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“Un colpo al cerchio e uno alla botte” Le novità fiscali 2015 per i professionisti

A. Piccaluga

A. Piccaluga

gio. 29 gennaio 2015

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Con l’avvento del 2015 assistiamo a un nuovo cambio di strategia del fisco. Si tratta in realtà di una ennesima dichiarazione in questo senso, cui solo i prossimi mesi potranno dirci se vi sarà reale corrispondenza. L’ottica dichiarata è ridurre ulteriormente le agevolazioni riservate ai professionisti in favore di un dialogo con l’erario e di un atteggiamento più collaborativo. Un nuovo approccio che da punitivo diverrebbe finalmente preventivo.

Niente di nuovo. Il primo grande passo in questo senso si ebbe con una serie di disposizioni, emanate con la legge 27 luglio 2000 n. 212, che presero il nome di “Statuto dei diritti del contribuente”. Disposizioni, purtroppo sovente disattese, che avrebbero dovuto instaurare un rapporto paritetico tra erario e contribuente. In realtà, vi fu un aumento pressoché contestuale dei controlli fiscali e l’inaugurazione di strumenti di controllo di natura presuntiva o induttiva sulla cui correttezza si sono espresse diverse riserve anche per voce di organi nazionali o da parte della magistratura.

Ricordiamo, ad esempio, la sentenza n. 23.554 del 2012, che ha frenato la discutibile inversione del ruolo probatorio imposta dal redditometro, o la sentenza n. 22.003 del 2014 (ultima di una serie), che ha contestato l’utilizzo del solo discostamento dagli studi di settore per la presunzione di maggior reddito, o ancora – sempre in tema – la protesta fiscale dell’Ordine commercialisti contro gli studi di settore nati come “strumento di monitoraggio”, ma poi adottati alla stregua di “parametro di determinazione coattivo del reddito”.

 

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