sonno, la terapia è di tipo posizionale;
- Il trattamento CPAP nasale (Continuous Positive Airway Pressure): è di elezione per OSAS moderato e grave. Opportunamente tarata, la CPAP è in grado di contrastare il collasso delle vie aeree superiori erogando un flusso d’aria compressa attraverso una mascherina nasale (o oronasale) che stabilisce una pressione transmurale positiva nella faringe. La miglior ossigenazione consente al paziente di beneficiare di un sonno meno frammentato, situazione che si riflette positivamente sulla qualità della vita attraverso una diminuzione drastica della sonnolenza diurna, miglioramento della funzione neurocognitiva e abbassamento dell’incidenza di patologie cardiovascolari. La compliance del paziente rappresenta il principale svantaggio di questa terapia: il macchinario è ingombrante e necessita di un periodo di adattamento più o meno lungo, a partire dalla sua calibrazione fino alla ricerca della giusta maschera da indossare. Se non adeguata al paziente, può provocare effetti collaterali minori ma non per questo poco fastidiosi come naso secco, mal di gola, congestione nasale e piaghe della pelle;
- Dispositivi odontoiatrici di avanzamento mandibolare (MAD): sono proposti nei casi di OSAS lieve e moderata o quando il paziente con OSAS grave non aderisce alla terapia con CPAP. I MAD, a differenza della CPAP, sono poco invasivi e quindi incontrano più facilmente il favore del paziente migliorando la collaborazione e l’adesione al trattamento. Questi dispositivi protrudono la mandibola consentendo la stabilizzazione e l’allargamento delle vie aeree, prevenendone quindi il collasso;
- Chirurgia otorinolaringoiatrica o maxillo-facciale: si ricorre principalmente all’uvulopalatofaringoplastica e alla chirurgia multilivello, in cui rientrano sospensione la sospensione ioidea, l’avanzamento genioglosso, la riduzione dei turbinati, la settoplastica, la stabilizzazione linguale, la tonsillectomia, l’adenoidectomia e la radiofrequenza della base della lingua. Ad essi si aggiunge anche quello di protrusione bi-mascellare per allargare la via aerea retrolinguale e retropalatale. Soluzioni tuttavia piuttosto invasive.
Gli Odontoiatri hanno la possibilità di intercettare precocemente i segni e sintomi, dato che una percentuale molto elevata della popolazione generale si reca dall’odontoiatra almeno una volta all’anno per visite di controllo, igiene orale professionale o per eseguire terapie. Allo stesso tempo, possono valutare se il paziente presenta le indicazioni per essere sottoposto a trattamento con specifici dispositivi orali (Oral Appliances, OA), divenuti negli ultimi anni una modalità di trattamento sempre più comune per l’OSAS e per il russamento.
Anche se la positive airway pressure (PAP) rimane il più comune e il più efficace trattamento per i disturbi respiratori del sonno, offrono una terapia efficace per molti pazienti, offrendo alcuni vantaggi rispetto alla PAP in quanto non richiedono una fonte di energia elettrica e meno ingombranti, soprattutto durante i viaggi. Ben tollerati dalla maggior parte dei pazienti, l’aderenza terapeutica potrebbe essere migliore rispetto alla C-PAP.
Con l’individuazione della scelta terapeutica risulta necessaria contestualmente quella della figura specialistica di riferimento per il follow up che consta di controlli periodici finalizzati a:
- verifica dell’efficacia del trattamento prescritto e dell’aderenza al trattamento;
- ricerca e correzione delle eventuali cause di scarsa aderenza;
- introduzione di eventuali modifiche del trattamento;
- il persistere della sonnolenza e/o della presenza di fatica (astenia) in un soggetto in trattamento ottimale, deve essere seguito da un adeguato approfondimento diagnostico.
In ogni caso nella riuscita della terapia l’accettazione e l’aderenza al trattamento somministrato ricoprono un ruolo cruciale.
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