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Vorrei diventare un’ASO (o forse è meglio igienista)?

Rossella Abbondanza
Rossella Abbondanza, Presidente IDEA.

Rossella Abbondanza, Presidente IDEA.

mer. 19 settembre 2018

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Rossella Abbondanza, Presidente dell’Associazione di Assistenti alla poltrona (IDEA, Italian Dental Assistants) parla delle due diverse figure del team odontoiatrico, che vengono talvolta impropriamente accostate, pur essendo decisamente diverse.

Accade sempre più spesso, all’interno dei numerosissimi gruppi Facebook, di imbattersi in discussioni tra chi intende conseguire la qualifica e colleghe disilluse e demotivate dalle esperienze negative accumulate negli anni che puntualmente consigliano: «Fossi in te farei un piccolo sforzo e cercherei di diventare un’igienista. Loro guadagnano di più e vengono rispettate».

Questa abitudine di sentenziare in modo superficiale senza peraltro rispondere alla richiesta di chi desidera soltanto conoscere più da vicino la nostra professione genera una visione del tutto distorta dell’attività ASO. Perché consigliare di diventare igienista a chi ha già scelto di diventare Assistente?

Per rispondere è opportuno conoscere la differenza tra lavoro dipendente e autonomo ma anche, e soprattutto, tra ASO e igienista dentale. Partiamo quindi dalla prima, figura di interesse sanitario recentemente regolamentata dal DPCM del 6 aprile 2018. E dalla definizione di “lavoratore dipendente” (art. 2094 CC) ossia «Chi si obbliga mediante retribuzione a collaborare nell’impresa, prestando il proprio lavoro intellettuale o manuale alle dipendenze e sotto la direzione dell’imprenditore».

Tratto tipico della subordinazione è l’assoggettamento alle altrui direttive, con obbligo di eseguire la prestazione presumibilmente a titolo oneroso. Cosa fa in effetti un ASO? L’Accordo Stato Regioni del 23 novembre 2017 dice che «attenendosi alle disposizioni dell’Odontoiatra, è in grado di assistere lo stesso e i professionisti del settore durante le prestazioni proprie dell’odontoiatra, di predisporre l’ambiente e lo strumentario, relazionarsi con le persone assistite, collaboratori esterni e fornitori e di svolgere attività di segreteria per la gestione dello studio. Non può svolgere alcuna attività di competenza delle arti ausiliarie delle professioni sanitarie, delle professioni mediche e delle altre professioni sanitarie per l’accesso alle quali è richiesto il possesso della laurea».

Figura quindi di “interesse sanitario” (che si differisce dal sanitario), si occupa dell’accoglienza della persona assistita, dell’allestimento degli spazi e strumentazioni di trattamento odontoiatrico, dell’assistenza all’odontoiatra e trattamento della documentazione clinica e amministrativo contabile. Tutto dettagliatamente definito nell’all. 1 dell’Accordo che elenca queste attività:

  • Accoglienza persona assistita. Accoglie la persona assistita nello studio, raccoglie i dati anagrafici e personali al fine di completare il documento contenente l’anamnesi della persona assistita, assiste la persona prima, durante e dopo i trattamenti, cura i rapporti con i professionisti e gli altri operatori dello studio, con i consulenti e i collaboratori esterni.
  • Allestimento spazi e strumentazioni di trattamento odontoiatrico. Sanifica e sanitizza i diversi ambienti di lavoro, prepara l’area dell’intervento clinico, la decontamina, la disinfetta e la riordina, decontamina, disinfetta, pulisce e sterilizza gli strumenti e le attrezzature, esegue il controllo delle scadenze e lo stoccaggio dei farmaci, dei materiali dentali, dello strumentario e delle attrezzature, raccoglie ed esegue lo stoccaggio e lo smaltimento dei rifiuti sanitari differenziati.
  • Assistenza all’odontoiatra. L’Aso lo assiste nelle attività proprie dell’odontoiatria, lo supporta nell’organizzazione dei soccorsi per le emergenze e nelle manovre di primo soccorso, aiuta la persona assistita ad affrontare eventuali disagi durante l’intervento.
  • Trattamento documentazione clinica e amministrativo contabile. Gestisce le procedure amministrative di accoglienza e di dimissione della persona assistita, le prenotazioni e il calendario degli appuntamenti, lo schedario delle persona assistite, la documentazione clinica e il materiale radiografico e iconografico delle persone assistite, i rapporti con fornitori, agenti di commercio, informatori scientifici, consulenti e collaboratori esterni, il magazzino e la cassa.

