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Innovazione tecnologica nel campo dello sbiancamento professionale domiciliare Il sistema Ena White 2.0. In soli 2 minuti al giorno senza mascherine

Sistema sbiancante Ena White 2.0: spazzolino con serbatoio contenente gel sbiancante a base di perossido di idrogeno con speciale accelleratore XS 151 che ne aumenta in maniera esponenziale la velocità di assorbimento.
L. Leonardi

L. Leonardi

mer. 25 marzo 2015

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Il desiderio di avere denti più bianchi è notevolmente aumentato negli ultimi anni. La domanda di sbiancamento dentale come trattamento cosmetico oggi è sempre più crescente nonostante il periodo di crisi economica che non ha coinvolto se non marginalmente l’estetica e la cosmesi.

Oggi viviamo in un mondo ove l’apparire ha un’importanza fondamentale in qualsiasi campo; sulla base di studi indipendenti condotti per conto dell’American Association of Cosmetic Dentristy è risultato quanto segue:

  • il 99,7% degli americani è convinto che un bel sorriso sia un fattore socialmente importante;
  • il 96% degli adulti è convinto che un sorriso sgradevole possa avere un impatto negativo sulle opportunità di carriera;
  • il 74% degli adulti pensa che un sorriso sgradevole possa avere un impatto negativo sulle opportunità di carriera.

Sappiamo inoltre che da secoli esiste il desiderio e la volontà di avere un bel sorriso caratterizzato da denti bianchi, ma è solo da pochi decenni che la ricerca del settore ha consentito di ottenere dei notevoli passi avanti, soprattutto alla fine degli anni Ottanta grazie al dr. Eyneman e al dr. Aiwood1-4, i quali idearono il trattamento sbiancante domiciliare con l’utilizzo delle ormai ben note bleaching tray, mascherine personalizzate e non, adeguatamente riempite con perossido di idrogeno a bassa percentuale e mantenuti in sede per alcune ore al giorno o persino per tutta la notte. In seguito le aziende del settore dentale si sono prodigate per migliorare nel tempo tali procedure sino ad arrivare a ideare mascherine pre-riempite, aromatizzando i gel utilizzati, ma sostanzialmente tutti utilizzano lo stesso metodo variando solamente la percentuale di perossido di idrogeno (disponibile anche come perossido di carbammide), mediamente dal 10% sino al 30%6-7, e in base a questa il tempo di contatto da almeno un paio d’ore al giorno (con percentuali oggi non più ammesse per sbiancamenti cosmetici), sino a tutta la notte; partendo da un unico presupposto e cioè che l’azione sbiancante dei perossidi necessiti di un tempo di contatto variabile per poter penetrare attraverso i prismi dello smalto e i tubuli dentinali, liberando ossigeno attivo e permettendo ai radicali liberi prodotti di aggredire le molecole cromofobe e consentire l’effetto desiderato9.

