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La depressione influisce negativamente sulla diversità del microbioma orale

La depressione colpisce circa il 3,8% della popolazione mondiale e le donne ne soffrono circa il 50% più frequentemente degli uomini (Immagine: marjan4782/Adobe Stock).

mar. 15 luglio 2025

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NEW YORK, USA: Le malattie orali e la depressione sono entrambe destinate a diventare sempre più diffuse nei prossimi decenni, e recenti scoperte suggeriscono che potrebbero essere collegate. Un nuovo studio condotto da ricercatori di istituzioni statunitensi e cinesi ha esaminato l’associazione tra sintomi depressivi e disbiosi orale, rivelando che la depressione è significativamente associata a una ridotta diversità del microbioma orale. Sebbene la connessione tra il microbiota intestinale e la salute mentale sia stata ampiamente esplorata, questo studio evidenzia la necessità di ulteriori ricerche sul ruolo del microbioma orale nei disturbi psichiatrici.

La depressione rappresenta un importante problema di salute globale, ed è strettamente legata alla salute sistemica, come dimostrano numerosi studi. Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, la depressione colpisce circa il 3,8% della popolazione mondiale, con una prevalenza tra le donne superiore di circa il 50% rispetto agli uomini. Nonostante la sua diffusione e l’impatto sulla qualità della vita, i meccanismi biologici alla base della depressione rimangono solo parzialmente compresi, ostacolando lo sviluppo di strategie efficaci di prevenzione e trattamento.

I ricercatori hanno descritto il loro lavoro come un approccio innovativo alla ricerca sulla salute mentale. Sebbene il microbioma intestinale sia stato ampiamente studiato in questo contesto, hanno sottolineato che il microbioma orale rappresenta la seconda comunità microbica più grande del corpo umano. Contiene fino a un trilione di batteri e svolge un ruolo fondamentale nella modulazione del sistema immunitario e nelle funzioni fisiologiche. Alterazioni nella composizione del microbioma orale sono state precedentemente associate a disturbi cardiovascolari, endocrini, immunitari, neurologici e gastrointestinali, oltre che a diverse patologie orali.

Questa analisi trasversale ha utilizzato i dati raccolti nell’ambito del National Health and Nutrition Examination Survey (NHANES) dal 2009 al 2012, che includeva campioni di risciacquo orale provenienti da 15.018 partecipanti. Di questi, quasi la metà (49,51%) erano donne, 946 avevano una diagnosi clinica di depressione e l’età media del campione era di 42,2 anni.

Lo studio ha valutato la diversità del microbioma orale utilizzando due metriche comunemente applicate: la diversità alfa, quantificata dal numero osservato di varianti di sequenza dell’amplificone, e la diversità beta, misurata tramite la dissimilarità di Bray–Curtis. Gli autori hanno riscontrato una correlazione negativa significativa tra la diversità alfa e i sintomi depressivi. Anche la diversità beta variava in modo significativo tra i partecipanti con e senza depressione, indicando strutture comunitarie microbiche distinte.

Sebbene lo studio non abbia potuto determinare la causalità - ovvero se sia la depressione a modificare il microbioma orale o viceversa - i ricercatori hanno concluso che una ridotta diversità microbica orale è significativamente associata ai disturbi depressivi. Hanno suggerito che “questi risultati evidenziano come il microbiota orale potrebbe servire da biomarcatore predittivo per la depressione. Inoltre, gli approcci diagnostici e terapeutici basati sul microbiota orale hanno un grande potenziale per l’intervento e la gestione dei disturbi depressivi”.

Lo studio, intitolato “Relationship between depression and oral microbiome diversity: analysis of NHANES data (2009–2012)”, è stato pubblicato il 5 giugno 2025 su BMC Oral Health.

 

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