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L'Odontoiatria del quotidiano raccontata con spirito libero: così il 63° Corso "Castagnola"

Patrizia Biancucci

Patrizia Biancucci

mar. 2 aprile 2019

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L’ho osservato molto in questi due giorni a Montecatini, mentre mi aggiravo in incognita tra le sale piene di colleghe e colleghi di tutte le età, catturati da relatori di eccellenza che trattavano argomenti da vita quotidiana odontoiatrica e consapevoli che il lunedì avrebbero già messo in pratica una gran parte di quanto offerto generosamente in questo 63° Corso della Fondazione Castagnola.

Parlo del suo presidente, Nicola Perrini, il grande mattatore, il relatore brillante come un giovane carico di energie e provocatorio come solo uno spirito libero si può permettere di essere, dopo aver attraversato decenni di evoluzione dal dentista medico di serie B allo scienziato di oggi. Qualche segno sulla pelle sanamente colorita, non offusca lo sguardo carico di carico di vitalità; la veemenza delle sue convinzioni si dissolve un attimo dopo in un sorriso benevolo, mentre la plateale aggressività tiene sveglio l’uditorio per poi stemperarsi con insolita rapidità negli occhi carichi di dolcezza. Mi sono compiaciuta nel vederlo felice per aver realizzato ancora una volta l’incontro tra un gruppo di Maestri come lui e una schiera di odontoiatri, igienisti e assistenti, ogni anno più numerosi e ogni volta più soddisfatti di esserci stati. Alla fine era già catapultato sull’evento del prossimo anno con data, bozza di programma e soprattutto con un entusiasmo infinito e contagioso.

Il Grand Hotel & La Pace, costruito nel 1870 e rimaneggiato con elementi Liberty di estrema suggestione storica e artistica, sembrava il luogo del ritorno al passato, prima location della longeva Fondazione dedicata al prof. Luigi Castagnola e adesso modernizzata senza perderne la memoria. Su questo concetto di conoscere la Storia per saper interpretare il presente e tenersi pronti per il futuro, si sono basate le affascinati relazioni di Gianfranco Vignoletti e Alberto Fonzar: evoluzione attraverso i decenni dell’Odontoiatria, in particolare dell’Endodonzia, il primo e della Parodontologia il secondo. Tutti sanno che l’endodonzia ha fatto passi da gigante, soprattutto con l’aiuto delle moderne tecnologie, ma proprio parlandone con Vignoletti, mi chiedevo quanto questa mentalità “conservativa” del dente naturale si scontri al giorno d’oggi con la dilagante Implantologia, salvo che il dentista riesca a far capire alle persone, che spesso vogliono tutto e subito, quanto sia importante mantenere i propri denti anziché bypassare le terapie endodontiche ricorrendo anzitempo alla sostituzione implantoprotesica, che peraltro va accuratamente valutata caso per caso. Cosa ribadita da Agostino Scipioni soprattutto nell’implantoprotesi in siti ad alta valenza estetica, dove applica da anni un approccio rigenerativo sistematico (Edentulous site enhancement) partendo dalle caratteristiche del sito ideale: volumi ossei, tessuti muco-gengivali, livelli e forma delle papille interprossimali, linea muco-gengivale, bozze radicolari, restauro protesico idoneo, mantenimento a lungo termine (compliance del paziente). Concludendo con queste testuali parole «dopo estrazione il coagulo si consolida: ma è stabile? Penso di no!... possiamo impedire il riassorbimento osseo durante la guarigione? No, quindi in zona estetica non possiamo fare l’impianto post-estrattivo».

È solo in un contesto di “libero pensiero” che gli Studiosi possono rendere pubbliche affermazioni a dir poco coraggiose e che comunque rischiano di urtare l’ortodossia che si sta allargando a macchia d’olio: quella della Evidence Based Medicine. Tra questi c’è Alberto Fonzar che ci ha fatto ripercorrere i passi più importanti della Parodontologia, dalla scoperta dei batteri responsabili della malattia negli anni ’60, alla loro qualità piuttosto che alla quantità, quindi l’importanza dell’igiene orale, passando dalla “levigatura a specchio” (inefficace sulle forcazioni molari compromesse) alla chirurgia parodontale con lembo d’accesso o terapia resettiva. Dal momento che entrambe guariscono con riparazione, la domanda che sorge spontanea è: «Quale la migliore? Non c'è evidenza scientifica – dice Fonzar – perché i risultati clinici sono simili, anche a lungo termine, e non sembrano correlati al tipo di terapia, è imprevedibile! Denti considerati persi possono rimanere anche anni. Dunque cosa abbiamo imparato? Abbiamo avuto visione meccanica, forse è meglio pensare al microbioma che può essere alterato da altri fattori: quindi dobbiamo agire sull’Immunità. La Parodontite, considerata una malattia infettiva è sempre di più malattia infiammatoria. Riguardo i Probiotici non c’è evidenza scientifica». La conclusione è stata che siamo passati dalla Terapia della malattia alla Terapia del malato. Sulla stessa linea Ugo Covani, che ha sbalordito gli Igienisti con la sua relazione di approfondimento su Microbiota e Microbioma, mentre Marco Brady Bucci ha saputo trasmettere alle Assistenti l’importanza del loro ruolo nel’acquisizione del Consenso Informato, spiegando in modo chiaro la necessità di passare dall’Analogico al Digitale, attraverso una curva apprendimento che prevede la formazione. L’informativa la da il medico per poi passare all’assistente che fa firmare il Consenso scritto o videoregistrato, personalizzato, includendo che il paziente rifiuta alternative terapeutiche e la copertura assicurativa.

Quando le relazioni finivano osservavo questa fiumana di Congressisti che si avvicinavano al coffee break con aria placida e soddisfatta, molti nel giardino a fumare e a godersi il sole primaverile, altri negli stand delle aziende anch’esse uniformate ad un’atmosfera più culturale che commerciale. Al momento di rientrare in sala sentivamo una campanella come a teatro, oppure una voce di donna che ci invitava a rientrare nelle sale: Patrizia Gatto, organizzatrice con la Tueor Servizi, era ovunque, elegante e sorridente, senza mai tradire la fatica cominciata mesi prima per garantire il comfort di relatori e partecipanti, come una presenza invisibile che rende tutto fluido, quasi fosse lasciato al caso, l’ospite tra gli ospiti, il piacere di “ricevere” persone di riguardo, persone stimate e benvolute, lei per prima orgogliosa di un congresso fatto “per i dentisti normali” (sue testuali parole), pronta a far vivere nel futuro una Fondazione che si nutre di 60 anni di storia dell’odontoiatria, di Maestri che certamente hanno conosciuto la Maieutica socratica, che parlano ai giovani con la benevolenza di chi non ha paura del competitor, che mettono in guardia da modernità altisonanti che troppo spesso hanno perso o non conoscono la memoria di “come eravamo”. Se Nicola Perrini è il grande mattatore, Patrizia Gatto è la grande regista di un evento destinato a ripetere il reale successo.

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