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Il Fisco ora entra nei conti correnti

Rosaria Talarico, La Stampa

Rosaria Talarico, La Stampa

gio. 14 marzo 2013

salvare

Entro fine ottobre le banche dovranno comunicare i dati 2011, sistema a regime nel 2015. Era l’ultimo tassello che mancava per rendere ancora più efficace (o temibile, diranno i detrattori) il contrasto all’evasione.

Tra oggi e domani il direttore dell’Agenzia delle entrate Attilio Befera dovrebbe firmare il provvedimento che renderà possibile accedere ai movimenti dei conti correnti degli italiani. Il Fisco è già in possesso di informazioni piuttosto dettagliate su ciascuno di noi: possesso di automobili, case, barche, ma anche intestazioni di utenze (acqua, luce, gas, telefoni). Ora, entro il 31 ottobre le banche e gli altri operatori finanziari dovranno trasmettere per via telematica dall’archivio dei conti correnti (che già esiste) i dati integrativi relativi ai saldi e ai movimenti del 2011.
Questa misura molto temuta, e che aveva suscitato molte polemiche in tema di violazione della privacy, fornirà all’Agenzia delle entrate i dati accorpati: saranno cioè disponibili i saldi di quanto versato e quanto prelevato in banca da ciascuno, non la movimentazione di dettaglio del singolo conto corrente. Fra un anno, entro il 31 marzo 2014, dovranno essere forniti i dati relativi al 2012. Il sistema andrà a regime a fine aprile del 2015, termine ultimo per comunicare i movimenti del 2014. Prima di dare il suo via libera, il garante per la privacy aveva chiesto una maggiore tutela in termini di sicurezza informatica, nel passaggio e nella gestione dei dati. Per questo è stato realizzato un canale ad hoc per la trasmissione. L’ingresso del «grande fratello fiscale» negli archivi delle banche non è una novità assoluta: prima del decreto Salva Italia del governo Monti che ha introdotto l’obbligo di fornire i dati sui conti correnti, esisteva già una banca dati dei rapporti finanziari contenente le comunicazioni relative ad esempio a operazioni periodiche con bonifico, a partire dal primo gennaio 2005; così come le operazioni extra conto (quelle cioè effettuate per cassa o allo sportello bancario, attraverso denaro contante o assegni). Nel database, secondo gli ultimi dati resi noti dall’Agenzia delle Entrate a fine 2010, sono registrati oltre 950 milioni di rapporti e più di 90 milioni di soggetti che hanno effettuato operazioni extra-conto.
I soggetti tenuti a inviare i dati sono circa tredicimila e includono banche, Poste italiane, gli intermediari finanziari, le imprese di investimento, gli organismi di investimento collettivo del risparmio, le società di gestione del risparmio e ogni altro operatore finanziario.
Con il decreto Salva Italia pochissimi funzionari della Direzione centrale accertamento a Roma (quattro o cinque, assicurano dall’Agenzia delle entrate, soltanto loro e nessun altro) utilizzeranno le movimentazioni bancarie. Il processo inizierà non appena Befera avrà firmato il provvedimento, per stilare «specifiche liste selettive di contribuenti a maggior rischio di evasione».
La novità sostanziale è che quindi i dati bancari saranno utilizzati non solo a posteriori di un accertamento per avere maggiori elementi di riscontro su un caso di possibile evasione fiscale, ma soprattutto in via preliminare. Le liste dei potenziali evasori inoltre saranno inviate agli uffici sul territorio per approfondimenti. Per le movimentazioni è stato creato un canale ad hoc da Sogei in grado di scongiurare intrusioni non autorizzate o furti, secondo le indicazioni del Garante.

 

Fonte: www.lastampa.it

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