DT News - Italy - Incontro con il prof. Livio Gallottini

Search Dental Tribune

Incontro con il prof. Livio Gallottini

Dental Tribune International

Dental Tribune International

lun. 13 giugno 2016

salvare

Livio Gallottini si è laureato a Roma presso l’Università degli Studi di Roma “Sapienza” in Medicina e Chirurgia nel 1992. Si è specializzato in Odontostomatologia nel 1996 e ha conseguito un PhD in Malattie odontostomatologiche. Nella stessa Università ha iniziato la carriera accademica fino a diventare professore di ruolo nel 2001. Dopo aver dedicato tanti anni all’insegnamento e alla ricerca sacrificando la famiglia, ha deciso di abbandonare l’Università nel 2014. Questo gli ha permesso di dedicarsi agli studi professionali privati e avere più tempo per i propri affetti, la moglie Alessandra e i tre figli (Sofia, Cristina e Filippo) e per i propri hobby (trekking in montagna e barca a vela). Da sempre appassionato di Endodonzia è autore di oltre 100 pubblicazioni scientifiche.

Prof. Gallottini perché si è interessato e appassionato all’endodonzia e chi è stato il suo maestro e il suo punto di riferimento?
L’endodonzia è stata la branca dell’odontoiatria di fronte alla quale mi sono trovato catapultato quando decisi di intraprendere l’attività professionale odontoiatrica. Avrei voluto fare l’endocrinologo, ma grazie al prof. Giovanni Dolci, mio maestro, sono diventato un dentista! Il prof. Dolci mi fece frequentare il reparto di Endodonzia all’Università, diretto dall’allora dott.ssa Claudia Maggiore, mi diede l’opportunità di frequentare il suo studio e soprattutto mi mandò a imparare l’endodonzia da Vinio Malagnino, a cui devo veramente molto dal punto di vista professionale. Il mio punto di riferimento è comunque sempre stato il prof. Dolci.

Cos’è l’endodonzia e quali sono i parametri principali da rispettare?
L’endodonzia è la branca dell’odontoiatria che si occupa delle patologie della polpa dentale e dei tessuti periradicolari. La terapia canalare prevede sempre determinate fasi operative (sagomatura, detersione e otturazione canalari) che hanno l’obiettivo di prevenire o eliminare l’infezione nel sistema dei canali radicolari, e quindi di prevenire o eliminare l’infiammazione dei tessuti periradicolari.

Lei si è specializzato in odontostomatologia nel 1996. In questi quasi 20 anni come è cambiata la terapia canalare. Quali sono a suo parere i cambiamenti più importanti che ha visto?
Quando ho terminato la scuola di specializzazione, la sagomatura canalare si eseguiva con strumenti manuali in acciaio inossidabile, si effettuavano molteplici medicazioni intermedie e si otturavano i canali radicolari con solo cemento endodontico. Pochi dentisti utilizzavano la guttaperca e soprattutto la tecnica di condensazione con guttaperca calda. In 20 anni abbiamo assistito a una vera e propria rivoluzione in endodonzia: radiografie digitali, strumenti endodontici rotanti in nichel-titanio, localizzatori apicali elettronici, nuovi cementi endodontici, guttaperca calda, perni endodontici in fibra e sistemi di cementazione e ricostruzione adesiva. Un’endodonzia più rapida, sicura ed efficace.

Nel 1996, anno in cui lei si è specializzato in odontostomatologia, quali strumenti canalari si usavano?
Si utilizzavano gli strumenti manuali in acciaio inossidabile tradizionali K-file, hedstrom-file e reamer. Nel 1994 e poi nel 1995 al Congresso mondiale di endodonzia dell’IFEA, che si svolse a Roma, vennero presentati i primi strumenti endodontici manuali in nichel titanio: i Mac-file di John Mc Spadden.

Come si sono evoluti gli strumenti canalari nel corso degli anni?
La lega nichel-titanio ha cambiato radicalmente la strumentazione. Sono stati introdotti strumenti manuali, rotanti e reciprocanti a conicità aumentata, cioè più conici rispetto agli strumenti standard ISO con conicità 0,02. È stata proposta per tanti anni la tecnica di sagomatura crown-down fino ad arrivare all’odierna single lenght technique. Sono state utilizzate leghe in nichel-titanio modificate e costruiti strumenti con differenti caratteristiche (numero e disegno delle lame, passo delle spire, conicità e diametro di punta, parte lavorante ecc.).

