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La terapia canalare è associata a una riduzione dell’infiammazione e a un miglior controllo glicemico

Un recente studio ha dimostrato che il successo del trattamento canalare è associato a miglioramenti metabolici sistemici rilevanti per il rischio cardiovascolare (Immagine: Microgen/Adobe Stock).

gio. 25 dicembre 2025

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LONDRA, Inghilterra: Sebbene la parodontite periapicale possa aumentare l’infiammazione sistemica ed essere associata a un maggiore rischio cardiovascolare e a un peggior controllo glicemico, la relazione tra la terapia endodontica e i miglioramenti della salute metabolica non era stata precedentemente esplorata. Un innovativo studio clinico condotto al King’s College London ha ora analizzato le variazioni dei metaboliti sierici dopo il trattamento canalare e ha rilevato che esso è associato a una riduzione significativa dell’infiammazione e a miglioramenti dei livelli di glucosio nel sangue e di colesterolo, sottolineando i benefici sistemici di un’assistenza odontoiatrica efficace.

Nello studio, i ricercatori hanno seguito 65 pazienti presso il Guy’s and St Thomas’ NHS Foundation Trust per due anni dopo il trattamento canalare. Hanno analizzato i campioni sierici dei pazienti in cinque momenti temporali per monitorare le variazioni di 44 metaboliti, in particolare quelli coinvolti nel metabolismo del glucosio, degli amminoacidi e dei lipidi. Inoltre, hanno correlato tali cambiamenti con indicatori clinici della sindrome metabolica, biomarcatori infiammatori e i microbiomi del sangue e dei canali radicolari, al fine di comprendere meglio l’effetto della parodontite periapicale e del suo trattamento sui rischi di condizioni sistemiche.

Il team ha riscontrato che il successo del trattamento canalare era associato a diversi benefici significativi per la salute. Ad esempio, i livelli di glucosio nel sangue hanno mostrato una diminuzione statisticamente significativa a due anni dal trattamento, un miglioramento rilevante del metabolismo del glucosio che potrebbe contribuire a ridurre il rischio di diabete di tipo 2. Inoltre, sono stati osservati miglioramenti a breve termine nei livelli di colesterolo e di acidi grassi nel sangue, indicando profili lipidici strettamente legati alla salute cardiovascolare.

Lo studio ha evidenziato anche un cambiamento nei modelli di correlazione tra i metaboliti e i marcatori infiammatori. Gli autori hanno suggerito che tali modelli riflettano una riduzione del carico infiammatorio dopo il trattamento. Inoltre, è emerso che i batteri provenienti da denti infetti erano correlati a cambiamenti metabolici sistemici, mettendo in luce l’impatto più ampio della salute orale sul funzionamento generale dell’organismo.

L’autrice senior, la dott.ssa Sadia Niazi, docente clinica senior di endodonzia presso il King’s, ha dichiarato in un comunicato stampa: «I nostri risultati mostrano che il trattamento canalare non migliora solo la salute orale, ma può anche contribuire a ridurre il rischio di gravi condizioni di salute come il diabete e le malattie cardiache. È un potente promemoria del fatto che la salute orale è profondamente connessa alla salute generale».

La dott.ssa Niazi ha sottolineato che è fondamentale che gli odontoiatri comprendano le implicazioni più ampie delle infezioni endodontiche e promuovano attivamente una diagnosi precoce e un trattamento tempestivo. «Dobbiamo anche muoverci verso un’assistenza integrata, in cui dentisti e medici di medicina generale lavorino insieme per monitorare i rischi attraverso questi marcatori ematici e tutelare la salute complessiva. È il momento di andare oltre il dente e abbracciare un approccio realmente olistico alla cura odontoiatrica», ha concluso.

Sebbene siano necessarie ulteriori ricerche per validare questi risultati su popolazioni più ampie, secondo gli autori lo studio fornisce approfondimenti avanzati sul ruolo della cura orale nel promuovere la salute e il benessere generali.

Lo studio, intitolato “Successful endodontic treatment improves glucose and lipid metabolism: A longitudinal metabolomic study”, è stato pubblicato online il 18 novembre 2025 sul Journal of Translational Medicine.

 

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