Nell’ambito dell’informatica e della medicina a distanza (telemedicina) scopriamo che all’Università di Palermo c’è tanta carne al fuoco: tra progetti già realizzati, in itinere e i classici sempreverdi “sogni nel cassetto”.
Lo conferma Giuseppina Campisi, docente di Malattie Odontostomatologiche e Responsabile della Medicina Orale del Policlinico di Palermo: «È stata una lunga elaborazione, non solo di tipo tecnico- scientifico, ma principalmente culturale; le idee devono maturare giornalmente, divertendo e arrovellando, coinvolgendo soprattutto i collaboratori “stretti ed efficienti”, come Olga Di Fede, Vera Panzarella e Rodolfo Mauceri, i dottorandi e tesisti. Alle idee che maturano per diventare realtà, si deve poi necessariamente accompagnare l’entusiasmo e la saggezza dei decisori politici che in una terra, apparentemente così lontana e tristemente famosa per “altro”, hanno finanziato e creduto nella medicina a distanza e in tutti i suoi corollari – sottolinea la Campisi – e proprio per queste caratteristiche di area di periferia ci troviamo a realizzare l’aforisma “del fare, di necessità, virtù”».
Nel ribadire l’avanzato stato di realizzazione dell’idea di fondo ossia del valore di una digitalizzazione odontostomatologica a distanza, la Campisi conferma che da qui a breve saranno pronte tante novità assistenziali sul territorio Siciliano, mentre si sta lavorando per rendere realtà la visione futura di altri progetti. Saranno in tanti – continua ‒ a fruire dell’attivazione e messa a regime di idee e sistemi virtuosi, sia nella comunità medica che principalmente in quella dei pazienti più fragili.
Ma come essenziale presupposto a questa nuova visione afferma un principio: non cedere alla tentazione e non considerare la tecnologia “al servizio” e non “al posto” delle conoscenze diagnostiche e terapeutiche che ogni operatore sanitario deve possedere al momento della laurea e che soprattutto «deve mantenere, grazie agli ECM e ai corsi post-graduate, durante il corso della sua vita professionale».
Come dire: i sistemi informatici non sono tutto, ma aiutano a vivere e a lavorare meglio. «Importante è non dimenticarlo mai – sottolinea ‒ , per via dell’inevitabile mercificazione a cui assistiamo e che porta alla distinzione dei corretti user da chi utilizza i potenti mezzi digitali e le tecnologie in genere, anche, o purtroppo soprattutto, per far colpo sul cittadino».
Fatta questa doverosa premessa, la Campisi traccia un breve indice dei campi di applicazione e delle metodologie del digitale in Odontostomatologia, in applicazione attuale o futura all’Università di Palermo:
• Sistemi diagnostici;
• Applicativi tutoriali, per facilitare la diagnosi (per comunità medica e studentesca) e l’accesso alle strutture odontostomatologiche (anche per i cittadini);
• Cartelle cliniche e raccolta dati intra-ospedalieri e multicentrici;
• Sistemi di comunicazione a distanza- telemedicina e teleconsulto;
• Concorsi/contest aperti ai colleghi, gamification e corsi multimediali;
• Divulgazione di informazioni, libri in formato digitale e protocolli clinici.
Molte di queste attività sono già o saranno intensamente e razionalmente connesse tra di loro alla luce di un grande obiettivo: migliorare lo standard della prevenzione primaria e secondaria nell’ambito delle malattie odontostomatologiche. «Obiettivo che non si può pensare e realizzare da soli – osserva la docente –. Colleghi e collaboratori universitari di branca odontoiatrica/medica e/o informatica, Istituzioni pubbliche, Aziende Ospedaliere, Società Scientifiche, Associazioni di Categoria, Ordine dei Medici e degli Odontoiatri, Service, giornalisti, società di informatica occorre che ci credano insieme a chi ‒ come noi ‒ ci crede già».
In una serie di articoli di prossima pubblicazione si descriveranno queste attività; prossimo articolo si parlerà di sistemi diagnostici (compresa la fotografia digitale) e di applicativi tutoriali.
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