In quest’ultimo periodo si parla di nuove leghe, leghe Mwire e leghe CM wire: quali sono le differenze tra le due tipologie di leghe? A suo parere la lega CM wire dà reali vantaggi rispetto alla lega tradizionale e alla già più evoluta lega Mwire?
Gli strumenti endodontici in nichel-titanio tradizionali sono prodotti con il NiTiNOL (Nickel Titanium Naval Ordinance Laboratory), una lega con una percentuale atomica approssimativamente uguale dei due elementi. La lega nichel-titanio (lega a “memoria di forma”) è più flessibile di circa 5 volte rispetto a quella in acciaio inossidabile e permette quindi di sagomare meglio i canali radicolari. Negli anni si è cercato di migliorare le proprietà meccaniche della lega nichel-titanio e sono state messe a punto delle leghe “modificate” al fine di produrre strumenti endodontici più flessibili e più resistenti alla frattura soprattutto per fatica ciclica, che prevedono particolari trattamenti termici. La lega Mwire è una lega Ni-Ti sottoposta a uno specifico trattamento termico, la lega R-phase è una lega Ni-Ti sottoposta anch’essa a uno specifico trattamento termico, ma che prevede anche un trattamento superficiale di deossidazione degli strumenti, e così via. La lega CM della Coltene Endo è una lega Ni-Ti a “memoria controllata”, che sostanzialmente annulla l’effetto di “memoria di forma” durante l’utilizzo degli strumenti aumentandone la flessibilità e soprattutto la resistenza alla fatica ciclica di circa il 300% rispetto alle altre leghe, ma permette poi di riacquistare la forma originale dopo la sterilizzazione in autoclave.

A Colonia, in occasione dell’IDS, sono stati presentati dei nuovi strumenti in lega CM wire prodotti con l’innovativo processo di produzione EDM. Di cosa si tratta? E quali particolari vantaggi questo processo di produzione apporta agli strumenti e quindi alla tecnica operativa in studio?
Gli strumenti endodontici in nichel-titanio tradizionali vengono prodotti per micromolaggio. Al fine di migliorare la resistenza alla frattura, eliminando le microfratture che si producono durante la fase di produzione, alcuni strumenti vengono prodotti per torsione. La Coltene Endo ha introdotto recentemente una nuova, innovativa e unica tecnica di produzione, la Electrical Discharge Machinig (EDM), che migliora ulteriormente le proprietà meccaniche degli strumenti. Tale tecnica prevede la produzione degli strumenti per una “elettro-erosione” attraverso una corrente elettrica. I vantaggi di tale processo produttivo sono rappresentati indiscutibilmente a livello clinico da una migliore efficienza e sicurezza nell’utilizzo degli strumenti, che sono più flessibili (e quindi causano un minor rischio di gradini, false strade, perforazioni e trasporto apicale) e più resistenti (e quindi causano un minor rischio di frattura degli strumenti).

A suo parere, nei prossimi dieci anni che evoluzione avrà l’endodonzia?
Nei prossimi anni sarebbe auspicabile migliorare le fasi della detersione chimica e del riempimento del trattamento endodontico, mettendo a punto nuovi materiali e nuove tecniche che permettano di pulire, disinfettare e sigillare adeguatamente il terzo apicale dei canali radicolari “non strumentabile” con gli strumenti endodontici e che, allo stesso tempo, siano compatibili con le tecniche di restauro adesive.

E lei come si vede tra dieci anni?
Quasi in pensione… Quasi al termine della mia lunga “guerra” con l’endodonto! Magari consegnando la mia attività professionale nelle mani di uno dei miei figli!

E tra venti?
Sicuramente in pensione! Magari con i piedi dentro l’acqua ad Anses d’Arlet, un piccolo porto di pescatori nella parte sud-ovest di Martinica nel mare dei Caraibi, a sorseggiare un bel planteur!

To post a reply please login or register
advertisement
advertisement