Materiali e metodi
Ora, dopo anni di tentativi e sperimentazioni utilizzati al fine di poter migliorare le metodiche esistenti oltre che il risultato, sono riuscito a perfezionare un nuovo metodo rendendolo di facile impiego e soprattutto riducendone gli effetti indesiderati e migliorandone i risultati. Il tutto con una notevole riduzione del tempo di impiego giornaliero ridotto a soli due minuti, rispetto alle 6-8 ore tipiche dei trattamenti sbiancanti cosmetici domiciliari: ho ottimizzato il metodo in modo estremo.
Ho dedotto, dopo innumerevoli prove effettuate, che il perossido in questione attivato con uno speciale acceleratore (XS 151) poteva penetrare nelle sedi preposte in un modo più rapido, utilizzando l’azione di spinta meccanica generata da un particolare spazzolino con erogatore-dosatore dotato di serbatoio pre-riempito di questa speciale sostanza sbiancante (Fig. 1).
Questo speciale spazzolino sbiancante è stato studiato con una testina di dimensioni ridotte rispetto ai più comuni spazzolini esistenti, per consentire un minore contatto con le mucose orali, con setole morbide smussate ai lati, le quali, con lo spazzolamento attivano l’acceleratore (XS 151) presente nello stesso gel, consentendo un più rapido assorbimento di sostanza sbiancante nelle sedi preposte, migliorando così la procedura con una drastica diminuzione del tempo di applicazione: da 6-8 ore a 2 minuti al giorno!
Tutto ciò con dei vantaggi sorprendenti, poiché diminuendo il tempo di contatto si riducono enormemente gli effetti indesiderati8: infiammazioni tessuti molli, sensibilità, rischi di ingoiare il gel, ecc. Vengono migliorati inoltre alcuni aspetti psicologici fino a ora esistenti conseguenti al fatto di dovere indossare la mascherina per ore o per tutta la notte5, interferendo anche con i normali rapporti interpersonali sia privati che lavorativi.
Il nuovo metodo, come detto, contempla un tempo di impiego molto ridotto, di circa 2 minuti al giorno; da qui è facile capire come ciò possa invogliare l’utilizzatore a praticare lo sbiancamento dentale. Il tempo di contatto totale gel-dente dell’intero trattamento è mediamente inferiore a un’ora (2 minuti per 20 giorni), tempo corrispondente a meno di 1/5 di una singola applicazione con la tecnica della mascherina, oggi la più utilizzata. Inoltre, non necessitando più di una mascherina, questo particolare spazzolino con serbatoio consente, data la estrema compattezza, di poterlo trasportare con estrema facilità, di poter dedicare un minuto al mattino e uno alla sera in un qualsiasi posto senza limitazioni di sorta, dopo aver eseguito la normale pulizia dei denti. Il trattamento avrà una durata media di circa 15-20 giorni, tempo più che sufficiente per ottenere un ottimo risultato, con riduzione di 1-2 cromi della scala Vita, a seconda del soggetto, con il minimo impegno. Dove vuoi, quando vuoi: si possono scegliere luogo e orario di applicazione a differenza delle altre metodiche. Il metodo in questione contempla il totale rispetto delle recenti normative UE che regolano l’impiego dei perossidi di idrogeno come sbiancanti cosmetici, consentendo una percentuale massima pari al 6%, precisando che i kit di sbiancamento possono essere consegnati a coloro che lo utilizzeranno esclusivamente dal proprio dentista come trattamento professionale, dopo accurata visita e valutazione caso per caso.
È altrettanto importante sottolineare che alla base di quanto detto ci siano dei consigli e protocolli da seguire. Prima di tutto il dentista dovrà eseguire un’accurata detartrasi, consigliare l’utilizzatore su come adottare una corretta igiene dentale, cioè spazzolare adeguatamente i denti con appropriati dentifrici che abbiano caratteristiche particolari come il dentifricio multifunzione Enamel Plus a bassa abrasività e ad azione desensibilizzante, che consentano un ulteriore potenziamento e mantenimento dell’effetto sbiancante raggiunto con tale sistema. A questo va aggiunto come sia altrettanto importante, al fine di poter mantenere nel tempo il risultato ottenuto, adottare un corretto comportamento alimentare limitando l’assunzione di cibi e alimenti a elevato pH acido, agrumi, pomodori, the, tabacco, ecc. È consigliato inoltre: procedere a controlli periodici, presso il proprio dentista, al fine di monitorare lo stato dei denti e delle mucose orali, per evidenziare se si sono verificati processi irritativi e infiammatori delle stesse mucose10; ripetere periodicamente il trattamento sbiancante per il mantenimento dei risultati ottenuti, visto e constatato che la ripetizione dello stesso, con tale metodica, riduce notevolmente gli effetti indesiderati data la limitazione del tempo di contatto a un massimo di 1 ora per l’intero trattamento completo di circa 15-20 giorni, rispetto alle oltre 120-150 ore di un trattamento tradizionale con mascherina.

