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Per Susanna Tamaro «tante bocche perfette, ma pochissimi i veri sorrisi»

P. Visalli

P. Visalli

mer. 25 gennaio 2017

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Per ovvi motivi non capita spesso che un odontoiatra intervisti una paziente famosa, come può esserlo in questo caso Susanna Tamaro. Eppure questo è avvenuto: Paolo Visalli, medico odontoiatra di Roma, collaboratore di Dental Tribune, ha parlato di sorrisi con la celebre scrittrice nota nel mondo per avere venduto “Va dove ti porta il cuore” (15 milioni di copie) da cui nel 1996 venne tratto un film con Virna Lisi e Margherita Buy. Nel 2011, in occasione delle celebrazioni per l'Unità d'Italia venne inserito fra i 150 «Grandi libri» che hanno segnato la storia del Paese.

Cos'è per Susanna Tamaro il sorriso?
È il modo più intenso – insieme allo sguardo – per comunicare tra le persone e di questi tempi, ahimè, è anche il più raro. Ci sono ormai tante bocche perfette ma pochissimi i veri sorrisi.

Secondo lei la gente non sorride solo perché non ha bei denti?
No, la gente non sorride principalmente perché ha perso il piacere della convivialità. Io ad esempio ho denti molto irregolari, ma questo non mi ha mai impedito di sorridere. E sorrido molto spesso.

Si può sorridere anche senza un sorriso da star?
Sì. L’ossessione della perfezione fisica è una delle profonde malattie del nostro tempo. Non si ha il coraggio di andare alla ricerca delle vere ragioni della propria insoddisfazione e allora ci si aggrappa all’esteriorità - alle labbra, ai denti, a qualche inesistente imperfezione del volto. Ma la bellezza dei volti è proprio nella loro diversità. Questo continuo intervenire nella modifica dei propri tratti somatici sta omologando le persone in un maniera piuttosto angosciosa. Sempre più replicanti, sempre meno persone.

Oltre all'aiuto che i dentisti possono dare per ritrovare il sorriso, cosa consiglia?
Di trovare dentro di sé la gioia di vivere, il desiderio di comunicare e condividere le emozioni profonde con gli altri, rompendo il guscio della diffidenza e della scontentezza che ci tiene prigionieri.

Allora sorridere può divenire causa di gioia e non solo effetto d’interventi odontoiatrici?
Certo.

Lei si definisce una musona o una che sorride?
Io sono una persona che sorride molto, direi quasi sempre. Ho un carattere allegro e mi piace fare anche la prova sorriso quando vado sugli autobus. Guardo le persone e sorrido. Ma purtroppo a un sorriso vero non risponde mai nessuno. Solo qualche bambino molto piccolo che conserva ancora lo stupore e l’innocenza.

In conclusione la nostra amata scrittrice non nega l’importanza della prevenzione e della cura del sorriso. Ma tiene particolarmente al suo valore umano. Giusto?
Esatto.

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