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Efficienza del flusso digitale nelle riabilitazioni implantoprotesiche: Virtual Rehabilitation Concept (VRC)

F. Scutellà, T. Weinstein, M. Fazioni, T. Testori

F. Scutellà, T. Weinstein, M. Fazioni, T. Testori

mer. 3 febbraio 2016

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La moderna odontoiatria si propone di risolvere casi implantoprotesici anche complessi sfruttando al massimo ciò che le nuove tecnologie possono offrire, in termini di ridotta invasività del trattamento, accorciamento dei tempi e conseguente contenimento dei costi. In quest’ottica, una delle più importanti innovazioni riguarda la sempre più ampia digitalizzazione dei processi produttivi implantoprotesici grazie all’utilizzo di software per l’elaborazione digitale degli esami radiografici 3D combinati con la tecnologia CAD/CAM degli scanner intraorali e dei fresatori chairside.

Tutto ciò permette infatti di cambiare prospettiva rispetto al tradizionale approccio diagnostico basato su modelli in gesso e ceratura diagnostica. In questo articolo viene descritto un approccio con flusso di lavoro digitale per la riabilitazione implantoprotesica di un caso clinico in cui la progettazione protesica, combinata con il volume radiografico tridimensionale (CBCT), hanno permesso un’accurata progettazione del caso.

Il Virtual Rehabilitation Concept (VRC)
Un paziente di 56 anni si presenta alla nostra osservazione per una riabilitazione fissa nei settori latero-posteriori inferiori. In prima seduta, attraverso uno scanner intraorale (CEREC AC Bluecam, Sirona Dental Systems GmbH) sono state scannerizzate le zone edentule (Figg. 1, 2) e l’arcata antagonista (Figg. 3, 4) corrispondente, al fine di ottenere due modelli studio digitali, e grazie a un software dedicato (CEREC SW 4.3.1 Biogeneric, Sirona Dental Systems GmbH) è stata immediatamente realizzata una ceratura diagnostica (Figg. 5, 6). Nella stessa seduta è stata quindi eseguita al paziente una CBCT a basso dosaggio, la quale, attraverso il Galileo-Cerec Integration (GCI, Sirona Dental Systems GmbH), è stata combinata con i dati del progetto protesico digitale realizzato sull’impronta ottica (Fig. 7).
Attraverso la sovrapposizione di punti comuni alle due rilevazioni, è stato possibile realizzare un progetto implantoprotesico estremamente accurato, dove la forma e la posizione del restauro virtuale hanno guidato la posizione degli impianti
(Figg. 8, 9). Una volta terminata la progettazione implantare, il file contenente i dati di progettazione è stato inviato via mail alla SICAT (Sirona Dental Systems GmbH) per la realizzazione di una guida chirurgica (Fig. 10) (Optiguide protocol) realizzata secondo le specifiche della sistematica implantare prescelta (Navigator™, Biomet 3i - West Palm Beach, FL, USA). Al termine di tutto il paziente è stato dimesso.
A distanza di qualche giorno, dopo aver ricevuto la mascherina, il paziente è stato sottoposto a intervento chirurgico per il posizionamento degli impianti nelle due emiarcate edentule (Fig. 11).

Fabbricazione di pilastri personalizzati attraverso procedure digitali
Dopo aver atteso il completamento dei processi di osseointegrazione (Fig. 12), è stata rilevata un’impronta tradizionale degli impianti con tecnica del cucchiaio aperto che ha permesso la realizzazione di un modello fisico analogico. Quest’ultimo è stato successivamente scannerizzato in laboratorio e trasformato in un file digitale per la fabbricazione dei pilastri individualizzati in ossido di zirconio (Fig. 13).

Cementazione delle corone in disilicato definitive
Dopo essere stati avvitati sugli impianti con vite d’oro e torque a 20 Ncm (Figg. 14, 15), è stata rilevata un’impronta digitale dei pilastri (Figg. 16, 17) per la realizzazione di 5 corone definitive in disilicato di litio (IPS e.max CAD, Ivoclar Vivadent), progettate e fresate in studio (CEREC MCXL, Sirona Dental Systems GmbH) secondo il protocollo chairside (Fig. 18). Dopo aver controllato l’occlusione, e ottenuta l’approvazione estetica da parte del paziente, le corone sono state glasate, mordenzate per 40 secondi con acido fluoridrico al 5%1 (Fig. 19) e cementate definitivamente con un cemento resinoso duale (Max-Cem, Kerr) (Figg. 20-23).

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Conclusioni
L’implantologia protesicamente guidata che segue un percorso tradizionale richiede diversi appuntamenti per essere messa in pratica. Si devono rilevare impronte preliminari e basarsi su una ceratura realizzata dall’odontotecnico, che comunque diventa molto difficile combinare con l’esame radiografico 3D delle basi ossee (Tab.1, Graf. 1). Oggi, invece, il mondo digitale mette a disposizione strumenti nuovi che permettono di raggiungere gli stessi risultati, in termini di accuratezza, precisione e predicibilità, contraendo in modo significativo il numero di sedute per il paziente utilizzando un’impronta ottica e una CBCT a basso dosaggio (Tab. 2, Graf. 2). La combinazione della radiologia 3D con la pianificazione protesica 3D semplifica la riabilitazione implantare complessa. Le tecniche digitali permettono ai clinici di simulare la riabilitazione implantoprotesica a un livello quanto più dettagliato e avanzato possibile, minimizzando il numero di procedure e aumentando l’efficacia del flusso di lavoro. Non va dimenticato, infatti, che ogni passaggio in più aumenta la possibilità che si inseriscano errori nelle procedure. Attraverso il protocollo VRC, il clinico può pianificare virtualmente il caso, individuando tutti i requisiti protesici necessari che guideranno l’inserimento dell’impianto e la sua posizione. La fase protesica sarà quindi poi solo la conseguenza e la messa in pratica di un piano di trattamento già precedentemente verificato.

Bibliografia
1. Zogheib LV, Bona AD, Kimpara ET, McCabe JF. Effect of hydrofluoric acid etching duration on the roughness and flexural strength of a lithium disilicate-based glass ceramic. Braz Dent J. 2011; 22(1):45-50.

 

L'articolo è stato pubblicato su Implants Italian Edition, gennaio 2016.

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