Negli ultimi vent’anni è aumentata la richiesta per procedure protesiche sempre più estetiche ma allo stesso tempo più veloci e meno costose. Parallelamente, di conseguenza, le tecnologie CAD/CAM si sono estremamente diffuse1. Nuovi materiali come disilicato e zirconia hanno un’ottima resistenza alla frattura2; inoltre vi sono diversi sistemi per rilevare impronte ottiche dei denti preparati utilizzando scanner intraorali.
L’integrazione di queste nuove tecnologie ha portato all’introduzione di sofisticati sistemi CAD/CAM chairside perché permettono di mantenere tutto il flusso restaurativo, dall’impronta alla consegna del manufatto, all’interno dello studio dentistico. Sono presenti sul mercato sistemi come CEREC AC (Sirona Dental Systems, Long Island City, NY-USA), Lava™ Chairside Oral Scanner COS (3M-Espe, Seefeld, Germany), I-TERO (Align Technologies, San Jose, CA-USA), E4D (Planmeca, Richardson, Texas-USA) e TRIOS (3Shape, Copenhagen, Denmark).
L’accuratezza e la precisione dei sistemi CAD/CAM è oggi comparabile a quella dei sistemi convenzionali3, con il grande vantaggio di snellire i tempi di lavorazione.
Oggi il materiale più diffuso nel flusso di lavoro chairside è il disilicato di litio (IPS e.max CAD, Ivoclar Vivadent) che può essere utilizzato per corone posteriori e anteriori come restauro monolitico4,5 dimostra un’ottima resistenza alla frattura e, ovviamente, data la natura monolitica del restauro, elimina il rischio del chipping6. Questi nuovi materiali, grazie alle loro caratteristiche di elevata resistenza meccanica, permettono un’ottima preservazione della struttura dentale residua potendo cosi essere utilizzati anche su linee di preparazione verticale7.
Presentazione del caso
Viene di seguito presentato un caso in cui il paziente necessitava di una riabilitazione protesica fissa nel secondo e terzo quadrante.
Nell’arcata superiore presentava infatti un restauro fratturato, un ponte avente 24 e 26 come denti-pilastro, mentre inferiormente 34 e 35 erano stati devitalizzati a causa di carie destruenti e infine l’elemento 36 aveva una protesi cementata su pilastro implantare che mostrava una recessione di 2 mm (Fig. 1).
Una volta rimossi i restauri, i denti e il pilastro implantare sono stati preparati con una preparazione di tipo verticale (feather edge), lasciando 2 mm di spazio occlusale e 1,5 in senso assiale, con un angolo di convergenza compreso tra i 12° e i 20°, secondo i principi di ritenzione. Due ponti provvisori prelimatura sono stati quindi ribasati e cementati con cemento provvisorio all’ossido di zinco (Temp Bond, Kerr).
L’impronta digitale è stata presa dopo una settimana attraverso uno scanner ottico (Cerec AC BlueCam, Sirona) (Figg. 2a-2d). Dopo aver posizionato i fili di retrazione, 00 e 000 secondo la tecnica del doppio filo, è stata rilevata l’impronta ottica (Figg. 3, 4).
Successivamente è stata registrata la relazione intermascellare (Fig. 5).
Un sottile strato di polvere è stato nebulizzato sulle preparazioni al fine di eliminare possibili rifrazioni che impedissero un corretto rilevamento dell’impronta da parte dello scanner.
Le immagini sono state acquisite e processate attraverso un software dedicato (Cerec SW 4.0, Sirona) e il progetto al CAD (Fig. 6) realizzato secondo le classiche linee guida protesiche con il grande vantaggio di poter valutare tridimensionalmente i tessuti circostanti la preparazione e poter così disegnare un corretto restauro. Al termine della fase CAD, è stato selezionato un blocchetto di disilicato di litio del colore prescelto (IPS e.max, Ivoclar Vivadent, Schaan, Liechtenstein) e inserito nell’unità di fresaggio. Nell’arcata superiore è stato progettato un ponte di 3 elementi, mentre nell’arcata inferiore 3 corone singole. Al termine della procedura CAM la corona è stata inserita in un forno dedicato (Programat P310, Ivoclar Vivadent) e successivamente caratterizzata e glasata per la cementazione finale.
Sono stati testati il fit della corona e l’occlusione e il paziente si è dichiarato soddisfatto dell’estetica (Figg. 7, 8). La cementazione è stata eseguita tramite l’utilizzo di un cemento duale (Max Cem Elite, Kerr, Orange, CA, USA) dopo mordenzatura interna della corona stessa (HF 5 % for 20 sec)8.
Il paziente è stato infine inserito in un programma semestrale di richiami di igiene.
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Conclusione
In questo caso abbiamo presentato la realizzazione di corone protesiche per denti preparati con una preparazione estremamente conservativa del dente attraverso un protocollo protesico chair-
side che permette un grande risparmio di tempo per il clinico e per il paziente.
Bibliografia
1. Sadowsky SJ. An overview of treatment considerations for
esthetic restorations: A review of the literature. J Prosthet
Dent 2006; 96: 433-442.
2. Guess P, Zavanelli R, Silva N, Bonfante E, Coelho P, Thompson V. Monolithic CAD/CAM lithium disilicate versus veneered Y-TZP crowns: Comparison of failure modes and reliability after fatigue. Int J Prosthodont 2010; 23:434-442.
3. Ting-shu S, Jian S. Intraoral Digital Impression Technique: A Review. J Prosthodont. 2014 Sep 14.
4. Reich S, Schierz O: Chair-side generated posterior lithium disilicate crowns after 4 years. Clin Oral Investig 2013;17:1765-1772.
5. Cortellini D, Canale A. Bonding lithium disilicate ceramic to feather-edge tooth preparations: a minimally invasive treatment concept The journal of adhesive dentistry, 2012;14: 7-10.
6. Fasbinder DJ. The CEREC system: 25 years of chairside CAD/CAM dentistry. J Am Dent Assoc 2010; 141 Suppl 2:
3S-4S.
7. Valenti M, Valenti A. Retrospective survival analysis of 261 lithium dis- ilicate crowns in a private general practice. Quintessence Int 2009;40: 573-579.
8. Vargas MA1, Bergeron C, Diaz-Arnold A. Cementing all-ceramic restorations: recommendations for success. J Am Dent Assoc. 2011 Apr;142 Suppl 2:20S-4S.
L'articolo è stato pubblicato su CAD/CAM Italian Edition, dicembre 2015.
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