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Per le gravi atrofie della mascella superiore basta agli odontoiatri un corso di due giorni?

Luigi Grivet Brancot

Luigi Grivet Brancot

gio. 15 febbraio 2018

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Da qualche tempo l’industria implantare propone corsi, tenuti da chirurghi maxillo facciali, di grande esperienza volti all’addestramento di odontoiatri finalizzati all’inserimento di impianti in zone assai poco accessibili, quali la zona pterigoidea palatina e zigomatica, quest’ultima raggiungibile mediante l’attraversamento totale o parziale del seno mascellare.

Da alcune interviste realizzate con alcuni relatori di questi corsi che ho avuto modo di seguire, anche su cadavere, è emersa la specificità di tali tecniche implantari da parte dei chirurghi maxillo facciali, qualificati alla pratica di tali tecniche chirurgiche in virtù dei loro studi e dalla correlazione con la pratica quotidiana.

Forti di queste abilità alcuni di essi tengono corsi sponsorizzati dalle aziende del settore, volti all’addestramento degli odontoiatri. Per contro gli odontoiatri e i medici che praticano la chirurgia orale, se non addestrati per queste tecniche, non hanno una preparazione tale da poter maneggiare con dimestichezza tali presidi, i quali se non correttamente veicolati, sono in grado, per l’insidiosità dei siti anatomici ai quali sono destinati, a originare incidenti sempre molto gravi e spesso difficilmente contrastabili, fino a porre in pericolo la vita del soggetto.

Il mercato può tentare di banalizzare le reali difficoltà ma l’anatomia di un soggetto è unica e quasi mai desumibile in virtù della miriade di varianti, dagli atlanti o dai testi, in particolare quella del soggetto con gravi atrofie dei mascellari al quale questa terapia si rivolge in modo elettivo.

La pratica clinica sicuramente satura questa lacuna che resta in coloro i quali, fatto un corso della durata di uno o due giorni non acquisiscono l’esperienza necessaria e sufficiente per impiegare tali tecniche e tantomeno per fronteggiare le complicanze relative. Senza la pratica chirurgica di chi questa professione esercita quotidianamente è molto improbabile condurre un intervento di tale portata con coscienza e perizia.

L'articolo è stato pubblicato su Implants gennaio 2018.

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