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Compie 10 anni il Museo della Dental School unica esposizione permanente dedicata all’Odontoiatria

gio. 6 settembre 2018

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Valerio Burello, il Curatore, parla della sua “creatura”.

Valerio Burello, odontotecnico con laboratorio in Moncalieri, è un appassionato di storia odontoiatrica. Si deve a lui se Torino al terzo piano del Lingotto, dove ha sede la Dental School, vi è questa “Collezione storica di Odontoiatria” come la chiama lui che ad oggi è l’unica esposizione permanente in Italia dedicata esclusivamente all’Odontoiatria.

Il motivo della denominazione come precisa in un’intervista, è presto spiegato: «I musei, per chiamarsi tali, sono vincolati al rispetto di una specifica normativa stabilita dal Ministero. La nostra collezione non ha le caratteristiche necessarie per rispettare i criteri tecnico-scientifici che identificano gli standard di funzionamento e di sviluppo dei musei».

Di qui il motivo che l’ha in dotto a non usare la denominazione anche se per comodità e abitudine viene usato il termine museo. È quello che peraltro usa anche il vocabolario quando parla di «musei scolastici e universitari annessi agli istituti di istruzione e alla facoltà universitarie come mezzo ausiliario dell’insegnamento».

L’idea dell’iniziativa in sé risale ad un’ottantina di anni fa a Luigi Casotti, storico dell’Odontoiatria, con l’allestimento del “Museo Archivio di Storia della Stomatologia”, per illustrare ai medici specializzandi, l’evoluzione della professione. Esposta in due vetrine in un ambulatorio dell’ospedale fino agli anni Sessanta, la collezione seguì la sorte di vari altri musei universitari trasferiti in luoghi impropri, relegati in cantine o soffitte «uno scempio avvenuto anche all’estero» dice Burello.

L’attuale esposizione è opera di Giulio Preti, Direttore della Clinica Odontostomatologica dal 1993 al 2006, il quale nella sua autobiografia (“L’albero delle giuggiole”) scrive che appena diventato Direttore di istituto era stato uno dei suoi primi desideri avere la raccolta storica, nell’ambito della Scuola. «Inizialmente – dice – trovo uno spazio nel corridoio che immette alla biblioteca della vecchia clinica. In due vetrate espongo quel che rimane della raccolta “Casotti” andata, in gran parte, dispersa».

Nella neonata Dental School Preti prevede un locale apposito e, in un Consiglio di Istituto, provvede a far nominare Burello Direttore del Museo, il quale, grazie alla sua dedizione lo fa diventare negli anni «un gioiello con pochi rivali». «Sono veramente grato al Professor Preti – dice Burello – perché da questo percorso ho tratto un personale arricchimento culturale che altrimenti non avrei potuto e saputo permettermi».

Dental School e Museo (pardon collezione) vengono inaugurati il 14 febbraio 2008, ma già dal 2003 negli stessi locali del terzo piano prospicenti la rampa elicoidale che consentiva alle auto di giungere alla pista, rimane temporaneamente esposta la donazione Amoretti. Sotto le cure attente di Burello e grazie a vari apporti, il Museo è divenuta una presenza di richiamo della Dental School ma anche ben oltre.

Destinato inizialmente ad un pubblico specialistico ha interessato infatti tantissime persone non addette ai lavori provenienti dall’Italia e dall’estero. Contribuiscono ad attrarre i visitatori anche gli apporti che via via hanno arricchito la collezione. Oltre alle donazioni Casotti e degli Amoretti (odontoiatri e odontotecnici da più generazioni molti dei quali laureati a Torino) altri oggetti provengono da donazioni non meno importanti. «Attualmente possiamo contare su circa duemila tra reperti e libri antichi sia in mostra che non esposti» riassume Burello.

Visitare un museo è come compiere un viaggio emozionante alla scoperta del passato e dell’evoluzione scientifica, componente essenziale della cultura. Nella Collezione del Lingotto vi sono entrambe, in un arco che va da oggetti di origine romana e del Medioevo, grazie alla figura di Ambroise Parè, fino alla nascita dell’Odontoiatria moderna e contemporanea.

Tra i più antichi, strumenti chirurgici romani e riproduzioni di protesi etrusche sul modello di quelle custodite presso i vari musei presenti sul territorio. Tra i più vicini a noi la futuristica poltrona Spaceline-B della Morita degli anni ‘70 o il primo Torquecontroller della Nobepharma, ma anche il craniostato Mongini-Preti usato dagli anni 80 per radiografie transcraniali oblique dell’articolazione temporomandibolare.

Importanti sono le schede destinate alla didattica realizzate dal Professor Casotti negli anni ‘30 e ‘40: oltre settecento cartelle composte utilizzando materiali grafici che rappresentano un singolare esempio di valorizzazione del bene culturale. Altri oggetti difficilmente reperibili in altri musei, sono, ad esempio i “denti terro-metallici” di Giuseppangelo Fonzi, risalenti agli anni venti dell’Ottocento, provenienti dalla collezione Guerini, primi esempi di realizzazione protesica eseguita con la porcellana per la confezione di elementi dentari singoli muniti di ritenzioni in platino e destinati alla protesi rimovibile.

Un altro è l’Operay Multibeam prodotta dall’americana Ohio Chemical and Manufactory Company, lampada centrale circondata da lenti convesse che focalizzano dirigendo la luce verso sei grandi specchi che a loro volta reindirizzano i fasci luminosi alla bocca. Proviene dallo studio dentistico di Asmara, appartenuto alla dottoressa Emma Castagnari, professionista che come molti altri italiani dovette abbandonare precipitosamente il Paese negli Anni ‘70 a causa del regime Menghistu. Recentemente sono pervenuti al Museo rari esempi di apparecchi ortodontici databili intorno alla fine dell’ottocento, tra cui un cofanetto realizzato (1890) dalla ditta Arnold Biber, contenente una vetrinetta con esposti numerosi dispositivi.

Il Museo è alla vigilia di un ampliamento, deliberato dal Comitato Scientifico della Dental School, utilizzando il locale attualmente in uso dagli studenti per la mensa dirimpetto al museo. Si pensa di sviluppare un percorso per valorizzare la memoria storica dell’insegnamento dell’Odontoiatria in Piemonte, fin dalle prime disposizioni legislative del Settecento, attraverso le biografie dei primi maestri e pionieri dell’Odontoiatria e gli oggetti appartenuti alla Clinica Odontostomatologica. Esposizione che prenderà il nome da una celebre relazione del Professo Giulio Preti: “L’Odontoiatria in Piemonte ieri, oggi e domani”.

Oltre all’ampiamento Burello auspica l’apporto di volontari per occuparsi dalla catalogazione e informatizzazione dati alla conservazione e tutela delle collezioni e dei contenitori museali, dalla comunicazione alla didattica, al riordino degli archivi documentari e fotografici all’organizzazione di mostre temporanee. Perché tutti questi servizi finora sono svolti da un’unica persona (ossia Burello ndr.) che da una decina d’anni a titolo volontario e gratuito cataloga, inventaria, valorizza, organizza il materiale, gestisce le numerose donazioni. Il suo primo compenso? Far conoscere la collezione conducendo i visitatori alla scoperta dei suoi tesori.

 

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