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Dental Tribune intervista Aldo Bruno Giannì, Giovanna Perrotti e Tiziano Testori.
Prof. Aldo Bruno Giannì, direttore dell’Unità operativa complessa di Chirurgia maxillo-facciale e Odontostomatologia presso la Fondazione Ca’ Granda - Ospedale Policlinico di Milano.
Professor Giannì, ci può parlare dell’approccio facciale globale? Ci può illustrare cosa si intende con questo termine?
Innanzitutto vorrei chiarire che il concetto non è una novità in senso assoluto, ma è un approccio che potremmo definire globale di riabilitazione sia funzionale che estetica non solo della bocca, ma del viso in toto. Tale filosofia – cioè l’ottimizzazione del risultato estetico e funzionale – è un obiettivo consolidato da molti anni in svariati ambiti della chirurgia maxillo-facciale. In particolare, parlando di chirurgia ortognatica, la semplice correzione dei rapporti occlusali in paziente con deformità dento-mascellare oggi non è più accettabile. Infatti, per definizione l’obiettivo è quello di ottenere sì una correzione di rapporti occlusali, ma nel contempo anche la migliore estetica del viso con un armonico rapporti tra le tre componenti, che sempre sono in gioco in questi trattamenti, vale a dire denti, ossa e tessuti molli.
Il messaggio che dovrebbe essere recepito dai colleghi odontoiatri è quindi duplice: da un lato, cioè, i parametri di estetica del viso che vengono comunemente utilizzati nella programmazione dei casi di chirurgia ortognatica (linea del sorriso, definizione del profilo, esposizione labio dentale ecc.) possono e devono valere anche nella programmazione di riabilitazioni implantoprotesiche di pazienti totalmente o parzialmente edentuli, per ottimizzare anche in questi casi l’armonia del volto, e dall’altro che il successo di un trattamento odontoiatrico (ortodontico o implantare) non può unicamente essere misurato dal “buco della serratura”, cioè guardando il paziente in bocca, ma deve essere valutato globalmente. Il paziente non va in giro con i suoi denti o con la sua lastra, ma con la sua faccia.
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