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Conferenza FDI a Lucerna sulla salute orale e l’invecchiamento della popolazione

Dr Hiroshi Ogawa (WHO), Dr Patrick Hescot (FDI), Dr Beat Wäckerle (Swiss Dental Association), Makoto Nakao (GC) (Photograph: Gilberto Lontro/FDI)
Dental Tribune International

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lun. 13 giugno 2016

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LUCERNA. Dal 3 al 5 maggio, si è svolta la conferenza dell’FDI, la World Dental Federation su salute orale e invecchiamento. Ad inviti, la conferenza si è concentrata su “Salute orale per tutta la vita: un diritto fondamentale”. Venti esperti da tutto il mondo, incluso il World Health Organization (WHO) insieme sulle strategie per affrontare le malattie orali e la perdita di denti nella fascia di popolazione più anziana.

Dopo il Congresso mondiale (marzo 2015) su “Cura e salute orale per una sana longevità in una società che invecchia”, tenuto dal WHO e dall’Associazione Dentale Giapponese, a Tokyo, l’FDI ha varato un’iniziativa di promozione della salute su scala mondiale (OHAP) in collaborazione con il Gruppo GC International, perché la salute orale venga compresa nel quadro delle politiche sanitarie per l’invecchiamento della popolazione.

Dice il presidente FDI, Patrick Hescot: «Il fatto che la popolazione viva più a lungo grazie alla medicina, alla tecnologia e alle politiche sanitarie, costituisce un grande risultato; tuttavia, il nostro ruolo come dentisti è quello di assicurare che non solo si viva più a lungo, ma in modo più sano, liberi dalle malattie dei denti che giocano un ruolo fondamentale nel benessere generale dell’individuo. La salute orale durante l’invecchiamento è spesso un’area trascurata. Di qui la nostra conferenza, iniziativa importante: per ristabilire una priorità ed un equilibrio».

Ha aggiunto Beat Wäckerle, presidente della Swiss Dental Association e “padrone di casa”: «Evitare la perdita dei denti è di cruciale importanza per una vecchiaia sana. Ciononostante l’edentulia è un evento frequente in tutto il mondo tra le persone in età avanzata. Le cause principali sono le carie dentali e le malattie periodontali. Dobbiamo agire con sollecitudine mettendo in campo strategie preventive». Anche se la perdita di denti è in diminuzione in molte nazioni ricche e la popolazione anziana continua sempre più a conservare i propri denti e in buone condizioni, le ultime cifre del WHO indicano che in Paesi a medio e basso reddito la frequenza di malattie orali è in aumento. La maggior parte delle malattie orali necessita di cure ma per limitate disponibilità (o inaccessibilità) la possibilità di poter fruire di prestazioni odontoiatriche è bassa tra le fasce più anziane.

Makoto Nakao, presidente di GC, sottolinea a sua volta «In paesi come il Giappone, il 30% della popolazione è oltre i 60 anni. Sono i Paesi a medio-basso reddito che stanno sperimentando i maggiori cambiamenti e GC si impegna a lavorare a fianco dell’FDI e del suo network di più di 200 Associazioni dentali nazionali, per affrontare il problema su scala globale mirando ad un miglioramento dei livelli di salute orale per milioni di persone affette da patologie orali, mentre potrebbero godere di una vecchiaia in buona salute».

I risultati del recente meeting di Lucerna saranno presentati all’annuale Congresso mondiale FDI che si terrà a Poznań, in Polonia, dal 7 al 10 settembre. In tale occasione verranno lanciate strategie per combattere le malattie orali nelle fasce di popolazione più anziane. Secondo il Global Burden of Disease Study, le malattie della bocca colpiscono 3,9 miliardi di persone nel mondo. Le carie non curate riguardano quasi la metà della popolazione (44 per cento) facendone la malattia più comune tra le 291 prese in esame nella ricerca.

Le cattive condizioni della bocca possono costituire una minaccia per la salute sia dal punto di vista psicologico che da quello fisiologico, portando a una sensibile riduzione della qualità di vita. Oltre a quelli funzionali, i problemi dei denti possono portare a infiammazioni gengivali e a una dieta di bassa qualità, tutte circostanze che aumentano il rischio di nutrizione non corretta. FDI sottolinea il pericolo affermando che, se non affrontato urgentemente, il problema può solo peggiorare. WHO stima infatti che tra il 2015 e il 2050 la fascia di popolazione ultrasessantenne quasi raddoppierà, passando dal 12 al 22 per cento.

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