Il 29 dicembre scorso il quotidiano La Stampa apre in prima pagina con un articolo intitolato “Da Cuneo alla Croazia con i pendolari dei denti” facendone motivo di “richiamo all’Italia che cambia”, grazie al flusso di cittadini che dal bel Paese si dirige nei Paesi dell’Est per sottoporsi a trattamenti medico odontoiatrici.
Il servizio illustra le varie fasi del viaggio (il 91° del 2016 secondo quanto riferisce il conducente del pulmino dei “turisti dentali”) fino all’arrivo in Croazia, ponendo soprattutto l’accento sul confronto tra le tariffe praticate oltreconfine e i preventivi dei dentisti italiani quelli stessi cui gli escursionisti si erano rivolti prima di approdare in Croazia. Uno scenario talmente positivo da richiamare l’idea che basti varcare quel confine per entrare in una sorta di “paradiso del sorriso”.
Varie e decise di conseguenza le prese di posizione. Gianluigi D’Agostino, Presidente della Commissione Albo Odontoiatri (CAO) di Torino: «Una modalità di fare comunicazione inaccettabile – definisce l’articolo – perché lede il diritto dei cittadini ad una informazione corretta e chiara, restituendo una rappresentazione della realtà professionale distorta». Rilevato che «informazione e pubblicità non possono essere confusi» e che «un giornalismo di qualità non può ridursi ad una narrazione enfatica senza confronti», D’Agostino si duole che «non sia stato chiesto alcun parere in merito ad un rappresentante dell’odontoiatria del Paese né di istituzioni pubbliche quali gli Ordini professionali né di Associazioni rappresentanti di categoria».
Tacciando come “inaccettabile” un’informazione che contravviene ad uno dei primi obiettivi della professione, cioè la tutela della salute pubblica, visto che essa passa anche da una informazione certificata, D’Agostino considera “un danno” per tutti i cittadini essere disorientati da un giornalismo cassa di risonanza a strutture che fanno del basso costo il loro cavallo di battaglia, senza mai fare riferimento invece a principi di base come etica e deontologia. Dopo aver puntualizzato che i giornalisti dovrebbero distinguere tra professione intellettuale ed attività commerciale, la nota ricorda un dovere comune a medici e giornalisti, ossia la qualità della informazione perché solo così può esserci «un’Italia che cambia».
«La tutela della salute pubblica – ribadisce a sua volta il presidente CAO nazionale, Giuseppe Renzo – passa anche attraverso una buona comunicazione. Nel caso specifico, poco o nulla si dice su efficacia e sicurezza, focalizzandosi solo sulla convenienza economica». «Quello del prezzo più basso – continua – è un terreno su cui l’Italia non può giocare la sua partita, perché sono incomparabilmente maggiori i costi di gestione degli studi per via di tassazione, stipendi del personale, legislazione più restrittiva per apertura e mantenimento. Un dislivello che porterebbe a configurare quasi una sorta di “concorrenza sleale” da parte delle cliniche estere. E il fatto che, nel Paese, ci siano dei costi incomprimibili più elevati che altrove è dimostrato dall’impossibilita del SSN di sostenere le spese per offrire gratuitamente le cure dentali a tutti i cittadini».
Rivolgendosi infine direttamente al Direttore del quotidiano le Associazioni torinesi di categoria «sono a chiedere alla Direzione e ai giornalisti la possibilità di una replica auspicando di potere in futuro aprire un dialogo costruttivo ed un fattivo confronto su temi di pressante attualità, come la tutela della salute orale. Impegnate come sono nel promuovere la cultura della prevenzione e nella divulgazione di una corretta informazione medico scientifica, le Associazioni auspicano quindi di poter anch’esse “aver voce” sulle pagine del quotidiano».
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