Analisi comparativa con sistemi
di sbiancamento tradizionale
Abbiamo effettuato uno studio compartivo eseguendo nello stesso periodo 20 trattamenti sbiancanti: dieci con tecnica tradizionale con utilizzo di mascherina e perossido di idrogeno al 6%, e altri 10 pazienti trattati con il nuovo sistema Ena White 2.0. I pazienti erano di età compresa tra i 25 e i 55 anni e sono stati divisi in 3 fasce di età.
Primo gruppo, trattato con utilizzo di mascherina e perossido di idrogeno al 6%:

  • 5 hanno ritenuto soddisfacente il risultato;
  • 3 non hanno riscontrato un risultato soddisfacente e non hanno voluto allungare il trattamento di altri 15-20 giorni;
  • 2 hanno abbandonato il trattamento in quanto troppo impegnativo per i tempi di posa, ritenendo di non avere tempo da perdere per motivi di incompatibilità con il lavoro e/o perché, se utilizzato di notte, provavano disagio e fastidio.

Tra i disagi e fastidi riferiti con il trattamento sbiancante con mascherina è compreso il fatto che in alcuni casi, come per esempio influenze, bronchiti caratterizzate da accessi di tosse, anche catarrose, raffreddori si è dimostrato molto complicato se non addirittura impossibile mantenere in bocca la mascherina, che come consigliato necessita di ore o persino tutta la notte per agire, questo è un ulteriore disagio aggiuntivo che a volte ha contribuito in modo determinante a demotivare l’utilizzatore tanto da interrompere il trattamento.
Secondo gruppo, composto da 10 persone che hanno utilizzato il nuovo sistema Ena White 2.0 da me proposto.
Abbiamo potuto constatare la totale soddisfazione in 9 soggetti, solamente 1 poco soddisfatto perché si sarebbe aspettato un effetto più evidente e non ha voluto prolungare il trattamento.
In merito alla motivazione, tutti hanno manifestato una enorme soddisfazione soprattutto per come è stato presentato il kit, ritenuto molto innovativo e molto pratico nell’utilizzo, inoltre non ha limitazione di impiego.
Per i dettagli sui risultati di quest’analisi comparativa vedere le Tabelle 1 e 2 e il Grafico 1.

Casi clinici
Il case report riportato nelle immagini mostra un soggetto di anni 30 presentato alla mia attenzione in apparente stato di salute ottimale, il quale non accetta esteticamente delle discromie in particolare sui denti centrali e laterali superiori e inferiori in prossimità dei colletti. All’esame obiettivo del cavo orale il soggetto presenta un biotipo gengivale normale, buona salute gengivale, e discreta igiene orale. Per la constatazione del colore iniziale e finale (tinta e croma) ho utilizzato la scala VITA, partenza A3 (Fig. 2).
Dopo aver eseguito una seduta di profilassi professionale ho proposto al cliente il trattamento sbiancante Ena White 2.0 consigliandogli di eseguirlo dopo ogni pulizia dei denti al mattino e alla sera. Quando ha appreso la semplicità del funzionamento del sistema ha subito accettato il trattamento che sono andato a illustrargli come mostrato nelle foto. Innanzitutto si espone al paziente come aprire lo spazzolino svitando il cappuccio (Fig. 3a). Quindi bisogna svitare anche la testa dello spazzolino dal dispenser (Fig. 3b) e rimuovere il sigillo dalla base dello spazzolino (Fig. 3c). Dopo aver riavvitato la parte terminale dello spazzolino sul dispenser (Fig. 3d), si ruota la ghiera, posta nella parte inferiore, in senso antiorario in direzione “UP” fino a far fuoriuscire il gel sbiancante (Fig. 3e). Questa operazione la prima volta richiede un paio di giri della ghiera, in quanto viene riempito il tubo che arriva fino alle setole. Poi, bisogna spiegare al paziente, che sono sufficienti un paio di tacche di rotazione per far fuoriuscire la quantità sufficiente di prodotto pari a una lenticchia come mostrato nella foto (Fig. 3f). Quindi si mostra al paziente come eseguire lo spazzolamento: effettuare un movimento in senso orizzontale per 30 secondi circa (Fig. 3g), cercando di evitare il più possibile le gengive; la forma delle setole smussata ai lati agevola il paziente nell’evitare tale contatto, che comunque non porta a irritazioni, visto il ridotto tempo di applicazione. A questo punto è necessario sciacquare lo spazzolino (Fig. 3h) e ri-spazzolare per altri 30 secondi (Fig. 3i). Il gel residuo sui denti che viene così diluito prima dello sciacquo finale.
Si può notare l’evolversi dell’azione sbiancante nel tempo nelle immagini dalla Figura 4 alla Figura 11 nella quale si può apprezzare il risultato finale del trattamento al controllo dopo 35 giorni con un colore corrispondente a un A1 della scala Vita. Già a metà trattamento (Fig. 9) si era raggiunta una cromaticità più chiara pari a circa un A2 della scala Vita (questo caso è il n. 13 della tabella statistica).
Il secondo caso è il n. 15 della tabella statistica. Si tratta di una ragazza di 25 anni, la quale sei mesi prima aveva effettuato un trattamento sbiancante con mascherina ma era rimasta insoddisfatta; oltre tutto ha riferito di aver avuto immediatamente dei fastidi alle mucose. Diversamente con il nuovo trattamento non ha avvertito alcun fastidio, oltre che apprezzarne il risultato. Come si evince dalle foto in circa 20 giorni è passata dal colore A3 della scala Vita (Fig. 12) al colore A1 (Fig. 14) (al controllo a 10 giorni il risultato era già pari a un A2; Fig. 13).