Tutto questo definisce schematicamente e dettagliatamente una professione la cui bellezza non si apprezza tuttavia con la semplice lettura di un mansionario. Essere ASO significa amare il contatto con la gente, avere a cuore la salute del prossimo, la voglia di ricoprire un ruolo che può, ad un occhio poco attento, apparire marginale ma in realtà fondamentale per il buon andamento dello studio odontoiatrico.

Essere ASO significa aver scelto di ricoprire un ruolo che non richiede una laurea ma un attestato di qualifica e lavora dietro indicazioni del titolare osservando rigorosamente le sue direttive. Dettaglio importante perché molti dipendenti ritengono giusta o no una sua richiesta senz’avere spesso idea degli aspetti che egli cura in prima persona e decidendo arbitrariamente (con relativi rischi) nello stabilire obiettivi, decidendo con quali mezzi e ritmi di lavoro raggiungerli.

L’ASO non risponde personalmente di eventuali danni ma solo in caso di abuso di professione, punto da focalizzare perché ultimamente le pene si sono notevolmente inasprite. Capire se quel che viene richiesto è di propria competenza o meno è importante poiché la legge non ammette ignoranza.

Quindi per lavorare un ASO deve semplicemente possedere un attestato di qualifica (700 ore di formazione da conseguire in 12 mesi), siglare un contratto di lavoro ed effettuare l’aggiornamento obbligatorio di 10 ore all’anno, obbligatorie non soltanto per chi è in attività ma per tutti gli ASO che desiderano mantenere la qualifica.

L’Igienista Dentale è invece una figura sanitaria che può lavorare all’interno di strutture sanitarie pubbliche o private, come dipendente o come libero professionista. Svolge i propri compiti sulla base delle indicazioni di odontoiatri e medici chirurghi abilitati. Se desiderasse lavorare come ASO dovrebbe solo conseguirne la qualifica.

Suoi compiti principali? Effettuare la pulizia dei denti; rilevare la presenza di fattori che causano tartaro o placca batterica ed effettuarne la rimozione e i fattori di rischio per l’insorgenza di problemi relativi a denti e mucose gengivali; applicare fluoro e agenti rimineralizzanti ai pazienti che lo necessitano; istruire e consigliare sull’igiene orale, la prevenzione, e la corretta alimentazione per una sana salute dentale.

È più frequente che un Igienista Dentale lavori con Partita IVA e presti la propria opera di consulenza presso più studi odontoiatrici. Un’attività quindi che richiede già in partenza requisiti differenti rispetto all’ASO: conseguimento della laurea triennale in Igiene dentale, iscrizione all’Albo degli Igienisti Dentali, apertura partita IVA, ECM annuali (150 crediti triennali, con alcune variabili).

Un igienista che scelga di lavorare in proprio spesso è soggetto a numerosi spostamenti, difficilmente opera presso un solo studio odontoiatrico. Procurarsi il lavoro e gestire adeguatamente i guadagni non è così semplice come potrebbe apparire. Spesso i dipendenti idealizzano l’attività autonoma pensando ai prevalenti aspetti positivi: più guadagno, libertà, autonomia decisionale, più rispetto. Fermo restando che il conseguimento di una laurea è sempre una scelta da incentivare, non si deve sminuire l’importanza del ruolo ASO prendendo coscienza che non tutti sono disposti a studiare, a dedicare tante energie (ma anche tanto denaro) per guadagnarsi una posizione di rispetto. Ma si può orgogliosamente svolgere un lavoro in grado di offrire molto dal punto di vista umano. È a propria discrezione diventare professionisti qualificati o continuare ad eseguire gli ordini senza cognizione di quanto si sta eseguendo.

Le due figure, ASO ed Igienista Dentale, non si incontrano in nessun punto mansione o sfumatura. Sono figure dello stesso team con attività che ad entrambe danno l’opportunità di sentirsi fiere del proprio lavoro, se fatto con professionalità, esprimendo così il proprio valore.

 

 

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