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Sul tema “amalgama” aggiornamenti, prospettive ed implicazioni legali

Raimondo Pische

Raimondo Pische

mer. 12 settembre 2018

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Probabilmente è questo, storicamente, il momento più importante nella secolare discussione sull’amalgama. Era il 1831 quando zio e nipote Crawcour portarono in America il composto, creato da Bell e perfezionato da Taveau (attraverso il grattamento di monete d’argento mescolato al mercurio), denominato “Royal Mineral Succedaneum”, quale alternativa alle otturazioni in oro allora utilizzate.

Gli anni successivi furono quelli più furenti in quella denominata “La Guerra dell’amalgama” fra due schieramenti opposti: etiche e deontologiche le argomentazioni dei contrari all’uso del mercurio da una parte, di praticità e chiaro vantaggio economico quelle dei sostenitori dell’amalgama. Come spesso accade, furono i secondi a prevalere…

Evoluzione delle coscienze e della scienza sono una endiadi che nella storia umana ha spesso dimostrato un’intima relazione e, seppur con cronico ritardo, ciò sta avvenendo anche sul tema amalgama.

Si sta sempre più palesando l’“assurdo”, concettuale, etico e scientifico, dell’uso della sostanza più neurotossica, il mercurio, per motivi “sanitari”, nella “disconoscenza” degli effetti che esso ha avuto, e continua ad avere, sulla salute dell’Uomo e dell’Ambiente.

Perché parlo di “momento storicamente importante”?

Le prove inconfutabili sulla tossicità del mercurio dell’amalgama vanno di pari passo alla crescita della consapevolezza sul rispetto della salute umana e della natura: presa di coscienza e nuove conoscenze stanno demolendo il pauperismo culturale a sostegno di quell’incredibile paradosso scientifico rappresentato dall’amalgama che, nell’ipocrita “convinzione” (anche ordinistica e di categoria) di efficacia e sicurezza, è causa di gravi patologie neuro-degenerative.

Sta ormai passando anche il concetto che quella odontoiatrica non è “categoria protetta” dal rischio tossicologico per volontà divina, né tantomeno ordinistica, ma che, anzi, è quella più esposta ai pericoli dei vapori mercuriali. Fanno scuola i lavori di Nylander, Rowland, Aaseth, Hilt, Bjorklund, Nagpal, Crocombe, Johnson e molti altri (vedi database IAOMT-Dental Personel), sugli effetti del mercurio sulla salute di dentisti e assistenti dentali. Fanno breccia le iniziative dell’International Academy Oral Medicine and Tossicology (IAOMT), di cui recentemente abbiamo costituito il “Chapter Italia”, che dimostrano sempre più la necessità di protocolli a tutela in ambito professionale.

Fa timidamente capolino anche la consapevolezza che il “mercurialismo” è malattia professionale per la nostra categoria e che abbiamo tutto il diritto di:

  • Essere tutelati nell’esercizio della professione attraverso un’informazione non solo scientifica (spesso “manovrata”) ma anche legale;
  • Essere indagati a fini diagnostici e preventivi, attraverso la ricerca del mercurio nel nostro organismo, prima di esserlo dal punto di vista penale da parte di pazienti e di associazioni ambientaliste.

Tutto ciò anche per evitare che si attivi una class action “universale” contro noi dentisti che potremmo essere considerati correi – o primi responsabili – nel determinismo di una miriade di malattie mercurio-correlate, oltre che di danno ambientale.

In quest’ottica vanno inquadrate due importanti iniziative che, parallelamente ma in maniera del tutto indipendente, stanno prendendo corpo in questi mesi:

  • La strutturazione del Post-Graduate (o Master) in “Odontoiatria Biologica e Sistemica” (già organizzato e approvato al/dal San Raffaele di Milano e successivamente abrogato dallo stesso Istituto);
  • La valutazione di una class action di categoria per richiesta danni e risarcimento economico agli enti preposti al controllo da parte dei dentisti esposti senza adeguate informative, istruzione tossicologica e tutela, al mercurio durante la propria attività professionale. E per un’azione preventiva volta a garantire se stessi rispetto alla potenziale chiamata in causa, in termini risarcitori e/o penali, da parte di pazienti, ambientalisti e da dipendenti per la mancata tutela sul posto di lavoro.

Tale iniziativa è rappresentata dall’Associazione CODICI Onlus - Centro per i Diritti del Cittadino – (http://codici.org/iscriviti.html) con il patrocinio dell’Avv. Massimo Longarini (longarini05@libero.it – tel. 392/0502574) per garantire i diritti inalienabili del cittadino (operatori odontoiatrici compresi) alla salute, basandosi sul principio intoccabile della Costituzione che all'art. 32 recita: «La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività».

Il suo valore cogente risulta oggi definitivamente acquisito con l’approfondimento del nesso indissolubile fra salute individuale e salubrità ambientale: la salute, cioè, non può prescindere dal contesto in cui viviamo, con la conseguenza che tutti gli attentati all’ambiente costituiscono, in forma più o meno diretta, “lesioni” della salute, individuale e collettiva, intesa secondo l’OMS quale «stato di completo benessere fisico, mentale e sociale e non solamente un’assenza di malattia o di infermità».

Ciò in linea con i principi cardine della Convenzione di Minamata che sta ottenendo la “phase out” dell’amalgama principalmente per i danni ambientali provocati dal mercurio odontoiatrico (gli studi dentistici rappresentano, sempre secondo l’OMS, la maggior fonte non industriale di inquinamento mercuriale), oltre che per la tutela della salute delle fasce più deboli della popolazione.

L’azione di classe associativa ha quale sua esclusiva finalità quella di tutelare con ogni mezzo legittimo, ivi compreso il ricorso allo strumento giudiziario, i diritti inviolabili dell’uomo sanciti dalla Costituzione e dall’Organizzazione Mondiale della Salute che afferma «il godimento del miglior stato di salute raggiungibile costituisce uno dei diritti fondamentali di ogni essere umano senza distinzione di razza, religione, opinioni politiche, condizione economica e sociale».

I diritti costituzionali e quelli indicati dall’OMS, si sommano al “principio di precauzione” stabilito a Rio de Janeiro nel 1992 e al Decreto Legislativo 81/2008, noto anche come “Testo Unico”, sull’onere a valutare tutti i rischi sanitari e sociali. Per cui con ancor maggior forza si può affermare come vincolo inalienabile l’obbligo alla tutela della salute, non solo dei pazienti, ma degli stessi operatori odontoiatrici: cioè noi.

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