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La Peri-implantite la seconda complicanza più comune nei trattamenti implantari

Circa un quinto dei partecipanti ad uno studio svedese ha sviluppato la peri-implantite dopo il posizionamento dell’impianto (Immagine: Kasama Kanpittaya/Shutterstock).
Franziska Beier, Dental Tribune International

Franziska Beier, Dental Tribune International

gio. 1 luglio 2021

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GOTHENBURG, Svezia: Anche se sono stati segnalati tassi di sopravvivenza elevati per gli impianti dentali, possono comunque insorgere complicazioni biologiche o tecniche che interessano l’impianto, i tessuti circostanti o la ricostruzione implantare, con conseguente aumento dei costi di trattamento. Un recente studio, condotto presso l’Università di Göteborg per una tesi di dottorato, ha valutato la frequenza e i costi conseguenti di tali complicazioni.

Secondo la Swedish Social Insurance Agency, ogni anno in Svezia più di 30.000 pazienti ricevono una terapia implantare. Lo studio, condotto dalla dott.ssa Karolina Karlsson nell’ambito della sua ricerca di dottorato in odontoiatria presso l’Università di Göteborg, ha analizzato le cartelle dentali e le radiografie di 2.765 pazienti adulti. Di questi, 596 soggetti sono stati esaminati clinicamente nove anni dopo il trattamento implantare.

Di questi 596 pazienti, il 42% era stato colpito da almeno una complicazione biologica o tecnica durante il periodo di follow-up. Le complicanze tecniche sono risultate più frequenti, con un quarto dei pazienti che aveva sperimentato questo tipo di problematiche. La complicanza tecnica più comune è stata la scheggiatura (11,0%), seguita dall’allentamento delle viti (9,1%) e dalla decementazione (5,9%). Raramente sono state osservate fratture degli impianti o degli abutment.

>em>Dr Karolina Karlsson . (Image: University of Gothenburg)

Karlsson ha definito la dimensione della terapia restaurativa con impianti come il più importante indicatore di rischio per le complicazioni tecniche.

La peri-implantite è stata segnalata come la seconda complicanza più comune (19,0%). Il trattamento della malattia solo con metodi non chirurgici, sotto forma di pulizia professionale e di istruzioni sull’igiene orale, si è rivelato insufficiente. Un trattamento chirurgico aggiuntivo, tuttavia, è stato in grado di prevenire un’ulteriore progressione.

Perdita dell’impianto più costosa

La perdita dell’impianto, osservata nell’8% dei partecipanti, ha determinato il costo più elevato (2.403 dollari, 2.012 €) seguito da combinazioni di diverse complicazioni (2.347 dollari). Il costo delle complicazioni tecniche e della peri-implantite era simile (1.614 e 1.619 dollari rispettivamente).

In un comunicato stampa universitario, Karlsson ha commentato i dati dello studio: «I risultati forniscono agli odontoiatri e ai pazienti importanti informazioni che consentono loro di valutare e ridurre il rischio di complicanze associate alla terapia restaurativa con impianti».

Nelle fasi di pianificazione del trattamento è necessario prestare attenzione ai fattori di rischio per le complicanze. Ciò potrebbe contribuire a prevenire le complicazioni, con conseguenti benefici per i pazienti e, ridurre i costi apportando benefici generali alla società, ha affermato Karlsson nella sua tesi.

Ha aggiunto che occorre prestare attenzione alla manutenzione dei siti implantari per consentire l’individuazione precoce della peri-implantite e la fornitura di adeguate opzioni terapeutiche. In caso di patologie più pronunciate e persistenti, occorre prevedere interventi chirurgici per risolvere con successo la patologia e prevenire ulteriori progressi, ha sottolineato.

La tesi di dottorato, intitolata Implant-supported Restorative Therapy in a Swedish Population: Complications and Cost Evaluations, è stata pubblicato nel maggio 2021 dall’Accademia Sahlgrenska dell’Università di Göteborg.

 

 

 

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