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La parodontite può raddoppiare le probabilità di declino cognitivo

I ricercatori hanno recentemente suggerito che esiste un’associazione tra grave malattia parodontale e lieve insufficienza cognitiva e demenza negli adulti più anziani (Immagine: Kuttelvaserova Stuchelova/Shutterstock).

mar. 1 settembre 2020

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MINNEAPOLIS, U. S.: Gli scienziati hanno spesso collegato alcune forme di malattia parodontale con altre malattie infiammatorie, e ora un nuovo studio ha suggerito che la cattiva salute orale può anche avere un impatto sulla funzione cerebrale. I risultati hanno dimostrato che la malattia parodontale, soprattutto nella sua fase più avanzata, potrebbe aumentare la possibilità di sviluppare un lieve deterioramento cognitivo e la demenza in età avanzata.

Secondo i centri per il controllo e la prevenzione delle malattie, circa 64,7 milioni di americani di età pari o superiore ai 30 anni – la fascia d’età che costituisce la metà della popolazione totale – soffrono di parodontite. La malattia è stata spesso collegata con l’artrite, il diabete, il cancro e le malattie cardiovascolari. All’inizio di quest’anno, Dental Tribune International ha riportato uno studio che ha suggerito come la parodontite può essere causata da un parassita, Entamoeba gingivalis, che si nutre delle cellule del tessuto gengivale fino a distruggerlo.

Nel presente studio, denominato Atherosclerosis Risk in Communities, i ricercatori hanno incluso 8.275 partecipanti con un’età media di 63 anni. Nessuno dei partecipanti aveva la demenza senile. I ricercatori hanno valutato i partecipanti sulla base di un lieve deterioramento cognitivo e demenza ed hanno eseguito un esame parodontale completo che comprendeva la misurazione della profondità di sondaggio parodontale, il sanguinamento e la recessione. Sono stati poi raggruppati in base alla gravità e all’estensione della loro malattia parodontale e al numero di denti persi (o di denti sostituiti con impianti).

All’inizio dello studio, il 22% dei partecipanti non aveva alcuna malattia parodontale, il 12% aveva una lieve malattia parodontale, il 12% aveva una grave infiammazione parodontale e l’8% aveva un basso grado di perdita dei denti. Alcuni dei partecipanti, il 12%, avevano una malattia parodontale nei loro molari, l’11% presentava una grave perdita di denti, il 6% aveva una grave malattia parodontale e il 20% non aveva affatto denti. Al termine dello studio, i ricercatori hanno valutato 4.559 partecipanti su 8.275 che erano stati seguiti in media per 18 anni.

«Abbiamo esaminato la salute dentale della gente su un periodo di 20 anni e trovato che le persone con la malattia gengivale più grave all’inizio del nostro studio aveva circa il doppio del rischio di lieve insufficienza cognitiva o demenza entro la fine», ha riferito il co-autore Dott. Ryan T. Demmer, professore associato nella Divisione di Epidemiologia e Salute Comunitaria all’Università del Minnesota School of Public Health a Minneapolis. «Tuttavia, la buona notizia era che le persone con una perdita minima dei denti e lieve malattia delle gengive difficilmente sviluppavano problemi di pensiero o demenza rispetto alle persone senza problemi dentali», ha aggiunto.

I risultati mostrano che, complessivamente, quasi un quinto dei partecipanti, ovvero 1.569 persone, ha sviluppato la demenza durante lo studio. Ciò comprendeva il 14% dei partecipanti con gengive sane e una serie completa di denti, il 18% di quelli con malattia parodontale lieve, il 22% dei partecipanti con malattia parodontale grave e il 23% dei partecipanti edentuli.

I partecipanti edentuli avevano circa il doppio del rischio di lieve insufficienza cognitiva e demenza rispetto ai partecipanti con gengive sane e una serie completa di denti, mentre quelli con malattia parodontale intermedia o grave e con solo alcuni denti avevano un 20% maggiore di rischio di declino cognitivo rispetto al gruppo sano. I rischi sono stati valutati dopo che i ricercatori avevano preso in considerazione altri fattori che potevano influire sul pericolo di sviluppare demenza, tra cui il diabete, un alto livello di colesterolo nel sangue e il fumo.

«Un’ottima igiene dentale è un modo comprovato per mantenere denti e gengive sane per tutta la vita. Il nostro studio non prova che una bocca malsana provoca la demenza ma ne mostra un’associazione. Ulteriori studi sono necessari per dimostrare il legame tra i microbi nella bocca e la demenza, e per capire se il trattamento per la malattia delle gengive può prevenire questa condizione», ha osservato Demmer.

I ricercatori hanno avvertito che, poiché i partecipanti scelti per lo studio avevano un’età media di 63 anni, il loro declino cognitivo può aver preceduto la malattia parodontale e la perdita dei denti.

Lo studio, intitolato “Periodontal disease and incident dementia: The Atherosclerosis Risk in Communities Study (ARIC)”, è stato pubblicato online il 29 luglio 2020 su Neurology, in vista dell’uscita in un numero.

 

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