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Nuovi traguardi ortodontici al servizio dell’estetica

Dental Tribune International

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gio. 14 dicembre 2017

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In risposta alla sempre più frequente richiesta da parte dei pazienti in termini di estetica del sorriso, assistiamo oggi ad un’ulteriore evoluzione dei dispositivi ortodontici.

Adolescenti ed adulti, negli ultimi decenni, hanno espresso la necessità di apparecchiature ortodontiche che tenessero conto di estetica e comfort durante tutte le fasi del trattamento1. Inoltre, la percezione estetica del sorriso da parte del paziente differisce in maniera significativa da quella dei professionisti odontoiatri2. Il riequilibrio estetico del sorriso, quindi, si è imposto come obiettivo primario nella pianificazione del trattamento ortodontico3.

Allineatori e bracket self-ligating sono state le due più grandi innovazioni riguardanti i trattamenti ortodontici di seconda fase, ovvero quelli atti a risolvere le malocclusioni sul piano strettamente dentale. Entrambe queste tipologie di apparecchiature, però, presentano pregi e criticità. Gli allineatori ortodontici, seppur estremamente confortevoli ed esteticamente appaganti, richiedono un elevato livello di compliance da parte del paziente e rappresentano un investimento elevato dal punto di vista economico. Di contro, le apparecchiature self-ligating sono state sviluppate con lo scopo di semplificare e velocizzare i trattamenti ortodontici, anche nei casi più complessi, senza però rispondere completamente alle necessità estetiche del paziente, essendo totalmente o parzialmente composte di parti metalliche.

Nel corso degli anni, sono stati analizzati i fattori che influenzano significativamente lo spostamento dentale e si è osservato come l’attrito tra filo e bracket, nonché l’entità della forza applicata agli elementi dentari siano i due aspetti principali su cui intervenire4. L’attrito statico tra filo e bracket è condizionato sia dalle caratteristiche della texture superficiale dei materiali utilizzati, che dalla natura dei materiali stessi. Materiali diversi, così come superfici irregolari, possono generare un coefficiente di attrito più elevato. Un altro fattore chiave che regola la quantità di attrito statico nelle apparecchiature ortodontiche è il sistema di trattenuta del filo all’interno del bracket. Dalla quantità di attrito statico cui opporsi e dalle caratteristiche del materiale di cui è composta la sistematica deriva l’entità della forza applicata su ogni singolo dente. Studi scientifici hanno dimostrato che il rimodellamento osseo, e lo spostamento dentale che ne deriva, non sono direttamente proporzionali alla quantità di forza applicata al dente. Forze inferiori a 100 cN sembrano essere quelle più indicate a produrre un efficiente ed efficace movimento ortodontico5.

Il design dei bracket self-ligating ha di fatto annullato l’attrito statico generato dal sistema di trattenuta del filo, passando da legature elastiche o metalliche ad un sistema a sportello; da ciò è conseguita la riduzione dei livelli di forza generati dall’apparecchiatura. Inoltre, la modifica del sistema di legatura ha permesso di ridurre il diametro mesio-distale del bracket; l’aumento della distanza interbracket, unita all’utilizzo di archi in nickel-titanio superelastici, è un altro co-fattore di riduzione delle forze nel sistema6.

Il bracket Jupiter di TNB Dental rappresenta un’evoluzione in questo senso, unendo un’elevata estetica ad estrema semplicità ed efficienza clinica nella risoluzione degli affollamenti ortodontici di grado medio-lieve. Jupiter ottimizza ulteriormente la performance di spostamento ortodontico. È il primo bracket self-ligating monoblocco presente sul mercato: l’assenza di parti mobili annulla la dissipazione delle forze trasmesse dal filo al bracket, e quindi al dente. È il bracket con la dimensione mesio-distale più ridotta esistente, da cui deriva un basso livello di attrito statico e dinamico durante lo scorrimento del filo nell’arco, condizione necessaria al fine di incrementare l’efficienza del trattamento ortodontico. Il design unico di Jupiter è strettamente correlato all’innovativa tecnica di produzione: la stampa 3D. Jupiter è il primo dispositivo ortodontico al mondo ad essere fabbricato interamente tramite processo di stampa 3D: sette anni di ricerche e personalizzazioni dei procedimenti e delle tecnologie di stampa hanno reso possibile la creazione di un bracket tanto discreto quanto efficiente.

Un’altra caratteristica unica di Jupiter, strettamente correlata all’innovativa tecnologia di produzione, è la geometria di superficie della parete di adesione del bracket stesso. Oltre ad essere stata ottimizzata tramite un algoritmo matematico per ottenere la massima area di interfaccia con l’adesivo, la mesh è stata progettata come un reticolo di sottosquadri, in modo da incrementare la resistenza meccanica al distacco. Essendo Jupiter prodotto con resina trasparente biocompatibile, alla ritenzione meccanica si unisce l’adesione chimica tra composito e bracket, rendendo il rischio di distacchi accidentali prossimo allo zero.

Jupiter è un attacco self-ligating privo di informazioni; può essere utilizzato sia su pazienti adulti, sia in pazienti adolescenti, che non presentino gravi alterazioni dell’equilibrio basale e dell’occlusione dentale. Il parametro di riferimento per la selezione dei casi ortodontici adatti è un indice di gravità dell’affollamento secondo Little minore di 6. Come emerso dai nostri test, la sequenza di trattamento consigliata Jupiter consta di 3 archi ortodontici in Nichel-Titanio termico teflonato bianco di misura .014, .016, .018.

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