Il cavo orale, con i suoi tessuti duri e molli, equivale a un ambiente variamente rappresentato. Esso risulta composto da numerosi micro ambienti ognuno dei quali con caratteristiche e habitat differenti. Esiste una stretta relazione tra i fattori fisiochimici legati all’ambiente, quali le superfici colonizzabili, la temperatura, il potenziale redox, il pH, e i fattori legati all’ospite, quali il flusso salivare, il fluido crevicolare, il livello di igiene orale domiciliare.
Attualmente si apprezza l’importanza dell’assioma secondo il quale i microrganismi influiscono sull’ambiente e l’ambiente influisce sui microrganismi. Le superfici colonizzabili da parte del biofilm orale sono numerose, alcune di queste forniscono ai microrganismi facili rifugi favorendo la loro persistenza a bassi livelli, anche dopo la terapia parodontale antinfettiva.
Tali microrganismi possono riemergere e colonizzare i siti trattati determinando l’insuccesso delle terapie. Le superfici sono rappresentate sia dalle mucose, come dimostrato dai lavori di Socransky e Haffajee1, sia dai tessuti duri con aspetto anfrattuoso (restauri debordanti, superfici radicolari esposte) (Fig. 1). Il dorso linguale risulta essere un habitat favorevole per i batteri. Fornisce infatti aree con ridotto apporto di ossigeno a causa della presenza delle numerose papille.
Le papille sono piccole strutture di varia forma di origine neuroepiteliale. Originano dalla lamina propria della mucosa e sono ricoperte dall’epitelio di rivestimento (Figg. 2-4). Là dove l’anatomia linguale presenta fissurazioni (lingua fissurata, lingua a carta geografica) vi sono solchi profondi anche diversi millimetri; si possono instaurare quindi condizioni di anaerobiosi, favorenti lo sviluppo delle specie batteriche patogene (Figg. 5a, 5b).
Numerosi studi in letteratura evidenziano la dannosa sinergia tra la malattia parodontale e l’alitosi2-4.
Le tasche parodontali non trattate, veri e propri serbatoi batterici, rappresentano insieme alla superficie linguale la principale fonte di gas maleodoranti: i cosiddetti composti volatili solforati, VSC.
Per “alitosi” si intende cattivo odore emesso dal cavo orale indipendentemente dalla sede da cui trae origine. Per “oral malodor” si intende alitosi di origine esclusivamente orale.
L’alitosi è un problema piuttosto diffuso, tanto che circa il 50% della popolazione può manifestarla5.
L’origine dell’alitosi è dato da:
- 90% dal cavo orale;
- 9% dalle vie respiratorie (a causa di sinusite, bronchite, polmonite); apparato digerente; apparato urinario; diabete (chetoacidosi diabetica); cirrosi epatica;
- per l’1% da dieta e assunzione di farmaci6.
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