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Perché cresce la percentuale di successi in odontoiatria

Il prof. Angelo Putignano
Angelo Putignano

Angelo Putignano

gio. 21 dicembre 2017

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Approfitto dell’opportunità per fare alcune considerazioni su quanto accade in Odontoiatria negli ultimi tempi.

Sempre più tecniche appaiono con nomi a volte veramente incomprensibili dettati dalla volontà di un relatore piuttosto che un altro di lasciare un segno della propria presenza.

Personalmente credo che non è dando nomi a tecniche peraltro non nuove che si possa lasciare un segno, ma solo attraverso una corretta informazione sulle reali applicazioni e/o benefici nel suo utilizzo. In poche parole con la concretezza.

Se una tecnica funziona in poche mani o se non porta alcun beneficio, allora, la comunicazione dovrebbe esaurirsi in un semplice io faccio così ma nulla è cambiato. Questo naturalmente niente toglie al progresso.
Se si legge la letteratura si vede che nell’ultima decade la percentuale di successi, ad esempio nei restauri diretti, è cresciuta tantissimo rispetto alle due decadi precedenti. Tuttavia le tecniche utilizzate sono le stesse di 30 anni fa.

La prima considerazione che mi viene da fare è: forse sono migliorati i materiali?
Nella valutazione del successo ogni singolo fattore andrebbe analizzato. Certamente i nuovi materiali sono diversi da quelli precedenti, finalmente le aziende cominciano ad ascoltare gli utilizzatori e non solo chimici, fisici o ingegneri. Le competenze cliniche sono a volte più rilevanti degli stessi materiali e la presenza di consulenti odontoiatri, sta aiutando moltissimo nel cercare di realizzare prodotti che possano realmente migliorare la vita del professionista con una semplificazione delle tecniche che porti al raggiungimento di una qualità che non sia solo patrimonio dello specialista.

In questa direzione avvicinarsi al digitale, a mio avviso, porterà il livello a un gradino superiore con
grandi benefici soprattutto per quello che io considero il vero obiettivo del nostro lavoro “il paziente
dimenticato”.

È tempo di cambiamenti per la nostra professione, non facciamoci trovare impreparati o purtroppo perderemo quello che più ci ha contraddistinto nel mondo dove siamo ancora protagonisti: la passione per il nostro lavoro.

L'editoriale è stato pubblicato su Cosmetic Dentistry n. 4 dicembre 2017

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