Dopo mesi di tira e molla la Conferenza Stato-Regioni ha raggiunto l'accordo sulla proposta di intesa per i tagli alla sanità: è prevista una riduzione di 2,352 mld di euro del fondo sanitario a decorrere dal 2015 e valida anche per il 2016.
L'ok è arrivato nel tardo pomeriggi di ieri, anche se Veneto, Lombardia e Liguria non hanno partecipano alla Conferenza. Per ora resta fuori dalla revisione la spesa farmaceutica: su questo punto sarà aperto un tavolo per ridiscutere entro il 10 ottobre una nuova intesa, con l'obiettivo di ridefinire il governo della spesa farmaceutica e il sistema di 'pay back'. In 6 mesi si dovrà decidere dove tagliare. Sotto la lente dei tecnici le spese per i beni e i servizi, i dispositivi medici, la specialistica, la riabilitazione, le cliniche private e il personale.
«È stata lunga, ma abbiamo chiuso. Sono soddisfatta». È stato questo il commento del ministro della Salute Beatrice Lorenzin, al termine della Stato-Regioni. L'intesa, ha sottolineato, avviene «senza uno stravolgimento dell'impianto del Patto della salute». «A differenza del passato ‒ ha spiegato ‒ non si attuano "tagli lineari ma si lavora sulla produttività"».
«È soddisfacente il metodo, si è preservato un ruolo equilibrato tra Governo e Regioni», ha dichiarato il presidente della Conferenza delle Regioni Sergio Chiamparino. «I tagli ci sono per il 2015 ‒ ha osservato ‒ Per il 2016 sono quelli previsti dal piano pluriennale. Abbiamo messo nero su bianco che il Fondo nel 2016 sarà di 113 mld».
Contrari all'intesa, e per questo non hanno partecipato alla Conferenza, i governatori del Veneto, della Lombardia e della Liguria. «Con il nostro irremovibile no siamo stati coerenti ‒ ha spiegato il presidente della Regione Veneto Luca Zaia ‒ come lo siamo da mesi. Il fronte del no insieme a Lombardia e Liguria ‒ ha aggiunto Zaia ‒ è stato compatto e senza crepe. Sappia il Governo che non ci faremo intimidire e che non si provi ad attaccare un fronte del nord che saprà sempre reagire con forza".
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