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Conclusioni
Le discromie dentali rappresentano un notevole disagio psicologico per il paziente, da qui l’aumentata richiesta cosmetica di sbiancamento. La nuova metodica esposta facilita la procedura di sbiancamento riducendo in maniera considerevole gli eventuali effetti collaterali che si possono manifestare con le altre tecniche, grazie alla notevole riduzione dei tempi di contatto gel-dente.
Questo metodo consente di ottenere dei risultati molto soddisfacenti e determina inoltre un aumento della richiesta di sbiancamento da parte del paziente sia per la tempistica (2 minuti al giorno) grazie al particolare acceleratore XS 151, contenuto nel gel a base di perossido di idrogeno, che si attiva con lo spazzolamento, sia per il fatto di poterlo praticare ovunque e non esclusivamente a casa grazie al nuovo spazzolino pre-riempito.

Ringraziamenti
Ringrazio la Micerium SpA per la gentile collaborazione e per il materiale fornitomi e in particolare ringrazio il dott. Eugenio Miceli per l’attenzione e la disponibilità dimostrata.
Ringrazio mio figlio Marco per avermi supportato nel lavoro svolto con le sue conoscenze in ambito chimico e farmaceutico acquisite con la sua laurea in CTF e il dottorato all’Università Conplutense di Madrid.

Bibliografia
1. Eyneman, Haywood (infodent 4/2005).
2. I. Franchi, S. Bartolini, U. Consolo. Lo sbiancamento dei denti vitali (teamwork media 2010).
3. Haywood VB (1992) bleaching or vital band novital teeth <8current opinion in dentristy 2,142-9.
4. HaiwoodVB(1992),History,safety,band effectiveness or current bleaching techniques band applications or the nightguard vital bleaching tecniques. (Quintessence International. 23,471-88).
5. Condò SG. Sbiancamento dei denti: come e perché. Bologna: edizioni martina,76-9.
6. Leonard RHjr, Garland GE, Eagle JC, Caplan DJ, Safety issues when using 16% carbamide peroxide whitening solution. J Estehet Restor Dent, 2002,14 (6):358.67.
7. Alma K, Al-Harbi M, Al-gunaim M. The effect a 10% carbamide peroxide tooth whitening agent compend.
8. Continua Educ Dent 1988 oct,19(10):968-72,977-8.
9. Goldstein R, Metodiche di sbiancamento totale dei denti, UTET.
10. Mangani FM, Sigalot C, Galattini L, Vanini L. Modificazioni dello smalto indotte da diverse metodiche di sbiancamento. Dentista Moderno 2000; sett:117-119.

L'articolo è stato pubblicato su Cosmetic Dentistry Italian Edition, febbraio 2015.

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