DT News - Italy - Valori dei giovani medici: al primo posto il rispetto per il paziente

Search Dental Tribune

Valori dei giovani medici: al primo posto il rispetto per il paziente

Quotidiano Sanità

Quotidiano Sanità

mer. 20 febbraio 2013

salvare

È quanto emerge da una ricerca condotta dall’Università di Padova e curata da Montemurro e Benato (Fnomceo). Al secondo posto l'affidabilità e le competenze professionali. In coda la consapevolezza di sé, la capacità di gestire il conflitto d’interessi e l’empatia.

Rispetto per il paziente, affidabilità intesa come attitudine ad assumersi le proprie responsabilità e competenze più strettamente professionali sono i valori più importanti della professione secondo i giovani medici italiani. È quanto emerge da una ricerca condotta dall’Università di Padova, pubblicata sul numero di febbraio di North American Journal of Medical Science.
Primo firmatario della ricerca, che verrà citata anche dalla banca dati Pubmed, è il co-coordinatore dell’Osservatorio Giovani della Fnomceo, Domenico Montemurro. Tra i responsabili, anche Maurizio Benato, vicepresidente della Federazione, presidente dell’Ordine dei Medici di Padova.
Per scoprire i valori relativi alla pratica professionale più sentiti dai giovani medici e le abilità professionali ritenute fondamentali, il team di ricerca ha somministrato a 423 studenti di Medicina un questionario di 7 domande, riferito a 13 valori e competenze professionali:
- Altruismo
- Rispetto del paziente
- Sensibilità alle differenze di genere e culturali
- Capacità di assumersi responsabilità
- Mantenimento del segreto professionale
- Comunicazione e coinvolgimento del paziente nel processo decisionale (Consenso informato)
- Integrità
- Empatia
- Senso del dovere
- Competenze mediche in senso stretto
- Considerare come priorità assoluta il bene del paziente
- Attitudini introspettive e di autoanalisi
- Propensione all’aggiornamento.

Il campione, composto da 254 donne e 169 uomini, è stato scelto tra gli studenti del primo, del quarto e del quinto anno, per vedere se e come cambiassero, col progredire del percorso di formazione, le conoscenze e l’importanza data a ciascuna “skill”. Ebbene, come spiega una nota di sintesi della Fnomceo, in cima alla “graduatoria” sono risultati, per la maggioranza degli intervistati, il rispetto per il paziente, l’affidabilità, intesa come attitudine ad assumersi responsabilità e le competenze più strettamente professionali. I valori considerati meno importanti sono stati invece la consapevolezza di sé, la capacità di gestire il conflitto d’interessi e l’empatia.
La scala di valori cambia con l’età: gli studenti degli ultimi anni di corso, con già qualche esperienza clinica, attribuiscono maggiore importanza ai princìpi che contribuiscono a creare e rafforzare la relazione di fiducia tra medico e paziente. Le differenze di genere, invece, emergono nella maggiore importanza attribuita dalle studentesse a valori come altruismo, rispetto, sensibilità, comunicazione.
Tutti gli studenti sono saldamente consapevoli del significato e dell’importanza di queste competenze “non tecniche” e le considerano fondamentali per la formazione e futura professionalità. “I valori che emergono dalla ricerca – ha commentato Domenico Montemurro – e cioè l’altruismo, lo sviluppo di nuove competenze professionali per la qualità delle cure, il senso del dovere, il rispetto della persona, sono argomenti chiave della nuova medicina incentrata sul paziente.
In quest’ottica l’attenzione del medico non è più focalizzata sulla malattia, ma sul malato come persona. Con un tale approccio diventano imprescindibili competenze come l’empatia, l’altruismo, la sensibilità per le diversità, la capacità di creare fiducia, valori fondanti dell’alleanza terapeutica e della relazione di cura”, competenze ancora poco presenti nei percorsi di formazione. “Gli studenti chiedono all’Università un percorso educativo a più ampio raggio – ha spiegato Montemurro – che preveda anche l’insegnamento di tali “skill” oggi per lo più apprese 'sul campo', con la pratica clinica”. Per questo l’Università di Padova ha recentemente inserito nel percorso di studi di Medicina nuovi corsi su aspetti “umanistici”, come la comunicazione medico-paziente.
Secondo Maurizio Benato “è evidente che siamo di fronte a una nuova generazione di medici tra i quali gli ideali del passato cedono il passo a nuovi valori, identificabili nella ‘praticità’. I nuovi medici sembrano infatti essere interessati soprattutto alla tecnologia e al risultato immediato più che al rapporto tra medico e paziente e all’empatia che caratterizzava la vecchia generazione di medici”.
Per il vicepresidente della Fnomceo “si tratta sicuramente di un cambiamento naturale derivante dall’evoluzione tecnologica e scientifica della Medicina”. Questo, per Benato, non significa che sia un bene. Al contrario. “La relazione medico-paziente è un tassello fondamentale del percorso assistenziale e un aspetto da curare quanto le competenze professionali”.
Va tuttavia evidenziato che lo studio è stato condotto tra studenti in Medicina senza esperienza pratica della professione. “La loro valutazione, quindi, è basata sul modello universitario di insegnamento, a nostro parere obsoleto, troppo radicato su una formazione di tipo contenutistico, ignorando i riferimenti umanistici facenti parte dell’identità professionale e di fondamentale importanza per il buon esito dell’intervento terapeutico-assistenziale”.

Fonte: www.quotidianosanita.it

To post a reply please login or register
advertisement
advertisement